giovedì 14 febbraio 2013

Sanremo 2013 chez Fabieau et Lucianà

Come pulire il palcoscenico dell'Ariston.
Dopo la prima, sfavillante puntata del terzo Festival secondo Fabio Fazio, la serata di ieri è partita decisamente in sordina. Lucianina era un po' stanca (e ci credo). Persino i suoi vestiti ricordavano un uggioso e svogliato sabato pomeriggio di pulizie domestiche: prima le hanno gettato addosso un'orribile tunica bianca che sembrava una salvietta struccante, poi uno strascico verde che spolvera meglio di uno Swiffer, e infine me l'hanno strizzata in una specie di porta-tovaglioli dorato che le ha fatto schizzare fuori il décolleté. Per poco non le partiva anche l'occhio sinistro, a un certo punto, con tanto di lente a contatto.
Poi c'era Bar Refaeli, la supermodella israeliana che ha fatto fare le capriole a Di Caprio. Bellissima, sì. Una Venere appena sorta dalle acque del mare, il Mar Morto. Espressiva ed eloquente quasi quanto un Bar-bagianni, ci ha regalato uno dei momenti più im-Bar-azzanti di questo Festival: la sua perfomance di tre secondi alla batteria. Che ci sia stato qualche contestatore a fischiarla? Niente. Deliquio generale.
Il buon Fabio però aveva bisogno di lei. Anche lui era un po' fiacco, un po' ingiallito (colpa anche del fondotinta color ittero) e la vista di Bar lo ringalluzziva senz'altro. Lui che ha sempre quell'aria da placido fraticello di campagna, al passaggio di Bar, si faceva venire gli occhi da triglia e l'acquolina in bocca, come i vecchietti che spiano la bibliche bellezze di Susanna intenta a fare il bagno.
E parlando di bagno, so già cosa cantare sotto la doccia: le canzoni dei Modà, che vantano versi di rara originalità in cui trovano spazio echi del Cantico dei Cantici e al contempo banalità in stile Miss Italia, tipo "Il mio desiderio più grande? Be', sicuramente la pace nel mondo." Di fronte a frasi come "tra il bene e il male vince sempre il bene" non resta che sperare che tra la cattiva musica e la buona musica vinca sempre la buona musica, ma ho i miei dubbi. Ho ascoltato messe cantate più coinvolgenti, e letto catechismi più avvincenti. Alla fine, tra le due, hanno scelto (ma chi?) Se si potesse non morire, il brano che tratta il sogno dell'immortalità, desiderata dall'uomo sin dalla notte dei tempi, tanto dal mitico Sisifo quanto da Peter Pan, da Berlusconi come da Voldemort. Inquietante, tra l'altro, la somiglianza del cantante Francesco Silvestre con Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato, soprattutto dal punto di vista odontoiatrico.
Poi è stata la volta di Simone Cristicchi. E' inciampato un po' sulla scala (quella musicale, non la meravigliosa scalinata che si apre e richiude come un malefico artiglio), specie durante la prima esibizione, pur piacevole. Poetica, ironica, burtoniana la sua La prima volta (che sono morto), anche se... tra questa e Se si potesse non morire, c'era un po' troppa morte per essere solo le dieci di sera.
Per citare lo stesso Cristicchi, Meno male che c'era Carla Bruni. Con quella mise à la garçonne, quel suo sobrio tailleur grigio, era perfetta. Perfetta per un colloquio di lavoro. D'altronde non c'è bisogno di mettersi in ghingheri per una sagra di paese come Sanremo. L'ex première dame dall'espressione perennemente étonné si è esibita nel suo nuovo pezzo, anzi la sua nuova berceuse, intitolata Chez Keith et Anita, dove cita una serie di luoghi, da Macaò a Birminghàm, da Zanzibàr a Bordeaux, fino anche all'Antartidè: tutti posti in cui avremmo voluto mandarla pur di levarcela di torno. Le riscritture di Quelqu'un m'a dit opera di Lucianà sono come sempre di gran lunga preferibili all'originale.
Odio doverlo ammettere, ma mi ha deluso invece Malika Ayane. Ha una voce talmente meravigliosa che, per quanto mi riguarda, avrebbe potuto portare anche Il pulcino pio. Credo che se il sole al tramonto potesse cantare, avrebbe la sua voce. Tuttavia la canzone Niente, effettivamente, non sapeva di niente, e se poi prendiamo in considerazione E se poi... neanche quella è poi tutta questa grande roba. Almeno al primo ascolto, non mi ha fatto tremare come foglie. Per di più, parafrasando una delle sue canzoni più belle, da esteta muoio un po'... aspetto che ritorni bruna.
Preferisco spendere poche parole sugli Almamegretta, anche perché ho afferrato solo poche parole della loro Mamma non lo sa. E siete fortunati che non lo sappia, altrimenti non vi avrebbe fatto uscire di casa. Non ho capito se il cantante del gruppo faccia l'imitazione di qualcuno che non ho riconosciuto, o se sia proprio così, con quella mimica da muride, quelle mosse molleggianti e la vitalità stile Ingroia. Fatto sta che i sottotitoli alla pagina 777 di televideo non avrebbero guastato.
Risolleva i toni Max Gazzè, che tiene testa a Cristicchi in quanto a ironia e originalità, specialmente nella sua Sotto casa, in cui riesce a parlare di amore, Dio e Gesù senza per questo sembrare un francescano (vedi il vangelo secondo Modà), per di più con quel discreto tunz-e-tunz che mancava a questo Festival. Si è fatto perdonare anche l'outfit da clown depresso e la "s" vendoliano-jovanottiana.
Peccato però che ad annunciare la prescelta tra le due canzoni proposte da Max ci sia stato il trio delle campionesse di scherma, che hanno davvero bucato lo schermo, è il caso di dirlo. Facciano un fioretto: cambino stilista, e anche parrucchiere. Tutte e tre, conciate così, sembravano le streghe di Macbeth. Elisa Di Francisca, poi, quella vestita di rosso e con due etti di rubini al collo, è simpatica come una sciabolata sotto la cintola.
Le schermitrici meritano scherno.
La performance di Annalisa Scarrone, a seguire, è leggermente superiore alle mie non proprio rosee aspettative. Per un attimo ho pensato che avesse superato il trauma dello svezzamento, che avesse ormai smesso di suggere dal rassicurante seno di Maria de Filippi. Poi però, non so... quegli orecchini a cuoricino, le stelline dello sfondo, le Scintille e le "farfalle danzanti", la ballata adolescenziale Non so ballare, e, soprattutto, la culotte... hanno infranto l'immagine di cantante adulta che Annalisa sta faticando tanto per costruirsi.
Inspiegabilmente osannato il cantante israeliano Asaf Avidan. Non bastava Marco Mengoni? Più che ad una prova canora mi è sembrato di assistere in diretta ad un esorcismo o alla tortura di una gallina spennata viva e di seguito sgozzata. Ho pensato che, fortunatamente, Asaf non era in gara, perciò non avrebbe cantato due canzoni, ma lo strazio è stato prolungato da qualche sado-masochista che ha chiesto a gran voce il bis (concesso, tra l'altro, con un muso lungo che arrivava fino alla platea in visibilio).
A salvare la situazione sono accorsi Elio e le Storie Tese, scatenando l'inferno dei Dannati forever e superando se stessi con La canzone mononota, un'offesa e al tempo stesso un folle inno d'amore alla musica, un divertissement da standing ovation. La nota unica in questione era do, ma di fronte a tale, meraviglioso spettacolo non si può rispondere che con un'altra, unica nota: si!
Dopo il simpatico siparietto di Fazio/Piero e Marcorè/Alberto Angela, i giovani irrompono finalmente sul palco dell'Ariston, annunciati da una zaffata di marijuana (qualcosa di più, forse, nel caso dei Blastema). Tra lagne esistenziali e pessime scelte tricologiche, Baciami? di Irene Ghiotto era anche passabile, peccato però che la cantante sembrasse posseduta da chissà quale divinità campestre. Sfortunatamente per lei, è stata eliminata in tronco. D'altronde cantare versi come "Ti ammiro così tanto che, se miro, sparo!" è un po' come giocare alla roulette russa.
L'unico fanciullo vestito come si confà all'Ariston e non ad una scampagnata di Pasquetta, è Renzo Rubino, che canta Il postino (amami uomo), una brano omo-erotico che riesce a non scadere nello sdolcinato e si presenta con onestà per quello che è: una godereccia, piacevole canzone d'amore carnale, fisico, come sottolineato dall'insistenza voluttuosa su curve che non ci sono e corpi spigolosi. Qualcuno ha chiesto anche a lui il bis, perché, giustamente, Il postino si suona sempre due volte.
Continuate a seguire Il Tè: "Sanremo continua"...

10 commenti:

  1. Carla Bruni non la sopporto.. con o senza il tailleur... secondo me, una delle donne più antipatiche del Pianeta ...

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    1. Mi era parso di capire che ti fosse leggermente invisa :)

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  2. "E parlando di bagno..." pensavo finisse peggio questa frase considerando che il tema fosse la canzone dei Modà :)
    Della serata di ieri sera non mi sono dispiaciute le canzoni di Gazzè e la prima da sagra della polpetta di Annalisa (giusto da ascoltare mentre prepari il tacchino ripieno). Asaf Avidan: ma che cacchiolina fate il bis? Per aumentare le doglie del cantante o la sua agonia prolungata? Se lo sapevo andavo io quando ho il mal di stomaco.
    E Bar Refaeli? Non bastava l'anno scorso la farfalla di Belen? Inutilmente inutile, soprattutto con i momenti di silenzio imbarazzanti a causa del traduttore!

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    1. Mi hai fatto morire quando hai scritto su fb che se scuotevano Annalisa cadevano i confetti ahahaha
      Effettivamente sembrava una bomboniera :D
      Sono d'accordo con te *_____*

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  3. È io invece mi sto perdendo tutto questo "popo' " di roba... ;-P
    Però a giudicare dalle foto: davvero brutti gli abiti della Litti!

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    1. Qualche perla in effetti è un peccato perdersela, ma ti cerco i video su youtube se vuoi :)

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  4. Oh meno male che nn sono piaciuti nemmeno a te i vestiti della Litti! Cmq , hai ragione: ieri sera le canzoni erano più carine, quoto anche io Cristicchi e Max Gazzè. I giovani purtroppo non li ho sentiti perchè ieri sera ero troppo stanca :( Mado cmq Asaf Avidan quando cantava faceva un po' impressione, ma è stata molto emozionante la sua performance...stranissima, fuori dal comune ma bella, a me è piaciuta. Mi dava un po' di canzoni che ci proponeva Poldo...ahahah
    Per il resto, totalmente d'accordo con te!!!:) (quest'anno andiamo bene Raffy XD)

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    1. Ahahaahahah gusto bobo, city mettle abbstanza d'accordo ;) Il successo di Assaf rimane per me un mistero, tuttavia

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  5. ma secondo voi, Malika, non era completamente strafatta? Mentre presentavano la seconda canzone, continuava a ridere e a fare mossette, stile vamp.

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    1. Ahahah è un'ipotesi assolutamente verosimile! :D Gesticola come uno studente impreparato che sta inventando di sana pianta ad un'interrogazione

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