giovedì 13 febbraio 2014

Ciccio mi graffia, graffiami Ciccio

Un post degno di Studio Aperto. Foto di Anny.
Oggi sento l'incombenza di affrontare temi di scottante attualità. Per esempio quanto siano teneri e carini i gattini.
Con San Valentino alle porte, ho deciso di gettare la maschera, darci un taglio con frasi trite e poco credibili come "è una festa commerciale", "single è meglio" o "per me è un giorno come tutti gli altri." Ammetto di essere verde d'invidia, e non mi sento minimamente in colpa ad augurare a tutte le coppiette innamorate di brindare con champagne tiepido.
Dopo aver festeggiato per anni San Faustino, riguardando su YouTube il lieto fine di ogni fiaba Disney, rileggendo i miei vecchi diari e trincando San Crispino direttamente dal tetrapak, ho capito che se noi gattari siamo single è perché cerchiamo partner che in qualche modo assomiglino ai nostri beniamini a quattro zampe: affascinanti, misteriosi, dal manto vellutato e cangiante, sfuggenti, opportunisti e sostanzialmente dei gran farabutti. Insomma, il/la classico/a tipo/a che su Facebook non ti degna di risposta anche se ha visualizzato il messaggio.
Ci struggiamo per uno sguardo di sufficienza e un minuto di coccole concesse come se fossero un enorme favore. Godiamo nell'essere sedotti e abbondonati. E' per questo che dalla notte dei tempi il gatto è il famiglio preferito di noi zitelli e zitelle, una specie di compagno/a in formato ridotto e più facilmente corruttibile.
C'è stato un tempo in cui avevo una dignità. Ma poi ho incontrato Ciccio, il gatto della mia amica Anny. O meglio, sarebbe più corretto dire che Anny è l'umana di Ciccio, visto che un bel giorno è sgattaiolato nella sua villetta e non si è mosso più di lì, divenendone praticamente proprietario per usucapione. Da allora si può dire che viviamo per lui.

Un ritratto di Ciccio in pieno stile Francis Bacon. O forse è solo una delle sue solite
scenate alla Naomi Campbell.
Anny, in particolare, ha preso sul serio il suo ruolo di gran sacerdotessa di Bastet, e si sta appassionando alla lettura di articoli e studi di dubbia attendibilità sul comportamento dei gatti, di quelli che realizzano sempre quei team di sfaccendati di qualche istituto americano mai sentito nominare (tipo l'Università di Wichita o Cincinnati), quelle ricerche scientifiche strampalate da cui la Littizzetto ricava le sue "notizie balenghe" ogni domenica sera e su cui si basano gran parte delle domande di Carlo Conti a L'eredità: "Raffy, ho letto uno studio secondo cui i gatti in realtà vedono noi padroni come gatti più grossi... ah, e lo sapevi che quando Ciccio rizza la coda in alto è perché è felice di vederti?" L'equivalente felino del nostro "alzabandiera."

In alto a sinistra, una selfie di Ciccio col suo "sguardo guercio" ispirato
a Il gatto nero di Edgar Allan Poe. A destra, Ciccio in agguato sull'armadio
di Anny con un sorriso inquietante da Stregatto. Più in basso,
Ciccio studia
interessato i pettirossi della carta da parati, poi contempla il mondo
dalla finestra. In basso a sinistra, un'espressione serafica da Prima Comunione. 

Qualche giorno fa sono andato a trovarlo ed era meravigliosamente acciambellato sul suo letto, un morbido cuscino naturale avviluppato nella sua stessa soffice coda da procione. Era di umore stranamente oblomoviano: se ne stava lì, immobile, gli occhi dorati in contemplazione del nulla. "E' un po' abulico oggi... non ha neanche mangiato molto" mi ha subito ragguagliato Anny, già all'apice dell'apprensione.
"Come si chiama?"
"Chi?"
"La bagatta che lo sta facendo soffrire! Chi è la sgualdrina?"
"Non lo so, Raffy, secondo me i suoi amici-mici randagi gli hanno voltato le spalle."
"Chi? Plutone e i gemelli?"
"Sì. Saranno invidiosi perché lui è amato, nutrito e coccolato..."
"Ma chi ha bisogno di loro, Ciccio? Adesso tu sei un Lord, non puoi mischiarti con i bassi fondi. Le differenze di classe non contano solo in quei film tutti uguali in cui la musica classica incontra l'hip-hop."
Intanto gli accarezzo il pelo vaporoso. Sento quasi il grasso invernale spalmarglisi sotto la pelle, ed è una sensazione b-e-l-l-i-s-s-i-m-a. E' praticamente una foca.
"Uh, Raffy, guarda, ti sta mostrando la pancia! Vuol dire che gli piaci! Ti fidi di zio Raffy, vero Ciccio?"
"Uh ciccioammoremeobellissimooo, mi stai mostrando la tua parte vulnerabile, eh, vero, amore? Vuol dire che ti fidi di me? Uh, cicciottinomiobelloquantotivogliobene!"
Basta che faccia le fusa, sgrani quegli aurei occhioni e inclini leggermente la testolina, che il mio cervello si riduce in gelatina, e comincio a tatineggiare come una vecchia zia. Prima o poi scriverò un post sui personaggi storici che si sono lasciati stregare dai gatti. Pensare che Peggy Guggenheim andava in brodo di giuggiole per i micetti, che Hemingway ne era talmente sedotto da non prenderli a colpi di fucile e che Dickens scriveva con un batuffolo di pelo a scaldargli i piedi, mi fa sentire un po' meno solo e stupido.
Ciccio intanto si lascia docilmente accarezzare là dove non batte il sole (il ventre candido, che andate a pensare?), ma dopo una mezz'oretta buona di pelo e contropelo, mi posa delicatamente la zampina sulla mano, come a dire: "Basta così. Adesso non ti sbilanciare."



"Odio i lunedì" (Garfield)
"Forse è meglio che rimandiamo l'intervista, Raffy. Non mi sembra molto in vena."
"Già, è in piena fase 'Bartleby il soriano'. Chiamami quando sarà meno apatico."
Così l'ho lasciato al suo spleen beaudelairiano e sono andato via, con la coda tra le gambe.
Ma non c'è voluto molto perché Anny mi telefonasse dicendomi che è proprio nel mood giusto per rilasciare delle scottanti dichiarazioni. Così ci siamo subito incontrati davanti a una tazza di tè e una ciotola di latte caldo.
Scusate l'emozione, ragazzi, ma non riesco ancora a credere di essere stato così fortunato da ottenere un'esclusiva. Non mi sentivo così nervoso da quella volta che Mara Venier venne come super-ospite alla Sagra della Cipolla Rossa e io, che facevo solo le elementari, ero stato incaricato di spiegarne le proprietà nutritive. Ricordo ancora il suo sguardo di bovina indifferenza...
Ma iniziamo subito con la prima domanda: come vi siete conosciuti?
A. Ciccio e io? Semplicemente si è intrufolato in casa mia e non ha voluto saperne di andarsene, del tutto indifferente alla mia allergia al pelo di gatto.
Anch'io avevo adocchiato già da un po' casa tua, Anny, e ho più volte lasciato intendere che avrei molto apprezzato la concessone di una stanzetta tutto per me, ma non avevo mai pensato di piazzarmici e basta.
C. Provaci: devi semplicemente rifiutare l'idea di non essere venerato.

Tre scatti che sintetizzano l'infanzia di Ciccio e il suo graduale
insediamento a casa di Anny: si passa dalla timidezza iniziale

alla subdola occupazione, fino all'aria spavalda dell'ultima foto:
"Ti sfido a non adorarmi!"
Grazie del suggerimento, Ciccio. Ancora più che una stanza a casa tua, Anny, ho sempre desiderato avere un gatto. Ho avuto solo una cricetina, Puka. Era un po' isterica, ma le volevo bene. Anche se onestamente ora non so se prenderei un animale. E' strano, ho sempre paura che mi muoiano in mano. Questo fatto che gli animali debbano morire mi fa un po' impressione. Nel bagno ho una spugna naturale ma non ce la faccio mica ad usarla: non riesco a smettere di pensare che un tempo era viva.
Ma veniamo a noi, come trascorre le sue giornate un gatto?
A. Oltre a dormire, rubare il baccalà lasciato a scongelare, mangiare e miagolare perché vuole mangiare, intendi? Be', si diverte a fare "il pane con le zampine", ma soprattutto adora rotolarsi. Si rotola continuamente avanti e indietro, da solo e in compagnia. L'ho sorpreso molte volte insieme ai suoi amici randagi, Plutone (un tenebroso gatto nero) e i Ramones (due gemelli non siamesi): tutti e quattro che si rotolavano come adorabili imbecilli nel bel mezzo della strada. E' un aspetto del comportamento animale cui non sono ancora riuscita a dare una spiegazione.
Immagino sia uno di quei misteri che da secoli eludono gli etologi. Un po' come quando mio padre muove convulsamente la gamba. Sembra il coniglietto spastico di Bambi.
A. Già, i padri e i gatti sono creature bizzarre. Ciccio ama così tanto rotolarsi che inizialmente avevo pensato di chiamarlo Rolly, ma per un bel po' è rimasto senza nome come il Gatto di Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany. Poi mio fratello ha deciso arbitrariamente per Ciccio.
Ti confesso che ho fatto fatica a farmelo piacere, come nome. Ma più lo guardo e più rendo conto che è un Ciccio. Non avevate considerato anche Botticelli, all'inizio, o sbaglio?
A. Sì, perché ha gli occhi dorati come i personaggi dei quadri di Botticelli.
Se è per questo anche i vampiri di Twilight.
A. ...
Uno degli aspetti più belli dell'avere un gatto, per me, è dargli dei nomi imbarazzanti che non potresti appioppare a un figlio. Da bambino battezzavo tutti i randagi del vicinato: c'era Veleno, Incubo, Cherubino, Pirra, Zefiro, Richmond (ero così fiero dei miei jeans a vita bassa con la scritta "RICH" a caratteri cubitali sul retrobottega!) Ma non ho smesso neanche da grande. E' da un po' che non vedo Ippopotamo, Porco e Latte-e-Cereali. Ah, e poi c'è Seduto. La prima volta che lo vidi era letteralmente spaparanzato "a gambe aperte", con la schiena poggiata al bordo dell'aiuola. Gli mancava solo una birra e il telecomando. Non so voi, ma io vado matto per i gatti che si siedono "a gambe aperte" come un grassone in canottiera che fa un tutt'uno con la poltrona davanti al Superball.
Scusate, sono un pessimo intervistatore: mi lascio prendere continuamente da digressioni nostalgiche. Adesso torniamo a te, Ciccio, che mi fissi vagamente disgustato. Ho un'ultima domanda: quali sono i tuoi progetti futuri? Non credi ci sia troppa concorrenza nello star-system dei gattini di Youtube?
C. La concorrenza non mi intimorisce. Internet è una grande lettiera: c'è spazio per tutti. E poi c'è un continuo ricambio generazionale di gattofili e gattari. Grumpy Cat, per esempio, è apprezzato dal pubblico più cinico, io invece mi ispiro all'eleganza e al portamento di un'altra grande star felina recentemente scomparsa, Colonel Meow. Però preferisco portare il pelo corto.
Grazie Ciccio per esserti aperto con noi. Sono certo che risentiremo parlare di te.

Okay, dopo un post del genere potete aspettarvi anche un articolo sulla gravidanza di Melissa Satta.

12 commenti:

  1. Anche io mi sono innamorata di Ciccio!

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    1. *-* e pensa che non è nemmeno tanto fotogenico secondo me...

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  2. ahahaha non so se sono più matta io che mi son letta tutta l'intervista o tu che l'hai fatta! Comunque simpaticissimo come sempre.
    Il mio pezzo preferito però è questo:
    "ho capito che se noi gattari siamo single è perché cerchiamo partner che in qualche modo assomiglino ai nostri beniamini a quattro zampe: affascinanti, misteriosi, dal manto vellutato e cangiante, sfuggenti, opportunisti e sostanzialmente dei gran farabutti. Insomma, il/la classico/a tipo/a che su Facebook non ti degna di risposta anche se ha visualizzato il messaggio."
    Mi sa che hai dannatamente ragione!

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    1. Ahahahahah la seconda che hai detto :P
      Comunque sono contento che tu ti sia riconosciuta in quella mia riflessione alla Carrie Bradshaw... era un pensiero che mi frullava in testa già da un po' :3

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  3. Ahahahahah Raffy! Fantastico! Grazie per la cogliona gratuita!!!!! Mi vendicherò un giorno!
    Comunque Ciccio ti ringrazia dal profondo del suo piccolo cuoricino, per averlo ritratto con tanta bravura e ovviamente ringrazia anche tutti i tuoi followers che hanno speso e scenderanno dolci parole per lui <3 ciccio si ricorderà di tutti gli ammiratori che lo hanno supportato agli albori della sua carriera di gatto star!

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    1. Ahahahahah notata anche l'autoironia? È inutile siamo del tutto rimbambiti per quell'adorabile bestia! *-*
      Tra un po' vengo a spupazzarmelo Ciccio <3

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  4. Ahahah...questo gatto è nato per stare davanti alle telecamere!
    Io non sono una gattofila, ma apprezzo il suo manto grigio "freddo"... (disse la Crudelia DeMon dei poveri)

    Ovviamente scherzo (o forse no)

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    1. Ahahahahah ma anch'io un manicotto me lo farei *____* Scherzo, me lo tengo vivo e vegeto attorno al collo come una sciarpa *-*

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  5. Venerare Ciccio...Venerare Ciccio...Venerare Ciccio...io non sono una gattara e preferisco i cani, ma è obiettivamente impossibile sottrarsi all'imperioso ordine "VENERAMI" che dalle foto arriva fin dentro la mia cameretta romana!

    Vale A

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    1. Ahahah non avevo dubbi che preferissi i cani! Tu sei una giovane donna decisa ed energica, non come me, che passo la vita in pigiama e a 22 anni mi sento il fratello sfigato di Bridget Jones ;)
      Eppure sono contento di saperti non del tutto indifferente al fascino ipnotico di Ciccio ;)

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  6. Raffyyyyyyyy ^_^ ahahahahahhahaah troppo bello questo post, finalmente l'ho letto!!! Ciccio è stupendo, dolcissimo... che occhioni e che musetto! Adorabile! <3 Comunque tu devi prendere un gatto, si vede che li ami, prendilo e non te ne pentirai! Ti cambiano la vita, credimi.... presto ti invierò la foto di Manolo :D Bacione e buon weekend! :**

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    1. Ahahahahahah se dipendesse da me! Ma prima di adottarne uno dovrei trovarmi un lavoro e comprarmi casa :)
      Ti ringrazio, un buon weekend a te! Aspetto le foto di Manolete! :*

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