sabato 16 febbraio 2013

Cosa mettono nel caffè a Sanremo 2013?














Anche il terzo e quarto appuntamento con il festival chez Fabieau et Lucianà sono trascorsi, a ritmo del trotto di Lucianina Littizzetto che, ormai perfettamente a suo agio sui trampoli, vanta un portamento degno del cavallo rampante della Rai.
Se gli abiti delle cantanti in gara migliorano leggermente di serata in serata, non si può dire lo stesso degli abiti della padrona di casa, dall'impermeabile trasparente che ha indossato a San Valentino, una specie di serra semovente, al coprispalle fior di pixel che ha sfoggiato ieri sera, tra l'altro abbinato a una camicia da notte premaman. In occasione dell'amarcord di Sanremo Story, poi, ha voluto giocare anche col vintage, vestendo i principeschi panni anni '50 di Nilla Pizzi (solo due anni prima di quel Sanremo il cinematografo proiettava Cenerentola, e si vede) e infine l'accappatoio celeste polvere di Caterina Caselli, di cui riproduce anche la capigliatura da paggetto rinascimentale, meglio conosciuta come caschetto alla Fantaghirò. Che poi, se vogliamo dirla tutta, è anche lo stesso hair-style di Johnny Depp nel ruolo di Willy Wonka. Quanti echi intertestuali può evocare un'orrenda acconciatura!
Anche in queste due serate, naturalmente, non potevano mancare gli ospiti. Il piano è andato forte, prima con l'enfant prodige Leonora Armellini e poi con lo straordinario juke-box pianistico di Stefano Bollani. Anthony and the Johnson, imbacuccato in una specie di poncho e con i capelli che evidentemente non hanno mai provato la spumeggiante ebbrezza di uno shampo come si deve, ci ha regalato con la sua voce grandissime emozioni. Emozioni emo, ma pur sempre emozioni. Tra la sua nenia e l'intervista anestetica a Roberto Baggio non so come sia riuscito a rimanere sveglio. Ah, sì, lo so: mi ha svegliato un do di petto di Albano, che ha fatto il suo ingresso trionfale all'Ariston in compagnia di una badante d'eccezione, Laura Chiatti. Dopo aver fatto un paio di flessioni (come se non avessimo già una vaga idea della prolifica forza dei suoi lombi), si è esibito, per la felicità del pubblico antediluviano di Rai Uno, nei suoi più grandi successi. L'Ariston si è presto trasformato in un karaoke da harakiri, con la Chiatti e Fazio che ballavano la quadriglia, facendo avanti e dietro dal backstage. Capisco d'altronde l'imbarazzo della Chiatti, che, dopo aver urlato ai quattro venti di voler cantare uno straccio di canzone, si vede appioppare il duetto con Albano. Era visibilmente combattuta tra il desiderio di godersi quei cinque minuti di visibilità e l'atavico istinto di nascondersi e salvare la faccia: faceva un po' come la bella villeggiante che prima si fa trascinare in pista (di malavoglia) dall'animatore marpione del villaggio vacanze, e poi, alla prima occasione, fugge via alla chetichella.
In ogni caso, in quanto pugliese, Albano mi ha profondamente deluso: mi aspettavo che cantasse anche la splendida Telenorba ("Con Teeelenorba non sarai mai sooolo!")
Sempre più protagonista, fortunatamente, la nostra amatissima Lucy in the sky with diamonds. E' riuscita a ottenere l'ultimo ingrediente del filtro d'amore con cui sogna di conquistare il cuore del dolcissimo Beppe Vessicchio, convincendolo a farsi tagliare un ciuffetto di barba (infilato in una bustina di plastica e poi riposto come una sacra reliquia nel décolleté, accompagnando il gesto con versi orgasmici: "Il massimo dell'erotismo!"). Poi si è data alle danze per la lotta contro la violenza sulle donne, bellissima iniziativa che ha fatto ballare il pianeta. La totale mancanza di senso del ritmo di Lucianina era di una tenerezza che scalda il cuore. Infine, la Litti è riuscita anche a tenersi l'Ariston tutto per sè, quando Fazio si è dovuto allontanare un attimo per unirsi alla famiglia di Mike Buongiorno, in occasione dell'inaugurazione della statua a lui dedicata (e qui devo fare un grosso sforzo per non mettere nero su bianco l'ignobile battuta che mi è venuta in mente in quel momento, qualcosa riguardante statue viventi, la moglie di Mike e il silicone... a volte odio avere una coscienza!).
Approfittando dell'assenza di Fabio, Lucy si è messa comoda, indossando un pigiama di raso nero col colletto di strass, e ha dato il via libera a Rocco Siffredi e agli Umpa Lumpa scatenati di Elio. Dalle Storie Tese, francamente, mi aspettavo un accompagnatore di maggior spessore, benché non si possa negare che Rocco, in fatto di cose tese, abbia una certa autorevolezza.
Peccato che Lucy sia dovuta passare dai brividi felini dell'incontro con Siffredi al bacio gusto Algasiv di Pippo Baudo. Meglio una pippa in solitaria (forse non avrei dovuto scrivere neanche questa battuta). Prima Cutugno, poi Albano e infine Pippo: gli ospiti da ospizio sono stati premiati con il chiaro intento di tenerli contenti. Com'era prevedibile, Pippo l'ha presa per le lunghe con i suoi aneddoti di storia sanremese, raccontando di come abbia dovuto lui stesso colorare coi pastelli ogni singolo fotogramma delle prime edizioni a colori di Sanremo, perchè il technicolor all'epoca costava troppo.
Sulla scia di ricordi più freschi, ma decisamente dolorosi, sono ritornati sul luogo del delitto anche i "figli di", ovvero i figli d'arte che condussero la disastrosa edizione del 1989, riassumibile in una parola: papere. Senza papaveri, solo papere. Gaffe e strafalcioni come se piovesse. Tra tutti gli eredi presenti sul palco - Rosita Celentano, Danny Quinn, Gianmarco Tognazzi e Paola Dominiguin - io mi soffermerei un attimo su quest'ultima, figlia degenere di Lucia Bosé, che ha osato riesumare un abominevole abito verde speranza. La speranza di non vederlo mai più. Dico io, Paola, hai una sola possibilità nella vita di tornare sul palco dell'Ariston e fare ammenda... e tu che fai? Ti vesti come un arbre magique alla menta piperita? Con quelle scarpe a punta? Per non parlare dei capelli! Scommetto che il figlio di Ugo Tognazzi non era l'unico a portare la parrucca.

Sono tutti figli di grandi artisti. Purtroppo nessuno di loro è figlio di stilista.
 Ma veniamo ai big, che ieri hanno interpretato hit storiche del festival, a partire da Cos'hai messo nel caffè? con Malika Ayane. Lei era vestita di nero per la terza volta consecutiva, ma a portare un po' di "arcobaleno" gaio sul palco ci hanno pensato i due ballerini, che la toccavano, le si strusciavano addosso e, infine, l'hanno coinvolta in un nostalgico balletto.
Parlando di colori, Emma Marrone non poteva fare a meno di degnarci della sua presenza anche quest'anno. Ripudiati i Modà, accompagna l'amica Annalisa in Per Elisa. Sarà stato il suo vocione cavernoso, la mise da ninja, o forse la capigliatura da ananas... ma non sono riuscito a resistere alla tentazione di disattivare l'audio del televisore e farmi una partita a Fruit Ninja.
Gli Almamegretta, intanto, affumicano la via Gluck ("Fate crescere l'erba!"), Daniele Silvestri continua a percorrere la via della "gigioneria" con l'omaggio a Dalla, e Mengoni, con Ciao amore ciao, si commuove fino a sbavare: hanno dovuto mettere il cartello "pavimento scivoloso", come se non bastasse il pericolo caduta massi dalla famigerata scalinata.
Raphael Gualazzi ha scelto Luce di Elisa. Altre canzoni proprio non ce n'erano. Che ne so, magari Papaveri e papere... o la sempre attuale WWW mi piaci tu. In ogni caso il brano era irriconoscibile. Difficile a credersi, ma era anche più brutto dell'originale. Elisa si sarà rivoltata nel bozzolo. Le sarà andata di traverso la rugiada. Avrà gridato come un'ossessa per i boschi, ululando di rabbia come il vento tra gli alberi.
Avete notato che Gualazzi non parla mai? E se parla, lo fa con una vocina sottile da moribondo? Ma tienitela, la tua voce preziosa! E' rimasto traumatizzato da La Sirenetta.
Simona Molinari insiste nel tirar fuori dal guardaroba abiti catarinfrangenti che neanche Pamela Prati al Bagaglino. Ha scelto, mancando di modestia, di cantare la sensualissima Tua con l'unico scopo di sottolineare la sua oggettiva sensualità. Secondo me nasconde qualcosa. Ci dev'essere del tenero tra lei e Peter Cincotti, altrimenti perchè si sarebbe dovuto sciroppare cinque serate a Sanremo? Dopotutto il mondo è pieno di gente che sa suonare il pianoforte e lanciare di tanto in tanto un "Oh I need you back!"
Ma arriviamo al primo verdetto di questo festival, il vincitore della categoria Giovani, decretato dal pubblico e dalla Giuria di Qualità (non mi spiego la presenza di Paolo Giordano, visto che si parla di qualità). Ho temuto che vincessero i Blastema, che sembrano usciti da Warm Bodies (il nome del gruppo, tra l'altro, mi ricorda un'imprecazione e al contempo un dispositivo medico, se non una patologia grave). A salire sul podio, però, è stato lo scimmiesco Antonio Maggio, rigurgito acido della prima edizione di X-Factor (era il leader dei presto dimenticati Aram Quartet), con la sua canzonetta irritante, i sorrisi inquietanti, gli schiaffi auto-inflitti e le preghiere masochiste: "Fammi male, fammi male!" Ma molto volentieri!
Mi piacerebbe sapere, poi, che significa la frase "Infondo mi è anche piaciuto, a mena dito". L'ingiustificata aggiunta di "a mena dito" sarà il grande mistero di questo festival.

Osare: lo stai facendo nel modo giusto.
Ben più interessanti le proposte di Renzo Rubino (di cui ho già parlato) e di un'altra ex-factor, Ilaria Porceddu. Coraggiosa e originale la scelta del ritornello in sardo, intrigante il testo della sua In equilibrio, onirico e dichiratamente ispirato a Fellini. Senza contare che la Porceddu, con i suoi sognanti abiti circensi, ha trionfato là dove ben più illustri ospiti hanno miseramente fallito: questo Sanremo finora è stato un corteo funebre di eleganti ma banali abiti neri. La cara estinta è stata l'originalità. Confido in Bianca Balti, super-star di questa serata, anche se, in un'invervista, ahimè, l'ho sentita parlare di sobrietà. Ma la sobrietà uno se la conserva per il colloquio con i professori a scuola, non per l'Ariston!
Tutti incollati allo schermo per la finalissima: solo per questa sera, Sanremo continua!


10 commenti:

  1. d'accordo su tutto...io tifavo per la porceddu, unica dalla bella voce e dal testo originale. 1 sorriso

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    1. :) Grazie, un sorriso anche a te! Sono contento di trovarti concorde

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  2. Grandissimo Raffy, come sempre :)
    Pure a me piaceva Ilaria Porceddu e Rubino, senza dubbio meglio di quello che ha vinto. Che canzone scema e insipida!!! Vabe ormai, sospendo il giudizio sui vincitori degli ultimi festival, come anche sugli abiti scelti da quasi tutti quest'anno. Anche io confido in Bianca...ma trattengo le mie aspettative.
    Comunque una curiosità sul nome 'blastema': quanto al termine medico non sei andato lontano perchè in embriologia si usa per indicare un gruppo di cellule indifferenziate che poi danno origine ad abbozzi di organi :) :)

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  3. Ahahhaha bobo continuiamo a essere d'accordo! :D
    Cmq lo dicevo io che suonava come medichese.... :P
    Stasera la finale ce la vediamo insieme?

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  4. ahah oddio adoro il racconto del momento Albano al festival! <3
    Sono d'accordo su Gualazzi, preferivo cantasse WWW mi piaci tu (che pezzo epocale quello!). Alla fine avrebbe reso vecchio anche quel pezzo, è un re mida della geriatria!

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    1. Grazie :D Albano è un pezzo di cuore... Quando ruggisce la Puglia trema.
      Raphael Gualazzi è ancora peggio...:)

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  5. Attenzione Raffy, che se ti leggono in RAI ti riservano un posto in prima fila per i prossimi 20 San Remo e non sempre sono condotti da Fazio..
    Concordo con te su tutta la linea, la Littizzetto veste in modo pessimo, a questo punto meglio il sempre-nero di Malika Ayane. Una parentesi sui 'figli di': ma quale sarà il vero motivo che ha spinto gli autori ad invitarli? Una grande figuraccia....
    Bravo! Ottima critica.
    Buona ultima serata

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    1. *_____* ma grazie!!! Io l'abbonamento ventennale all'Ariston lo gradirei, anche se in realtà il mio obbiettivo è diventare opinionista fisso nel salotto della Marona Venier :D
      Lucy veste malissimo, ma francamente, visto la sua simpatia e il suo personaggio, ci sta anche il vestito ridicolo... me la prendo molto di più con ragazze come Simona Molinari che è una strafiga pazzesca e si mette addosso della roba da museo degli orrori.
      Quanto ai figli di, non ho capito neanch'io il reale motivo della loro presenza... forse perchè era Sanremo Story e gli autori hanno pensato di ricordare i momenti belli ma anche quelli più bui... ne avremmo di certo fatto a meno.
      Grazie mille ancora e buona finale anche a te! :D

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  6. TROPPO DIVERTENTE QUESTO BLOG. COMPLIMENTI . divinacallas.

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