Me parlare bello un giorno, David Sedaris, Mondadori, 269 p., 9,50 € |
¡Todos a bailar! ¡Comenzando suavecito con la mano... pa' lante! Stop. Scusate l'interferenza: a scrivere era l'esaurimento nervoso dovuto all'oramai incombente esame di spagnolo...
A proposito di lingue straniere, oggi vi consiglio un libro dell'americano David Sedaris, Me parlare bello un giorno.
Comincio col dire che non l'avrei mai comprato. Non l'avrei neanche degnato di uno sguardo, con la sua copertina kitsch e la scritta "Mondadori". E ammetto che avrei fatto molto male, perchè è semplicemente esilarante.
Si tratta di ventisette brevi racconti (squisitamente brevi, a prova di viaggio in metropolitana), che corrispondono ad altrettanti episodi più o meno autobiografici, tutti infarciti di pungente e irresistibile ironia.
Non so bene come ci riesca, ma Sedaris sa essere sarcastico senza essere tossico, sboccato ma non volgare. Certo è che guardare la vita e la società dal suo punto di vista è una meraviglia.
Ciò che però mi ha colpito di più di Me parlare bello un giorno è la straordinaria somiglianza tra me e l'autore, tralasciando il fatto che non ho origini greche come lui, che non ho mai fatto uso di droghe e che non ho mai messo piede (ahimé) negli Stati Uniti.
Ma andiamo con ordine. Innazitutto entrambi abbiamo un modo tutto nostro di approcciarci alle lingue straniere. Il titolo del romanzo e alcuni dei capitoli centrali, infatti, sono incentrati proprio sulle difficoltà di Sedaris nell'apprendimento della lingua francese, indispensabile per seguire in Normandia il suo fidanzato Hughes. Tra i trucchi usati dallo scrittore, scrivere liste e liste di parole da imparare a memoria (niente di più sbagliato). Il risultato? I primi vocaboli francesi che ha imparato sono anche i più inutili che si possano immaginare, parole come exorcisme, invocateur e monstre marin, cioè "esorcismo", "sciamano" e "mostro marino". Di quelle che non avrai mai l'occasione di usare (a meno che uno non si finga pazzo e cominci a delirare solo per dar sfoggio di un lessico forbito).
Il mio primo approccio allo spagnolo è stato simile: tra le prime parole che ho imparato, ricordo tiburón, jarabe e murciélago, "squalo", "sciroppo" e "pipistrello". Insomma, termini di uso quotidiano.
Tuttavia ciò che fa di me e Sedaris fratelli ideali sono le cose che pensiamo di saper fare meglio, cioè:
- imparare a memoria i jingle pubblicitari;
- coltivare la raffinata arte del "muso lungo", altrimenti nota come arte del "farsi venire la luna storta";
Ma soprattutto... - scegliere i nomi per i peluches.
L'unico suo difetto che non riuscirei a sopportare? Ha le tafche piene di faffi come Jovanotti.
Oddio, mi ci voleva, sai? :D Necessitavo urgentemente di qualcosa di frizzante da leggere!
RispondiEliminaOh, darling! Arrivi sempre nel momento del bisogno! :*
Ps: Riguardo i tre punti, i jingle pubblicitari li evito come la peste! Mi si piantano nel cerebro e non se ne vanno più! Non ti dico quanto ci ho messo a togliermi dalla testa quella della Gran Soleil... Dio, è frustrante!
Il secondo punto è perfetto :) ma il terzo... non scelgo i nomi ai peluches, non li amo particolarmente, ma gli oggetti di uso comune sì, il mio pc si chiama Nathaniel Flint :D in onore del corsaro creato da Robert Louis Stevenson! Ah... (divaga divaga).
Bacioni, genio:*
Ahahah, bene, quindi ho avuto un tempismo perfetto ;) Fammi sapere cosa ne pensi, se lo leggi! ;) Cmq lo so, i jingle pubblicitari sanno essere penetranti e fastidiosi... è difficile distinguere tra odio e amore in quei casi! :D In merito ai peluches... in realtà battezzo qualunque cosa. La mia bicicletta si chiamava Billy (nome orrendo dovuto al fatto che ero ancora troppo piccolo per inventare nomi originali, oltre al fatto che ero ancora troppo piccolo per accettare che il ciclismo non facesse per me! :D) Grazie mille! Bacioni!! :*
EliminaL'ho finito questa mattina nonostante il gattone abbia cercato d'impedirmelo rosicchiando e tirando i bordi del libro.
RispondiEliminaBello. Semplicemente spassoso, delizioso e dissacrante. Cito le tue stesse parole: "Sedaris sa essere sarcastico senza essere tossico, sboccato ma non volgare. [...] guardare la vita e la società dal suo punto di vista è una meraviglia." Niente di più vero.
Tra l'altro mi sono sentita molto vicino a lui per quanto riguarda il difetto di pronuncia, non con la s, bensì con la "gli". Ad esempio se mi chiedono di dire coniglio mi esce coni-io, invece di moglie mi viene moie. Era un travaglio, finché non ho imparato un trucco da un programma in tv in cui consigliavano di mettere una l davanti al gli e funziona! Sono di nuovo normale XD il difetto di pronuncia è sparito, ma quando si tratta di metterlo per iscritto a volte mi viene da scrivere "molglie". *sospir*
Grazie ancora per aver parlato di questo libro ;) penso che ne leggerò altri suoi.
Un bacione, caro:*
Ahahahah, sono contento che ti sia piaciuto! Anche perchè noto che l'hai letto tutto d'un fiato come ho fatto io...
EliminaPenso che anch'io leggerò qualche altro suo libro, di sicuro. Mi infastidisce solo dar soldi ai Berlusconi, visto che tutti i suoi libri sono pubblicati da Mondadori. Bah, forse me li compro in inglese.
Coooooomunque... e così avresti questo piccolo scheletro linguistico nell'armadio,eh? :D Mi congratulo per l'impegno e la forza di volontà!:P Almeno i difetti di pronuncia è possibile combatterli, i difetti di altro tipo temo proprio di no >__<, io ne ho mille :P
Un bacione anche a te cara! :*
Alla prossima!