Il richiamo del cuculo di Robert Galbraith, Salani, 547 pg., 16, 90 € |
In compenso il resto è decisamente più sprint e si cede sin dalle prime pagine al fascino scontroso del protagonista, l'imponente, "hagridiano" Cormoran Strike, detective militare dal passato familiare ingombrante, con il cuore spezzato e una gamba lasciata in Afghanistan, che accetta per urgenti necessità economiche di investigare su un caso apparentemente già risolto. L'ambiente in cui deve imparare in fretta ad orientarsi, costantemente illuminato dai flash e assediato dai paparazzi, non ha nulla a che vedere con la disciplina e il rigore a cui è abituato, ma è anch'esso, a suo modo, un campo di battaglia, quello del fashion. Nel cuore di una nevosa notte d'inverno, Lula Landry, richiestissima supermodella, "la Nerfertiti della moda", precipita dal balcone del suo appartamento a Mayfair, esclusivo quartiere londinese. La vita di Lula è durata il tempo di un folgorante, insidioso giro di passerella, sotto gli sguardi di una front row di personaggi sospetti: stilisti, rapper, arrampicatrici sociali, eroinomani, avvocati e pezzi grossi della Londra che conta.
Con mio sommo diletto, la Rowling, passando dalla parte dei maghi a quella dei Babbani, non ha rinunciato al suo amore per i nomi parlanti. Cormoran è un gigante uscito a grandi passi dalle leggende della Cornovaglia, terra d'origine del protagonista, ed è inoltre interessante notare come i nomi del detective e della sua intraprendente segretaria interinale siano entrambi ricoperti di piume.* "Cormoran" ha solo una "t" in meno di cormorant, cioè "cormorano", animale di grandi dimensioni, non esattamente un bel vedere, ma capace di immergersi in gran profondità per catturare anche le prede più sfuggenti. Robin invece sta per "pettirosso", uccellino insospettabilmente spavaldo e curioso, ma assurto spesso anche a simbolo di rinascita e carità (per le leggende medievali, si macchiò il petto del sangue di Cristo nel tentativo di togliergli la corona di spine). E' chiaro, anche senza il gioco onomastico, che presto o tardi questi due inizieranno a tubare come piccioncini a primavera.
In questo esordio nel noir la scrittrice sembra voler scassinare dall'interno la gabbia dorata della celebrità, non perdendo l'occasione di lanciare accuse più o meno pungenti alla rapace stampa britannica, che tanto l'(ha) assilla(ta).
Il richiamo del cuculo non è un capolavoro, e sono convinto che J.K. Rowling possa fare molto meglio di così, ma la sua scrittura rimane sempre accogliente: quando non ti tiene col fiato sospeso, riesce comunque a intrattenerti piacevolmente. Non resta che aspettare le avventure successive (la prossima, The Silkworm, "il baco da seta"), sperando che per Cormoran Strike questo caso sia stato solo un riscaldamento.
J.K. Rowling voleva godersi la tranquillità dell'anonimato, ma un uccellino ha cantato. Illustrazione di Matt Blease per The Guardian. |
Se mi capita in libreria gli do un'occhiata per capire se è alla mia portata o troppo difficile... O troppo facile.
RispondiEliminaIl Robin è anche un simbolo del Natale in UK, infatti se ne vedono tantissimi sui bigliettini augurali.. Il cormorano no. :-P
Era il noir di cui ti parlavo ;)
EliminaComunque non so, io ho letto gli ultimi Harry Potter in lingua originale e mi è sembrato un inglese abbastanza ricco. Questo l'ho letto in italiano... sono alle prese con Wuthering Heights! :)