giovedì 18 luglio 2013

È l'ora del RafFitness!

Prima di leggere, non dimenticate il riscaldamento!
Non è che non sia un tipo sportivo, è solo che voglio risparmiare energie per quando ce ne sarà veramente bisogno, tipo per alzarmi a cambiare canale quando il telecomando sarà fuori uso o quando gli zombie ci assaliranno in massa con l'intento di succhiarci via il cervello dai crani come vongole dal guscio.
Però ci ho provato, a fare più movimento, giuro che c'ho provato. E anche le mie amiche: Anny e Angy, di tanto in tanto, sono riuscite a convincermi a fare jogging con loro lungo amene stradine di campagna (le stesse che di notte si trasformano in ombrosi nascondigli fornicatori). Io tento di correre davvero, all'inizio, ma quasi sempre finisco a secco, seduto su un muretto a secco, a leggere un libro, e faccio allegramente "ciao" con la mano alle mie compagne accaldate, che difficilmente rinnovano l'invito, non prima che passi almeno un altro anno.
Il fatto è che detesto lo sportswear. La prima cosa che ho fatto una volta diplomato è stato dar fuoco alle Nike per fare spazio alle mie nuove, romantiche Munich a fiori. Poi è stata la volta delle terribili tute acetate e dei miei pantaloni simil-hip-hop, talmente larghi che all'ora di ginnastica dovevo correre tirandomeli su per tutto il tempo per non inciampare, neanche fossi Cenerentola allo scadere del coprifuoco.
Tuttavia, essendomi disfatto del mio esiguo guardaroba sportivo, quando mi prende il ghiribrizzo del fitness, mi crea non poco imbarazzo essere costretto a correre in frac. Trovo degradante indossare quegli orrendi pantaloncini aderenti da ciclista o, ancora peggio, quelli con gli spacchetti laterali, ma al contempo non voglio presentarmi in jeans e avere l'aspetto di un ritardatario che corre dietro l'autobus, soprattutto se accanto a me c'è una sportivissima Angy, con tanto di sexy tuta color buganvillea in stile Gabrielle Solis.
Anny continua a decantare i benefici dello sport come fonte di ossitocina e buonumore. Lei già dall'asilo rincorreva le farfalle (mentre io, superbo e indolente, pretendevo che fossero loro a posarsi su di me). Ora che, da adulta, ha sviluppato un vero e proprio terrore per gli insetti, la cosa non gli ha comunque impedito di fare sport: anziché inseguire libellule in un prato, corre pensando di essere inseguita da loro.
Istigato da questa coppia di inflessibili personal trainer, che non si sforzano nemmeno di imitare l'accento americano di Jill Cooper per darmi la carica, mi trovo costretto a ricorrere ad ogni scusa pur di non correre: "Uh, guardate, ragazze! Quelli sono fiori di iperico, altrimenti detto erba di san Giovanni! Ieri su LaEffe il Guru delle Piante ci ha fatto una crema per le bruciature! E ha anche proprietà anti-depressive!"
L'ultima volta le ho costrette ad aspettarmi per mezz'ora mentre girovagavo per un frutteto nel tentativo di fotografare col cellulare un'elusiva ghiandaia. O almeno credo fosse una ghiandaia. Quando mi hanno ricordato che il bird-watching non è considerato uno sport, mi sono trovato a chiedermi: ma allora esisterà un'attività fisica adatta a me?
Per molti anni ho nuotato. Fosse dipeso da me, sarei andato avanti a rana per sempre, ma ancora non riesco a capire perché gli istruttori di nuoto siano così ossessionati dallo stile libero. Senza contare l'odiosissimo dorso: per ogni bracciata un sorso d'acqua clorata nei polmoni.
A metà vasca ero già esanime, più spossato di Leandro dopo la traversata dell'Ellesponto. Con la piccola differenza che ad aspettare Leandro c'era la sua innamorata: un incentivo niente male. Disperato, aspettavo un momento di distrazione dell'istruttore per aiutarmi con la corsia galleggiante, e contavo le sirene dipinte sul muro, che mi rivolgevano sorrisetti canzonatori. Non so se odiavo più loro o quelle che cercano di affogare Wendy in Peter Pan. "Dai, forza, Raffy, sei quasi arrivato alla sirena verde..." cercavo invano di incoraggiarmi, "ancora qualche metro... aspetta un momento, ma perché ci sono dei girasoli dipinti tra una sirena e l'altra? Cosa c'entrano i girasoli col mare? E' un estemporaneo omaggio dell'artista a Van Gogh?... Okay, come direbbe Dory, zitto e nuota...  ecco, ho quasi superato quella cozza di sirena viola... mangia la polvere, balen(g)a!"
Perso nei miei pensieri, di tanto in tanto mi capitava di andare un po' fuori corsia e sbandare leggermente a sinistra. Come era inevitabile, un giorno ho avuto uno scontro frontale col mio istruttore, che credo sia guercio da allora.
Però tutto sommato me la cavavo. Dopotutto non è mica facile sopravvivere in un ambiente così ostile e umido, per di più frequentato da gente senza alcun pudore e fastidiose specie micotiche. Cosa c'è di peggio di un fungo al piede? Lo so io: ascoltare i vanti del tipico, arrogante farfallone sui trent'anni, in speedo bianco, che si iscrive ad un corso di nuoto con l'unico scopo di provarci con qualunque sirenetta gli sfarfalli davanti in stile farfalla, un pallone gonfiato così pieno di sé da rimanere a galla anche senza muovere le braccia.
Prima del nuoto però c'è stato il calcio. Sì, lo so che siete sorpresi, ma anch'io ho avuto un passato da Pulcino. In verità si è trattato di una sola partita. Raffy, timido scolaretto delle elementari, si è visto gettare addosso una specie di poncho di plastica color giallo canarino e poi spingere in mezzo al campo. E' stata un'esperienza traumatica: non facevo che svolazzare di qua e di là come una farfalla impazzita, fingendo di giocare e sperando che la palla non capitasse mai dalle mie parti.
Da allora i sogni di gloria di mio padre e degli uomini della mia famiglia si sono definitivamente infranti.
"Sai, quando ho saputo che tua madre aspettava un maschietto, ho pensato 'finalmente un nipotino con cui giocare a pallone!'" ha ammesso una volta il più atletico dei miei zii, con un sorriso malinconico. Sembra la sigla di Lady Oscar: tuo padre voleva un maschietto, ma, ahimé, sei nata tu...
"Mi dispiace così tanto di non essermi conformato alle vostre aspettative" mi sono scusato, con un pacca solidale sulla sua possente spalla.
Alla luce di questa confessione, credo che sia stata una piacevole sorpresa per lui e i suoi fratelli sapere che per il diciottesimo compleanno desideravo tanto una Wii, con in più una Balance Board. A dire il vero, prima della Wii, da maniaco delle televendite quale sono, avevo supplicato mia madre di comprarmi AB Rocket, ma non sono mai riuscito ad ottenere l'attrezzo ginnico dei miei sogni, e ho dovuto rinunciare anche ai domyos, quella specie di poggia-chiappe a forma di fiore per gli addominali. La Wii sembrava la risposta a tutti i miei problemi: mi avrebbe permesso di restare in forma e tonificare i muscoli senza l'inconveniente di aver a che fare con degli esseri umani. All'inizio è stato divertente giocarci e fare un po' di sano movimento, ma presto il mio rapporto con lei si è incrinato. Per quanto simili a strumenti di tortura, cyclette e bilancieri almeno si tengono i loro commenti per sé. La Wii invece ha sempre qualcosa da ridire su tutto. Quando faccio attività fisica divento particolarmente suscettibile e finisco per dimenticare le norme della buona educazione, il che non è accettabile, anche se ho a che fare con un aggeggio senza né madre né sorelle.
"Il tuo corpo sta oscillando" mi ammonisce la Wii, con la sua irritante vocetta elettronica. "Migliora il tuo equilibrio!"
"Tua madre sta oscillando" ringhio, inalberandomi, mentre invece dovrei cercare di mantenere la posizione dell'Albero come Juliana Moreira in televisione, respirare, meditare e riallineare i miei chakra.
In ogni caso è preferibile e anche più facile ignorare i rimbrotti di un automa che farsi sghignazzare in faccia da un branco di perfide e giovanissime pattinatrici sul ghiaccio: biondissime bimbette in succinte tutine coperte di glitter e piume di struzzo che sfrecciano sul ghiaccio, vorticano come fiocchi di neve e fanno a brandelli la tua autostima sotto le lame affilate dei loro pattini.
Pensandoci, l'essere umano è davvero la più sciocca delle creature: come può qualcuno farsi venire in mente di scivolare sul ghiaccio con dei Miracle Blade ai piedi, per di più per puro divertimento? O di scorrazzare su un trabiccolo a due ruote? O, ancora, di buttarsi giù dal cucuzzolo di una montagna in equilibrio su una specie di ferro da stiro?
Esclusi a priori gli sport estremi, ho dato una chance agli sport agonistici, per scoprire che non fanno proprio al caso mio, visto che mal sopporto le sconfitte: chi se ne frega di partecipare, l'importante è vincere!
Vi chiederete, e la palestra? Parliamo di quel posto pieno di gente umidiccia che fa versi a dir poco indecenti, vero? Se avessi voglia di respirare aria viziata mista a sudore nebulizzato, farei un corso di pole-dance in metropolitana, o stupirei i pendolari giocando a fare Yuri Keki con i poggiamano nell'ora di punta. Non mi importa della gym, al diavolo i muscoli tonici, portatemi un gin tonic!
Che ci crediate o no, però, ho avuto anch'io i miei momenti di gloria. In Inghilterra, per esempio, mi obbligarono a giocare a baseball e in quella circostanza devo dire che ho fatto la mia porca figura, nonostante non sapessi neanche da dove cominciare. Da allora continuo a credere di essere un talento naturale, a baseball. E vi prego, lasciatemelo credere. Lasciate che mi illuda di essere il figlio segreto di Joe DiMaggio e Marilyn Monroe.
Una volta, poi, in Svezia, un tizio vestito da vichingo lodò le mie doti di arciere della domenica, paragonandomi al dio Ullr. E io mi fido ciecamente del parere della gente che va vestita da guerriero vichingo. Oltre al fatto che ho sempre sognato di essere come Legolas (mantenendo il mio naturale colore di capelli, però.)
In ogni caso, nonostante queste corone d'alloro vinte, non ero ancora pienamente soddisfatto. Non avevo ancora trovato la disciplina olimpica fatta apposta per me.
Ma proprio quando cominciavo a perdere le speranze, la mia ricerca dello sport ideale si è conclusa nel più felice e inaspettato dei modi. Ora, finalmente, so cosa fa al caso mio. E devo questa scoperta a una donna straordinaria, Joanna Rohrback:


Non è una meraviglia di flessuosità ed equina eleganza?
Buttate via le vecchie videocassette di Jane Fonda, dimenticate pilates, badminton, squash, zumba e altri hobby dai nomi ridicoli! Scegliete anche voi, come me, il Prancercise (dovete proprio visitare il sito ufficiale), un rivoluzionario allenamento ginnico dichiaratamente ispirato al movimento dei cavalli. E' una tecnica estremamente efficace e per di più anche facile facile: in pratica è come fare dressage, ma senza cavallo!
Inoltre la tenuta consigliata è persino più elegante delle mise da tennista o golfista, ormai così passé!
Cosa aspettate? Io corro a inguainarmi nei miei leggings fluorescenti in stile Olivia Newton-John, cotonarmi i capelli e darmi al galoppo selvaggio con il Prancercise!

6 commenti:

  1. Io ti adoro. Adoro il modo in cui ci fai conoscere curiosità che magari da soli non avremmo mai conosciuto.
    Stamattina ero un po' giù. Mi è bastato leggere il tuo articolo e sono riuscita subito a sorridere. Grazie ♥
    Sì, sono rimasta veramente sorpresa dal Raffy che si cimenta addirittura nel calcio però devo dartene atto, sei un tipo tenace: ne hai provati veramente tanti di sport! Bravo hai tutta la mia stima.
    "Senza contare l'odiosissimo dorso: per ogni bracciata un sorso d'acqua clorata nei polmoni." Ahahahaha, vero! (anche io ho fatto nuoto, anni e anni fa XD).
    "Aspettavo un momento di distrazione dell'istruttore per aiutarmi con la corsia galleggiante" ma allora non lo facevo solo io, mi sentivo tremendamente in colpa ma rischiavo di non farcela! XD
    Comunque io ti voglio davvero su Real Time col Raffy Time. Una rubrica del tipo "Di tutto un po'".
    Sei geniale. Sempre. Complimenti ^_-
    Un bacione :*
    Jashder

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    1. Ma grazie!!! Sono contentissimo di averti tirato su, vorrei riuscirci anch'io con me stesso... ma magari darò un'altra chance al jogging :)
      Comunque sono già in trattative con Real Time per il programma "Chi non sa, insegna" ;)
      Grazie mille ancora :*

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  2. Copio dalla parte sulla dieta dal sito della signora Rohrback: 'Eating light makes me feel and become light': la invidio, mangiare leggero a me fa sentire più che altro una gran fame :D

    Ilaria

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    1. Io mi sento leggero quando guardo il suo bellissimo viso... adoro quella donna *-*

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  3. ahhh! questo è lo sport che cercavo da sempre!!! fantastico :)

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    1. Provalo, i risultati si sentono... e si vedono! ;) Ma diffida delle imitazioni! :)

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