mercoledì 16 gennaio 2013

Dialoghi socratici alla fermata dell'autobus

Giuro che d'ora in poi mi presenterò alla fermata dell'autobus solo due minuti prima della partenza. Sì, perchè ho preso l'insana abitudine di piazzarmi lì, in barba al gelo, almeno mezz'ora prima, col rischio di beccarmi un raffreddore, o che mi si attacchi qualcos'altro. Tipo una vecchina logorroica, com'è successo oggi. 
E' iniziato tutto con un innocente "Che ora è?" e io, lo sventurato, risposi: "Le dieci e un quarto." Con un trucco vecchio come il cucco la vetusta signora mi ha intrappolato nella sua impenetrabile rete di parole, prima commentando, con aria saputa, i tragitti scelti di volta in volta dagli autisti, e poi lanciandosi in un interminabile, amaro bilancio della sua carriera di bidella presso l'illustre Liceo Classico Socrate di Bari. "E tu? Dove hai studiato?" domanda.
"Al Virgilio, Gioia del Colle."
"Ah, c'è un Liceo Classico anche lì?" si sorprende lei, rivolgendomi un sorriso sdentato e accondiscendente, quasi compassionevole. Era visibilmente dispiaciuta per me, che ero stato privato dell'onore di varcare la sacra soglia del Socrate. "Avevo dei parenti lì, a Gioia... ma poi si sono trasferiti in America... cioè, metà in Canadà e metà in America" butta lì, con aria vagamente nostalgica, ripensando al giorno in cui, ancora bambina, li aveva salutati al porto, sventolando un fazzoletto, e cercando di immaginare cos'avrebbero trovato lì, nel Nuovo Mondo, che qui non ci fosse già.
Sul viale della memoria, l'anziana signora rivisita insieme a me (ascoltatore involontario del suo incoerente monologo) i ricordi degli anni trascorsi tra le auguste aulee e gli ariosi corridoi del Socrate, dei ragazzi che ha visto crescere e maturare, ma soprattutto degli innumerevoli soprusi subiti dai colleghi
che facevano ricadere su di lei, la più anziana, i lavori più ingrati e pesanti. "Per tanti anni non ho potuto fare gli straordinari, perchè dovevo badare a mio marito, che stava sulla sedia a rotelle... poi, quando è morto (pace all'anima sua), me l'hanno fatta pagare... Ma la colpa era della Segretaria... loro, i miei colleghi, andavano da lei per chiedere delle ore di permesso e quella gliele dava sempre" mi racconta, gli occhietti neri fiammeggianti di rancore sotto le palpebre raggrinzite. "Non era cattiva... è solo che veniva dalle Scuole Elementari, quindi non capiva niente..."
Chiaramente.
Un collega, mi racconta, infervorandosi, arrivò persino a sottrarle euro cinquecento dalla borsa che lei, ingenuamente, gli aveva affidato.
Così, per quanto studenti adoranti, docenti genuflessi, e persino il Preside (!), l'abbiano supplicata di rimanere con loro, l'anziana signora è rimasta ferma nella sua decisione di ritirarsi a vita privata, delusa e disgustata dalla sozzura del mondo, una sporcizia ostinata che neanche lei, impavida Furia che brandisce terribile il Mocio Vileda, potrebbe mai scrostare. Non ha alcuna intenzione di tornare in quel luogo dove tanto ha patito. E si rifiuta anche di denunciare i torti subiti, decisa a chiudersi in un dignitoso silenzio. Lei, munifica matriarca che ha istruito, dall'alto della sua saggezza, generazioni di bidelli senza macchia. Lei che ha visto giovani virgulti crescere ed innalzare i floridi rami verso la Gloria ("Per cinque anni ho avuto anche il figlio del sindaco... era proprio un campanellino!"). Lei, che ha aspettato, paziente come Giobbe, che gli "scienziati" in visita nella scuola concludessero le loro deliranti conferenze su "la fine del mondo e altre scemenze", in modo da poter lustrare l'auditorium con pie libagioni di Ajax Pavimenti. Lei proprio non se lo meritava, l'ignobile trattamento ricevuto, amaro come cicuta.
Nel frattempo la fermata si fa gremita. I miei compagni pendolari (lavoratori, studenti, maniaci dello shopping...) mi rivolgono sorrisi solidali mentre annuisco stancamente davanti all'imperterrita oratrice. Nessuno, però, che abbia mosso un dito per salvarmi. Vigliacchi.
La signora ha continuato ad inveire a voce altissima contro la stolta Segretaria venuta dalle Elementari a sottrarle lo scettro e il titolo di genius loci del prestigioso Socrate.
Salito finalmente sulla navetta, riesco per un pelo ad evitare di sedermi accanto a lei. Poco prima di scendere alla sua fermata, però, la vecchina torna a salutarmi: "Vai all'università adesso? Io scendo alla prossima. Faccio un po' di spese. Ogni tanto incontro i miei colleghi, sai? Mi raccontano i fatti loro, i loro becchibecchi [credo intedesse "battibecchi", N.d.T.] e mi chiedono perchè non li vado mai a trovare. Ma io non ci vado. Nossignore. Non perchè ho rimasta offesa, eh... è che ce l'ho con la Segretaria."
Non so perchè a certa gente venga in mente di confidarsi con me. Non sono esattamente il tipo di persona che incoraggia le conversazioni tra estranei. Ho l'aria da seminarista, forse? O la faccia da psicologo? Che la loquace vecchina abbia visto la sua solitudine riflessa nei miei occhi irrequieti?
Probabilmente aveva solo voglia di sfogarsi e lanciare maledizioni contro la Segretaria, la sua balena bianca.
La guardo stringersi il coletto del cappotto attorno alla gola e scendere un po' traballante dai gradini, rifiutando gentilmente la mia offerta d'aiuto. Il suo vero nome è Santippe, la moglie irascibile, aspra e inflessibile, che, pur lamentandosi, borbottando e inveendogli contro ogni santo giorno, ha amato più di chiunque altro il suo ingrato Socrate.

12 commenti:

  1. ahahahahahahhaahahahhahahaahhaahahahhaahahhaahahah, noooooooo, non ci posso credere Raffy!!!
    Devi assolutamente fornirmi la descrizione dettagliata di questa signora per evitarla alla fermata!
    Al momento non riesco a ricordare qualcuno che mi abbia rivolto la parola in maniera così insistente, forse hai un fascino così irresistibile Raffy, che tutti desiderano parlarti! Al massimo mi chiedono gli orari dell'Amtab a Bari - orari che non posso sapere, non essendo di Bari - oppure se quel pullman passa da città improbabili della Puglia che magari si trovano su una rotta opposta...cmq,sì, quasi sempre orari. Ah no, bugia, l'anno scorso un signore anziano chiese a me e Francesco gli orari del pullman per Ginosa. Noi lo aiutammo a leggerli e lui iniziò a raccontarci la sua vita. Inizialmente mi sembrava una sitazione un po' comica, però di fronte agli occhi lucidi ed emozionati con cui il vecchietto ci parlava e ci incoraggiava sul futuro, l'ho trovato proprio tenero *_* poi era molto contento perche era venuto a fare un controllo al cardiologo e assicurarsi che era tutto nella norma, per un intervento che aveva fatto qualche anno fa...mado che cosa mi hai fatto ricordare! Comunque poi, dopo 20 minuti, arrivò il suo pullman per Ginosa e se ne andò:)
    Però se vuoi un consiglio per evitare gente che potrebbe rivelarsi pesante, portati un mp3/ipod/walkmen o simili...lo so che dando magari risposte secche e rificcandoti l'auricolare subito nell'orecchio potresti sembrare snob, ma almeno riesci a evitare situazioni imbarazzanti che ti constringono a dire le odiosissime frasi di circostanza;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ahahahaha rooibobina, anch'io ti chiedo sempre gli orari XD XD
      Ma se li chiedo proprio a te è anche per il tuo irresistibile fascino combinato a precisione e accuratezza. ;)
      Tenero il nonnetto ginosino *___*

      Elimina
  2. ma mammamia!!!!! credimi, c'è anche di peggio... il logorroico vicino di aereo... lì che accidenti ti inventi??? a me è successo e credo che la strategia migliore sia munirsi di auricolari e ascoltare o far finta di ascoltare della musica...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ahahahahah i vicini d'areo richiedono un capitolo a parte. Ma credo di avervi già parlato della cavallerizza-femme fatale che mi ha tediato per tutto il volo Bari-Zurigo: http://il-te.blogspot.it/2012/10/oslove.html

      Elimina
  3. Questi sono gli inconvenienti del viaggiare coi mezzi pubblici... ;-)
    Confesso che ripensandoci, mi fanno tenerezza certi personaggi...anche se riconosco che dopo una giornata di lavoro/studio l'idea di mettermi ad ascoltare le gesta eroiche altrui, mi fa abbondantemente girare le scatole!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, in fondo certi incontri fanno anche tanta tenerezza. Il problema è che questa dolce vecchina aveva un tono di voce altissimo, era questa la cosa più imbarazzante.

      Elimina
  4. non hai un tasto *help* sul cellulare che finge una chiamata a cui devi rispondere immediatamente?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ahah sì, ci ho pensato... ma la signora mi sembrava troppo sveglia. E poi comunque tra annuire imbarazzato davanti a tutti e dover simulare una telefonata immaginaria ma credibile, ho preferito la via meno impegnativa. Avevo sonno, tra l'altro, le mie doti istroniche erano sopite.

      Elimina
  5. Bravo Raffy! Se scrivo un libro, te lo compro (e io sono pure laureata!)
    Bravissimo, bella descrizione.
    :-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non è che per caso conosci un editore? XD
      Comunque grazie mille!!!!! *____*

      Elimina
  6. That is really attention-grabbing, You are an excessively skilled blogger.
    I've joined your feed and stay up for in the hunt for extra of your magnificent post. Additionally, I have shared your site in my social networks

    Also visit my weblog :: voyance

    RispondiElimina
  7. Nella mia lunga carriera di Utente Incosciente dei Mezzi ne ho incontrati numerosi di logorroici così ma tra tutti ricordo una vecchina tanto elegante che aveva dovuto recarsi all'ospedale da sola per i controlli. Ovviamente mi ha fornito una esaustiva quanto dettagliata sintesi della sua vita che neanche se fossi stata la sua biografa personale. Però era gentile: un incontro piacevole in confronto a certi altri tipici di pullman e treni... Forse dovresti scrivere un inventario a riguardo! Se viene così bene come questo post sarà divertentissimo.
    Mabel

    RispondiElimina

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...