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mercoledì 8 agosto 2012

"La collina dei conigli" di Richard Adams

La collina dei conigli
di Richard Adams, BUR,
432 pg., 12,90 €
Estate, tempo di letture sotto l’ombrellone… e per la serie “Le Copertine più Imbarazzanti da Esibire in Spiaggia”, propongo La collina dei conigli di Richard Adams, un solenne romanzo epico “a metà strada tra Tolkien e Orwell” (ma io ci metterei nella mischia anche Omero e Virgilio).
A dispetto del titolo poco accattivante (non che l’originale, Watership Down, sia granché), si tratta di un classico della letteratura moderna, un piccolo capolavoro scritto da Richard Adams negli anni ’70 e ora messo a scongelare sugli scaffali delle nostre librerie (gli arcaismi e i dialettismi della traduzione italiana, però, lasciano a desiderare).
Guerre, vendette, ire funeste, inganni ed enigmatiche profezie: gli ingredienti sono quelli di un poema epico, ma i protagonisti, come avrete ormai intuito, sono dei conigli.
Okay, aspettate un momento… non andate subito via.
Non si tratta di una favoletta piena di animaletti parlanti e un po’ rimbecilliti in stile Hamtaro – piccoli criceti, grandi avventure. I conigli di Adams non sono coniglietti dalle code vaporose che ballonzolano distribuendo ovetti pasquali ai bambini o le leziose bestioline che popolano le favole di Beatrix Potter, ma animali selvatici, tosti, astuti, che lottano con gli unghioli e con i denti per la sopravvivenza. Animali che se le danno di santa ragione, neanche fossero Bud Spencer e Terence Hill.
Adams sì che sa come far sentire qualcuno un coniglio. Bastano poche pagine, e le tue gambe fresche di ceretta si trasformano in lunghe e agili zampe impellicciate. Inizi a correre, e a balzare fulmineo nelle sterminate campagne dello Hampshire, col cuore che dà il ritmo alla tua corsa. E i tuoi sensi sono più veloci delle tue zampe: le tue narici captano il tanfo della volpe nascosta dietro quel cespuglio di viburno, le tue orecchie odono gli zoccoli di un cavallo al trotto da chilometri di distanza. Pochi righi, e sei un coniglio.
Richard Adams apre le porte di un mondo sconosciuto, più vicino alla terra, e fa dei conigli un popolo valoroso, di cui ricostruisce religione, mitologia, cultura e persino linguaggio.
I protagonisti sono figure archetipiche, come il Profeta Inascoltato, la vox clamantis in deserto, ovvero l’esile ed etereo Quintilio, che prevede la distruzione della sua conigliera, e come Cassandra, non viene creduto, se non da pochi, come suo fratello Moscardo. Quest’ultimo è la Guida, la reincarnazione conigliesca di Enea, l’eroe della moderazione, che condurrà via da Troia in fiamme i suoi compagni e li guiderà verso la nuova terra, promessa dagli dèi, dove vestirà i panni di Romolo e darà il via ad un vero e proprio Ratto delle Sabine, per dare inizio ad una nuova, gloriosa dinastia. Ma insieme a loro c’è anche il fiero e indomito Achille, che qui è il forzuto coniglio Sglaili. E Orfeo, il poeta che ammansisce le belve con la sua cetra, qui interpretato dal cantastorie Dente di Leone. E non manca l’ingegnoso Odisseo, dai mille espedienti, nascosto sotto la pelliccia del sagace Mirtillo.
Infine, il coniglio primigenio, quello di cui parlano tutte le leggende: El-ahrairà (“Il Principe dei Mille Nemici”), un po’ Robin Hood, un po’ Prometeo, un po’, ancora, Ulisse. Un trickster che ricorda il Br’er Rabbit della cultura afro-americana, l’astuto coniglio che riesce a farla in barba al leone. E' con questo personaggio avvolto da un’aurea di sacralità, Adams dà corpo al messaggio fondamentale del romanzo: la supremazia della mente sulla forza bruta.

Se avete dato un’occhiata ai quattro episodi della Guida semi-seria alle lingue inventate e/o segrete, saprete quanto io ami le lingue artificiali. A queste si va ad aggiungere il Lapino (dal francese lapin, “coniglio”), la lingua inventata da Adams per questo romanzo, che ha solleticato la mia vanità con la parola, “principe, sovrano”. Si tratta di una lingua estremamente fluffy (o così almeno la definisce il suo creatore), apparentemente influenzata dal gaelico e dall’arabo. Chi dovesse essere interessato, può cliccare su "Continua a leggere..." e consultare il piccolo glossario lapino-italiano per parlare con i vostri amici conigli o per insultare i vostri amici umani senza farvi capire (Siflai hraka, u embliri rà: "mangia la cacca, re dei puzzoni!")

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