martedì 28 gennaio 2014

Ma che c'è Surreal Time? #9 - Il boss delle cerimonie

Un invito a nozze per tutti gli estimatori del trash.
"Nel mezzo di una valle incantata ai piedi di un vulcano sorge un luogo da favola" a metà tra Disneyland e Las Vegas: è il Grand'Hotel La Sonrisa, il castello di don Antonio, dove gli incubi di Enzo Miccio diventano realtà e matrimoni oltre il limite del buon costume vengono spacciati per "tipicamente napoletani."
Real Time sembra decisa a seguire la nobile vocazione del documentarismo pseudo-antropologico, con una nuova, seguitissima serie, al cui confronto i grossi grassi matrimoni gypsy sembrano eleganti soirée patrocinate dal Rotary. Il boss delle cerimonie, riunendo tanto le avventure dei serviti quanto quelle dei servitori, non è che il chiassoso contraltare di Downton Abbey. Don Tony Abbey.
Carillon umani all'ingresso, carrozze principesche, stormi di candide colombe... non c'è fine alle richieste degli sposi, e soprattutto alle pretese dei loro genitori, pronti a tutto pur di assicurare ai loro figli delle nozze in "magna pompa." Il genero di don Antonio, Matteo (che si presume prima o poi diventerà don Matteo) racconta a Vanity Fair di clienti che hanno perfino chiesto la luna. Letteralmente: in una notte troppo buia un pallone aerostatico ha preso il posto della pallida dea, che, sebbene formalmente invitata, evidentemente non sapeva con che faccia presenziare a un ricevimento tanto chic.
A questo punto c'è quasi da pensare che chi non possa permettersi i costi astronomici di una festa di nozze al castello, conceda al castellano lo ius primae noctis.
Dopo due episodi e quattro matrimoni memorabili, è già possibile delineare punto per punto la rigorosa liturgia di ogni sposalizio kitsch che si rispetti.
Si parte con il colloquio con i ristoratori per concordare il menù del banchetto, una dura prova per il povero Matteo, che fa quasi tenerezza, con quella sua testa perfettamente ovale, il sorriso mite e lo sguardo miope di una talpa, mentre cerca di rabbonire gli inamovibili e vagamente intimidatori genitori della sposa. "Voyo vedere lo shpreco del cibbo" ha veementemente preteso Luca, uno degli sposi protagonisti, dando un ottimo spunto alla FAO per il suo nuovo motto ufficiale.

Mamma Vincenza si accontenta anche di un matrimonio in stile "William & Kate".
Dopo quella tra carne e pesce, la scelta più importante che una nubenda deve affrontare è certamente quella del vestito: must irrinunciabile è il bustier trasparente, per lasciare poco o niente all'immaginazione del parroco. L'obiettivo è strizzarsi il più possibile finché i rotoli di ciccia esondanti non ti fanno sembrare una deliziosa torta nuziale a dieci strati.
In un giorno così importante, anche suoceri e genitori si preoccupano di non sfigurare. Gennaro, per esempio, alla vigilia delle nozze di sua figlia Giusy, infilati i suoi calzoncini color bella-di-notte, non ha esitato a sottoporsi a un trattamento intensivo di lampade abbronzanti, cui le telecamere ci hanno permesso fin troppo generosamente di assistere. Non si può certo accompagnare la propria figlia all'altare quando si è bianchi come una bufalina, dopotutto: è bene pazientare finché il volto di Padre Pio tatuato sul braccio non cominci a somigliare a Morgan Freeman.
Gli sposi up to date come Luigi (che ha già dei peli sul petto rampicanti a fargli da maglioncino naturale) prima di indossare il completo total black della cerimonia (che personalmente non metterei nemmeno alle esequie di un becchino), vestono gli sgargianti panni del Principe Azzurro per la tradizionale serenata neomelodica. Durante questa pittoresca festa di quartiere, il Romeo di turno può dedicare alla sua Giulietta una canzone d'amore, senza tralasciare pezzi che vertano su temi impegnati come la parità dei sessi: "... sei moderna e vuoi la tua libbbertà [...] oggi c'è la parità, te sì organizzata, con le tue amiche vai a ballà e io u' geluso nunn'o pozzo fa." D'altronde si sa che una delle prime rivendicazioni del movimento femminista è stato il diritto ad andare a ballare con le amiche: scommetto che anche Simone de Beauvoir ogni anno aspettasse con ansia l'otto marzo per la consueta serata al femminile in pizzeria.
Affinché nessuna nota stonata incrini l'armonia delle nozze, ogni party-planner diligente sa che deve rivolgersi ad un impresario musicale di successo come Annalucia, una vera e propria autorità in fatto di "mannaggiament" di cantanti neomelodici.
All'alba del grande giorno, quando è ancora buio pesto, l'estetista e il parrucchiere si alzano col canto del gallo per trasformare la sposina in una regina, "uguale uguale alla Maria Antonietta di Lady Oscar."

Che rientrino o meno nell'album dei ricordi degli sposi, queste sono
immagini che rimarranno per sempre tatuate sulle nostre rétine
.
Dopo il rito e il riso, i cancelli del Grand'Hotel si spalancano, il red carpet si dipana ai piedi degli sposi e il salone reale apre i battenti per accogliere gli invitati con la sua sovrabbondanza decorativa (che se non definisco 'barocca' è solo per non offendere il barocco.) Le bocche contornate a matita di zie e cugine si spalancano dalla meraviglia di fronte alle statue d'oro, i pavimenti scintillanti, le vetrate blu elettrico e gli affreschi che vanno al di là di ogni esperimento manierista. Sotto lo sguardo fortunatamente cieco di innumerevoli busti di Apollo, ha inizio la grande abbuffata (con tanto di "bis e contrabbis!"), intervallata da ogni genere di spettacolo, con protagonisti drag-queen, nani, saltimbanchi e ballerine in mutande paillettate che si contorcono al ritmo di Disco Napoli ("Le conoscevo già" ci tiene a farci sapere Mariapia, la festeggiata. "Sono le stesse che si sono esibite alla cresima di mia sorella.") A un certo punto, molto prima dell'apertura dei regali, potrebbe capitarvi di vedere la sposa rovistare affannosamente da qualche parte vicino alla patta dei pantaloni color "gru" (écru) del coniuge. Non temete, è solo un gioco erotico per intrattenere gli invitati: la sposa infila un tappo nei calzoni del maritino e poi deve farlo passare da una gamba all'altra. L'emozione dello sposo, come è accaduto, può alle volte rendere più difficoltosa l'impresa, in cui non disdegnano di cimentarsi anche i consuoceri.
Per smaltire l'astice al burro e lo struzzo ripieno, il parentado al completo si scatena in pista, ed allora è tutto un vorticare di abiti sgargianti e stole animalier, un baluginio di brillantini al naso e unghie istoriate. Quando le zie si tolgono gli zatteroni, poi, sembra quasi di sentire l'inconfondibile l'aroma del prosciutto stagionato nel nylon.
Alla fine, quando ormai è sera inoltrata, la torta è tagliata, l'intossicazione da frutti di mare crudi è scongiurata e i fuochi d'artificio danno un tocco di colore all'altrimenti deprimente sobrietà del firmamento, la sposa può finalmente rilassarsi e spipparsi un sigaro.
Ogni fiaba di questo pacchiano Pentamerone si conclude con lo stesso, commovente lieto fine: don Antonio - elegantissimo con i suoi occhiali dorati, la croce gemmata sul cuore e la maglietta della salute nera in bella vista sotto la camicia fluo -  saluta gli sposi con un sorriso vescovile e un cenno ieratico delle dita ingioiellate, per poi ritirarsi pensoso nel suo studio e redigere un altro emozionante capitolo delle sue memorie di boss delle cerimonie.
Le generalizzazioni e gli stereotipi di cui una trasmissione del genere è infarcita hanno suscitato l'indignazione (comprensibile) di napoletani e non (a partire dal titolo, che è tutto un programma), ma che "i napoletani non siano tutti così" credo sia chiaro a tutti gli spettatori con un minimo di senno. Che vogliate chiamarli tamarri, coatti, truzzi, zaguari, zarrosauri, cozzali, buzzurri, zampi o ricottari, il cattivo gusto è diffuso a macchia di leopardo in tutta Italia e all over the world.
Polemiche a parte, so che non potrò più fare a meno di questo ricco buffet di unto, dorato, croccante, nauseante trash. Tutti noi almeno una volta nella vita siamo stati costretti a sorbirci un interminabile filmino di nozze, una delle più sadiche torture che un essere umano possa infliggere a un suo simile. Ma quando ci ricapita di vederne uno e poter sghignazzare senza ritegno, liberi dal timore di offendere la zia che ha aspettato per una vita intera di vedere la sua bambina conciata come la principessa del porno ungherese?
Il risvolto inquietante di questo gran divertimento è l'idea che le coppie che abbiamo visto convolare a nozze siano seriamente intenzionate a riprodursi. Anzi, alcune si sono già portate avanti col lavoro e aspettano figli che in un futuro non troppo lontano intaseranno YouTube coi loro video dei pre-diciottesimi...

14 commenti:

  1. Risposte
    1. Ahah sì, immagino di sì. Usa pure tutte le esclamazioni di cui hai bisogno ;)

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  2. La battuta su Don Matteo mi ha fatta morire dal ridere!
    Comunque mi hai fatto quasi venire voglia di andare a recuperare una puntata!

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    1. Ahahah Io sono morto dopo aver visto questo programma... ti consiglio di recuperare almeno le prime due puntate perché meritano davvero. :)

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  3. Ma non ci credo!
    Proprio quando ero felice di essere scampata alla TV italiana delle feste, mi presenti questo trionfo di cattivo gusto ripieno di stupidità....devo vederlo!
    Scherzi a parte: la frase sullo spreco del cibo dovrebbe essere silurata con un sonoro biiiiip

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    1. ahahahah credimi, ci sono citazioni e perle di saggezza che non ho avuto il coraggio di inserire! :D Ti suggerisco caldamente di dare un'occhiata alle nozze di Mariapia e Luigi e a quelle di Giusy e Luca. Imoerdibili! :)

      "Sto in una palla."

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  4. Non hai parole, lo so... Io ci ho messo tre giorni per riprendermi e scrivere questo post ;)

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  5. "Mannaggiament" a me, non sono ancora riuscita a guardarlo! Giuro che recupero: dopo aver visto la sposa col "culo sulla schiena", direi che non posso proprio perdermelo..

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    1. Ahahahah "culo sulla schiena": una definizione che rende perfettamente l'idea!

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  6. O.O LO.DEVO.VEDERE.
    Ma tu devi continuare a commentarlo! XD

    Vale A

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    1. Ahahahahah non posso promettertelo perché sono sotto esame ma ci penserò sicuramente... questo è materiale che merita! :D Ahahah

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  7. Padre Pio che diventa Morgan Freeman.. ah ah ah!
    Però le foto potevi risparmiarcele, mi hanno fatto passare l'appetito :))
    Comunque hai ragione, non avevo mai pensato all'aspetto liberatorio di questo tipo di programmi sullo spettatore... Ma sì, mi hai convinto, almeno una puntata me la guarderò ;)

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    1. Ahahah lo so, mi spiace, dovevo avvisarvi che le foto non sono per stomaci delicati e deboli di cuore... ma ho dovuto inserirle per dovere di cronaca! :P

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