mercoledì 15 febbraio 2012

Guida semi-seria alle lingue inventate e/o segrete (seconda parte)

 

Anche oggi prosegue il nostro itinerario nell'affascinante mondo delle lingue artificiali! Questa volta, come anticipato, ci avventuriamo nei piani bassi della torre di Babele... quelli dedicati alle lingue segrete e malfamate parlate solo da una ristretta élite clandestina.
Innanzitutto, ho provato un grande moto di orgoglio nel constatare l'incredibile creatività linguistica dei criminali di tutta Europa...
La lista dei dialetti segreti usati in passato (almeno dal Quattrocento in poi) dalla malavita europea (e qui parte l'Inno alla Gioia a palla) è interminabile: dal Thieves' cant, parlato dai criminali inglesi, al Gergo furbesco dei lestofanti italiani (chissà se gli evasori lo parlano ancora...), dal Rotwelsch dei furfanti tedeschi (sì, perchè anche i tedeschi ogni tanto sbagliano, meine liebe Angela) al Germanía dei picari spagnoli, dal Fenya dei venditori ambulanti russi all'Argot di clochard e malfattori francesi (ne parla anche Victor Hugo).
Mi urge precisare, però, che nei bei vecchi tempi sotto la categoria di "criminali" ricadevano anche gentiluomini e intellettuali di tutto rispetto come Oscar Wilde, finito in prigione solo per via del suo innocente "vizietto", perciò non c'è da stupirsi se anche gli omosessuali di tutto il mondo hanno dovuto (e, in molti casi, devono ancora) studiare stragemmi, sotterfugi e codici segreti pur di vivere la loro affettività senza avere guai con la legge (insomma, come oggi in Italia, dove i poliziotti arrestano le coppie gay che si baciano davanti al Colosseo, la Mediaset censura il bacio lesbico di Marissa in O.C. e Sua Santità Ratzinger inveisce contro i sodomiti sfoggiando intanto i suoi luccicanti mocassini rossi firmati Prada neanche fosse Judy Garland ne Il mago di Oz).
Ma ora sto decisamente divagando...
Come dicevo, una delle lingue segrete più originali e fantasiose è il Polari (o Palare), parlato da attori, artisti circensi, mercanti, delinquenti e prostitute/i, ma soprattutto dagli omosessuali inglesi. Si diffuse in particolar modo a Londra dalla fine dell'Ottocento al 1967 (quando l'omosessualità venne depenalizzata con il Sexual Offence Act), emergendo da un'ammucchiata di altre lingue, tra cui italiano (Polari deriva proprio da "parlare"), spagnolo, occitano (un ibrido di spagnolo e francese), yiddish (dialetto parlato dagli ebrei tedeschi), romeno, cockney (è il dialetto di Londra, non ha niente a che vedere con le zozzerie a cui avete pensato leggendo cock), lingua franca (il gergo dei mercanti del Mediterraneo) e chi più ne ha ne metta.
Appreso questo linguaggio, bastava poco per capire chi appartenesse alla parrocchia e chi no (molto meglio che girare chiedendo ai passanti informazioni sulle loro preferenze sessuali, col rischio di beccarsi un pugno nello stomaco o una denuncia). A rovinare la festa, però, giunse alla fine degli anni '60 la comedy radiofonica inglese Round the Horne. Tra i suoi personaggi, infatti, i più popolari era una coppia gay, Julian e Sandy, che parlottava quasi tutto il tempo in Polari, rendendolo familiare a milioni di ascoltatori. Insomma, Hugh Paddick (Julian) e Kenneth Williams (Sandy) divennero da quel momento in poi dei reietti. La comunità omosessuale (come riporta amaramente il diario di Williams) non li perdonò per aver spifferato ai quattro venti il segreto del Polari, che nessuno si azzardò più a parlare.
Ultimamente, però, molti linguisti si sono interessati a questo affascinante dialetto, e non solo loro. I fan degli degli Smiths probabilmente conosceranno l'album da solista di Morrissey Bona Drag, che include una canzone in Polari, Picadilly Palare (So bona to vada...oh you! Your lovely eek and your lovely riah, "E' così bello vederti... il tuo adorabile viso e i tuoi adorabili capelli"). Il Polari compare, con tanto di sottotitoli, anche in Velvet Goldmine, film sul glam rock con Jonathan Rhys Meyers e Ewan McGregor. Qualche pazzo ha avuto persino la geniale (e blasfema) idea di tradurre in Polari nientepopodimenoché la Sacra Bibbia, che potete trovare all'indirizzo http://www.thesisters.demon.co.uk/bible/ (basta dire che "Dio" in Polari si dice Gloria).
Ma come suona il Polari? La base è l'ingese, infarcito di parole buffe. Le più famose sono sicuramente bona, "buono/a, bello/a" e fantabulosa, unione di "fantastico/a" e "favoloso/a", termini che si possono ancora trovare sulle insegne di qualche vecchio negozietto inglese, ma ce ne sono molte altre come omi, "uomo", palone, "donna", bijou, "piccolo" (dal francese "gioiello"), naff, "insipido", "orrendo" o "eterosessuale", so, "omosessuale" (Is he...so?, "E'... così?"), ogle, "occhi", lallies, "gambe", martinis, "mani", eek, "viso", riha, "capelli" (non è altro che hair scritto al contrario), drag, "vestiti", manjaree, "cibo" (dall'italiano "mangiare"), vada, "vedere", vogue, "sigaretta" (dalla lingua franca fogus, "fuoco, fumo"), troll, "girovagare", ma anche "battere le strade", dilly boy, "ragazzo che si prostituisce" e una serie di parole a sfondo sessuale che scriverò in bianco e che leggerete solo a vostra discrezione evidenziandole con il cursore, cioè basket, "pacco" (nel senso di gonfiore sospetto nei pantaloni), cartso, "pene" (sì, deriva proprio da "cazzo"), colin, "erezione", "eccitazione" (non so da dove venga tutta questa pruderie da seminarista). Qui e qui trovate dei pratici dizionarietti Polari-inglese per poter straparlare liberamente nei pejori pub di Soho.
Ad ogni modo il Polari non è affatto un caso isolato. I linguisti includono nelle cosiddette Lavender linguistics (la Linguistica Lilla, colore simbolo dell'omosessualità, perchè a metà strada tra rosa e celeste), decine di dialetti segreti gay, diffusi soprattutto nei paesi in cui la sessualità non era o non è vissuta liberamente. Tra i più curiosi, il Gayle, parlato in Sudafrica: Varda that Beulah! She's a chicken and probably Priscilla and I don't need Jennifer Justice in my life right now, "Guarda che bellezza! E' giovane e probabilmente un poliziotto e non ho proprio voglia di mettermi nei guai con la giustizia ora..."
Sì, esatto, "polizia" si dice proprio Priscilla, mentre in Polari viene chiamata Lilly o Lilly Law. Non so quale dei due appellativi mi faccia ridere di più... chissà poi che grasse risate si faranno i poliziotti, anche.
Altro slang decisamente buffo è quello parlato dagli omosessuali filippini, lo Swardspeak, che unisce al tagalog (lingua filippina), all'inglese, allo spagnolo e al giapponese nomi di celebrità e brand commerciali che ricordano altre parole. Per esempio, Pocahontas, simile alla parola tagalog pokpok, significa "prostituta", Barbra Streisand (che richiama il tagalog bara) significa "bloccare", mentre Murriah Carrey (come il tagalog mura) sta per "economico, cheap". Indovinate però come si dice "agghindarsi, cambiarsi d'abito in modo da essere più chic"? Si dice Optimus Prime o Jesus Christ Super Star, perchè si tratta di una "trasformazione" vestiaria à la Transformers o di una vera e propria "resurrezione" modaiola...

Guida semi-seria alle lingue inventate e/o segrete (prima parte)
 Quali sono le più famose lingue artificiali? Chi sono i colanger?
E perché hanno così tanto tempo libero?



Guida semi-seria alle lingue inventate e/o segrete (terza parte)

Che lingua parlano i Sims? La risposta a questa e altre domande (che probabilmente non vi sarete mai chiesti) nella terza parte della Guida!
 

4 commenti:

  1. Oh bellissimo! Che parole curiose e interessanti! Alcune sono davvero comiche comunque XD
    che dire? ahaha sei un fenomeno quando si tratta di fare ricerche sulle "cose più strane e curiose" (la citazione la devi per forza riconoscere!)
    I lavori di Morrissey solista mi mancano ancora, ecco perchè non conoscevo Picadilly Polare) ma mi hai dato uno spunto per approfondire le mie conoscenze musicali! Credo proprio che ascolterò Bona Drag :)
    A proposito di 'drag' esiste una canzone omonima dei Placebo, ma forse non si riferisce al polari...mmm
    in ogni caso, davvero interessante questo post!:)

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    1. "Ho le cose pià strane e curiose, non ho nulla da desiderar! Vuoi un come-si-chiama? Io ne ho venti..."

      Ahaahaha bobo sono contento che il post ti sia piaciuto. In più, mi compiaccio anche degli inaspettati effetti didattico-culturali!
      Credo che la canzone dei Placebo faccia riferimento al significato inglese tradizionale di "drag", cioè "trascinare".
      Un bacione cuore e grazie :*

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  2. Wow, sono davvero impressionata da questo post! E'così bello scoprire cose bizzarre e particolari come queste! Conosco Bona Drag che fu il primissimo album da solista di Morrissey, e conosco le canzoni più significative dell'album, ma non credevo che dietro questo titolo che onestamente mi è sembrato strano sin dalla prima lettura (d'altronde si parla di Morrissey, mica di un Bieber qualsiasi...) si celasse addirittura una lingua sconosciuta ai più, che per natura e vocazione potrebbe benissimo essere accostata ai codici con cui interloquivano i più illustri membri di società segrete. Visto che hai una vera e propria passione per questi strani idiomi, ti consiglio di fare una ricerca sull'hopelandic, una lingua inventata e ispirata alle lingue nordiche di cui il gruppo islandese Sigur Ros fa molto uso nelle sue canzoni.
    Detto ciò, vado a risentirmi Bona Drag! ;)
    -Cloud-

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    1. Sono felice che questo post ti abbia interessato!!! :D Mi sono divertito molto anch'io a scriverlo e a fare ricerche...
      Comunque avevo sentito qualcosa in proposito ai Sigur Ros... pensavo che la Guida alle lingue inventate fosse ormai finita, ma non posso escludere un quarto episodio! :D Mi hai dato un'idea...

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