mercoledì 19 febbraio 2014

Sanremo 2014, sei acceso o sei spento?


I costumi sono da Carnevale, ma il clima è quaresimale.
"Raffy, ma lo sapevi che anche Umberto Saba e Dino Buzzati hanno iniziato con le recensioni di Sanremo?" ci ha tenuto a informarmi mia madre, che evidentemente non nutre grandi aspettative su di me e non intende in alcun modo mettermi sotto pressione. Come se questa edizione del Festival non mi desse già abbastanza pensieri. Non so a voi, ma a me il fatto che ci fosse Beppe Grillo in platea metteva addosso un'ansia terribile. Mi aspettavo che esplodesse da un momento all'altro come una bomba ad orologeria, iniziando a inveire e farsi venire un embolo come il Baffo delle televendite.
Scoprire grazie alla "testimonianza" di Pif, che il piatto tipico di Sanremo è il brandacujùn (nome oltremodo evocativo) e che in realtà "Sanremo" è una contrazione di "Sanromolo" è stato già abbastanza sconvolgente, ma a tutto questo è seguita un'escalation di angoscia: il sipario sospeso a metà, i due lavoratori che minacciano di buttarsi giù dalla balconata (non si capisce bene come siano riusciti ad arrivare fin lassù né come si siano potuti permettere un biglietto all'Ariston, perciò molti gridano alla farsa) e infine, una volta scampato il pericolo, si è aggiunto lo spavento di scorgere la Marchesa Del Secco d'Aragona che fa capolino tra Fazio e la moglie di De Andrè.
A portare sollievo comico, giunge in soccorso come sempre Lucianina Littizzetto, con i suoi passetti da geisha, conciata come un fenicottero e accessoriata con un fiorito balconcino in muratura e un cappellino per cui non oso immaginare quanti Fimbles siano stati spennati vivi.
Rompe il ghiaccio Arisa, con Lentamente: "cade una mela da un ramo" canta lei, ma intanto il suo décolletè, in continuo movimento tettonico, sfida ogni legge di gravità. Calimero ha scoperto le gioie del push-up. Poi, al momento di Controvento, che credo sia il flautato canto delle sue manie di persecuzione, si toglie anche le scarpe: prego, fa come a casa tua.
Almeno però Arisa sa cantare. Frankie Hi-NRG, atono, ripetitivo, noioso, annaspa con Pedala, che ha proprio il ritmo e la vitalità di una pedalata. In pianura, però.
Intanto mi immaginavo che Grillo si alzasse e cominciasse ad abbaiare furiosamente, ma è rimasto silenzioso anche di fronte al dolce vita nero alla Jean-Paul Sartre sfoggiato da Fazio al momento del siparietto con Laetitia Casta. "E' un'invitazione bellissima" dichiara quella che in conferenza stampa non ha fatto altro che vantarsi di aver imparato l'italiano alla perfezione. Poi Fazio inizia a cantare in qualcosa che somiglia vagamente al francese, e Grillo ancora tace. Solo friniscono i grilli.
La Casta, indecisa tra anni '30 e '50 si cosparge di colla e si rotola tra charleston e piume off white, di seguito si esibisce nel suo numero da cafè chantant con Ma 'ndo va se la banana non ce l'hai, per poi accompagnare Fabio nell'omaggio a Jannacci. Peccato che non si capisca una parola.
Anche questa volta il Grillo Urlante perde un'occasione perfetta per insorgere e far volare qua e là qualche vaffa alla casta e alla Casta.
Quanto al resto delle canzoni in gara: nessuna frase memorabile, nessuna vetta di poesia, nessun motivetto che riesca a tenerti sveglio. Raphael Gualazzi si presenta con The Bloody Betroots, un deejay che pare non esca mai di casa senza la maschera di Venom (ieri ha sfoggiato la versione glitterata delle grandi occasioni). Gualazzi, invece, non so proprio di quale supercattivo potrebbe vestire i panni. Nemmeno Joker, visto che quel suo sorrisetto perenne è più irritante che inquietante. Quando si lascia trasportare dalle suggestioni jazz e soul delle sue canzoni, chiude gli occhi e inclina leggermente la testa da un lato, come se limonasse col suo ego. Non credo abbia affatto bisogno di un alter.
E' dall'anno scorso che mi sforzo di capire a chi somigli, e finalmente ci sono riuscito. Non è un supercattivo, ma parliamo sempre di cartoni:

Mikey del cartone Disney Ricreazione e Raphael Gualazzi.
Il peggior sorriso di questo Sanremo non è quello della Casta.
Dei due pezzi di Cristiano De André ricordo solo l'ultimo verso (mi sono svegliato solo ad esibizione conclusa): "io mi aspetto molto da te", parole che suonano tristemente ironiche. Non capisco perché costringere i cantanti a proporre due brani se poi vince sempre il secondo. Nel caso di De André Junior, poi, la doppia performance è un supplizio bello e buono per chi ascolta.
A quel punto ero sicuro che Grillo si sarebbe deciso a saltare dalla poltrona e inneggiare alla rivoluzione, ma ancora niente.
Qualche brivido ce l'hanno regalato solo i Perturbazione, che sembravano un quartetto d'archi, prima che una specie di Vincent Cassel in tuxedo (e più simpatico) iniziasse ad  elencare il catalogo delle sue donne. Il gruppo dovrebbe chiamarsi Fornicazione.
Oltre alla Litty (per quanto anche lei un po' prevedibile), l'unica capace di dare una botta di vita a questo noiosissimo esordio era Raffaella Carrà, la Popstar dei Due Mondi, praticamente "Garibaldi col carré". Vestita da gladiatrice post-apocalittica, fa la sua apparizione insieme a uno stuolo di boys su tacchi a spillo, scopiazzando non so quanto consapevolmente Madonna. Il Carràrmato sfonda l'Ariston prima con una vera e propria Gaga-ta, poi con quello che è già il nuovo inno del geriatrash, con l'indimenticabile ritornello "Cha, cha, ciao, muchacho, ciao!", senza contare quel retorico "Sei acceso o sei spento? Sei acceso o sei spento?", che è un po' quello che ripetevo io al televisore mentre guardavo questa prima, fiacca puntata.

Meno male che c'erano loro...
Quanto agli altri ospiti e alle comparsate, per il Sanremo low cost sono stati riciclati volti già noti della Rai, rubacchiati a Che tempo che fa e Ballando con le stelle. Guest-star, direttamente dal dimenticatoio, Cat Stevens, che per fortuna ha cantato la splendida Father and son. Fazio gli ha persino chiesto di rimanere ancora un giorno a Sanremo, ma neanche allora Grillo ha reclamato a gran voce l'impeachment del presentatore.
Insomma, tanta ansia per nulla. Piuttosto delusione e sonnolenza.

8 commenti:

  1. Sanremo me lo sono risparmiata, anche se mi dispiace essermi persa il momento remake del tentato suicidio.. Comunque secondo me Luciana comincia ad annaspare. Oramai è schiava del suo personaggio, totalmente incapace di rinnovarsi. Da quando frequenta Fazio a me non fa più ridere.

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    1. In effetti questo Sanremo è un po' un déjà vu. L'edizione dell'anno scorso mi era piaciuta tantissimo, spero che ci sia una ripresa nelle prossime serate.

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  2. La Carrà che ha ballato ieri ha 71 anni. Io firmerei sin da ora.

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  3. Raffyyyy stavo proprio pensando a te stamani, la farà o no la recensione di Sanremo? Poi ho finalmente tirato un sospiro di sollievo alla visione del post, perché non c'è Sanremo senza Raffy!
    Comunque tornando al Festival, prima serata deludente e deprimente, ospiti buttati lì a caso ed inutili (vedi Castà). Si salva al solito Luciana, senza di lei Fazio è veramente un gatto attaccato ai testicoli.
    Secondo me una cosa non va in questo Festival: troppo intellettualismo, serve qualcosa di trash ecco.
    Rimandato a stasera!

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    1. Ahahahah grazie Ciuffo! :D Adoro confrontare le mie impressioni con le tue! Malgrado sia un po' fiaccato da lauree, febbri e quant'altro, non rinuncerei mai a gettare fango sul festival come ogni anno *___*
      Sono d'accordo su tutto comunque: il trash non basta mai!
      Buon Sanremo!

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  4. Stanno fioccando recensioni e commenti al Festival da tutte le parti, ormai lo si guarda per scoprire Quanto sarà deludente quest'anno... io ovviamente mi godo solo le vostre recensioni (per fortuna!) :-D

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    1. Ahahaha grazie Clyo! Una cosa è certa: ti annoierai sicuramente meno a leggerci che a guardarlo. :D

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