mercoledì 14 agosto 2013

La Biblioteca Classica di Raffy: Fifty Shades of Earl Grey

Ora che riguardo questa foto di Theo Westenberg, ricordo di aver letto per la prima
volta Emma mentre ero morbidamente adagiato su una sedia a sdraio, durante una
vacanza estremamente rilassante, tra corroboranti docce scozzesi, percorsi benessere
e bagno turco alla vaniglia. Dovrei proprio rifarlo.
 
Si aprono le porte della piccola Biblioteca Classica di Raffy, una nuova serie di post semi-seri dedicati ai miei classici preferiti e/o a quelli meno conosciuti, che mi diverto tanto a scovare per darmi un tono. Sì, so cosa penserete (parafrasando papa Francesco): "Chi sono io per giudicare i classici?", ma in fondo cosa mi impedisce di mettere per iscritto le discutibili opinioni che comunque esprimerei ugualmente a voce? Forse la mia scelta di oggi vi sembrerà un po' "gigiona", ma proprio non potevo fare a meno di dedicare un post, o magari due, a...

Jane Austen è una delle scrittrici che io e tre quarti della popolazione mondiale amiamo di più (evviva l'originalità). E' inutile, Jane è l'unica che riesce ad addolcire lo zitello incattivito che c'è in me. Se uno passa l'infanzia accudito da La tata* e sopravvive all'adolescenza in compagnia di Jane Austen e Carrie Bradshaw, non ci si deve meravigliare se a vent'anni sia ossessionato dall'idea di trovarsi un partner per la vita. Ma questa è un'altra storia...
Tornando a Jane, ho iniziato a frequentarla intorno ai miei quindici anni, partendo con il sempreverde Orgoglio e pregiudizio, che se non ho adorato è solo perché avevo già assorbito per osmosi la trama, infinite volte parodiata, rielaborata e reinterpretata in tutte le salse (anche in salsa al curry, se consideriamo il film bollywoodiano Matrimonio e pregiudizio). In una noiosa serata della tua giovinezza guardi ingenuamente Il diario di Bridget Jones in tv, e rimani inesorabilmente fregato. Il film è esilarante, ma addio effetto sorpresa. La storia è pressoché identica.
Mi meraviglio che non ci sia già un Barbie Orgoglio e pregiudizio. Intanto, no so voi, ma io aspetto con trepidazione anche l'uscita del film tratto da Orgoglio e pregiudizio e zombie, "geniale" idea di Seth Grahame-Smith, che, novello Frankenstein, cuce pezzetti del romanzo originale con agghiaccianti scene horror in cui Elizabeth, oltre che tempestare di frecciatine l'ombroso Darcy, deve anche fronteggiare orde di zombie bramosi di carne umana. Come se tenere a bada Lydia, Kitty e i loro ormoni non fosse già abbastanza.
Mi scuserete, dunque, se ritengo più che superfluo spendere altre parole su questo indiscusso ma bistrattato capolavoro (parlo di Orgoglio e pregiudizio, senza zombie) o sulla trasposizione cinematografica di Joe Wright (con protagonista Keira Knightley, che sembra essere nata con un abito stile impero cucito addosso). Io passerei ad Emma Woodhouse, per gli amici Emma Casalegno, la mia ragazza austeniana preferita. "Sarà un'eroina che non piace a nessuno, tranne che a me" se la rideva Jane Austen durante la stesura di Emma, ma non è affatto vero: il suo fascino deriva proprio dagli innumerevoli difetti che la rendono così adorabilmente umana, essendo costei un'ereditiera snob, presuntuosa, narcisista e frivola, così diversa da altre sue "colleghe" ben più cerebrali e irreprensibili. Emma è stata definita un Don Chisciotte in gonnella: preferisce seguire gli arzigogoli della propria fervida immaginazione piuttosto che accontentarsi di una realtà piatta e banale. Per questo fraintende i propri e gli altrui sentimenti, veste i panni di un maldestro Cupido e si diverte a combinare fidanzamenti tra i suoi conoscenti, così da estraniarsi dal grigiore della sua vita quotidiana, troppa spaventata dall'idea di vivere una vita propria, allontanarsi dalle sontuose mura di Hartfield e lasciare solo l'amato, anziano padre ipocondriaco.
Ora che ci penso c'è un film di Jennifer Lopez con la stessa trama, o quasi: lei interpreta una frigida wedding-planner refrattaria al matrimonio (oltre che agli smarties che non siano marroni.)
Per riprendere il discorso, c'è un motivo se Emma è l'unico romanzo ad avere per titolo il nome della sua protagonista: ciò che la contraddistingue è la sua solitudine, che nasce dalla difficoltà di entrare realmente in contatto con chi la circonda. Suo padre è introverso e timoroso ("Emma cara, faresti meglio a non uscire: è pieno di zombie là fuori"), la sua amata governante è troppo affezionata a lei per poterla consigliare opportunamente e farle passare un brutto quarto d'ora quando se lo meriterebbe, mentre la sua nuova amica, la giovane Harriet, è pronta a darle ragione su tutto ("Sai, Harriet, stavo pensando che saresti graziosissima se ti radessi completamente le sopracciglia, tu non trovi?", "Oh sì, Miss Woodhouse, che idea meravigliosa! Corro a prendere il tosa-erba!"). Abituata com'è a non essere contraddetta, lasciata sola con i suoi monologhi interiori, è più che naturale che finisca per scorgere solo ciò che non esiste e non vedere invece ciò che ha sempre avuto sotto il naso, non prendendo in considerazione, nemmeno per un'istante, l'idea di poter commettere un errore.

 
 Alcuni anni dopo aver letto Ragione e sentimento, mi sono accostato a Persuasione, il canto del cigno dell'autrice, scritto subito dopo Emma e pubblicato postumo, un romanzo che è la trascrizione in parole di un tramonto autunnale: dolce, malinconico eppure abbagliante.
Come credo di aver già avuto occasione di scrivere in una delle mie solite digressioni, la protagonista, l'umile e pacata Anne (l'anti-Emma), si lascia scappare un bel bocconcino di marinaio, malconsigliata da una cara amica di sua madre (che dubito avrà la fortuna di festeggiare il centesimo compleanno). Poi, quando se lo ritrova davanti, sette anni più tardi, tutto abbronzato e bello stagionato, la ragazza - che nel frattempo è un po' sfiorita - si rende conto che la conservazione sotto sale ha donato moltissimo all'oramai capitano Wentworth, e capisce di sbavargli ancora dietro. A questo punto però teme che non ci sia più trippa per gatti.
Su questa semplice trama la scrittrice costruisce la sua opera più struggente, in cui dialoghi e battute di spirito cedono il posto all'introspezione e al silenzio. E' qui che la Austen fa mostra della sua maturata sensibilità, propria di chi ha amato e ha perduto. Persuasione è senz'altro uno dei libri più confortanti che abbia mai letto, e forse anche più illusorio di una fiaba Disney. Consigliatissimo per chi si è pentito delle proprie scelte in fatto di vita sentimentale.
Cinicamente si potrebbe dire che i romanzi di Jane Austen ruotino tutti intorno a matrimonio, pettegolezzi, rendita, matrimonio, valori della nobiltà terriera e matrimonio (per caso ho dimenticato di dire che si parla principalmente di matrimonio?). E poi, sì, ci sono almeno una trentina di personaggi (anche nello stesso romanzo) che si chiamano Mary o Elizabeth o Jane (per quanto non manchino curiose scelte onomastiche come Jemima o Fitzwilliam), senza contare che non succede praticamente niente (uno può anche sognarsi inseguimenti, esplosioni e sessioni di sadomaso: più che di Fifty shades of grey, qui si parla di Fifty shades of Earl Grey.)
Eppure tornare a leggere un libro di Jane Austen è un po' come tornare a far visita ad una vecchia amica. Quando non ti spinge a confidarti con lei, facendoti riflettere sulla tua contorta natura, ti distrae con qualche sano pettegolezzo. Ciascuna delle sue storie è accogliente come la conca impressa dal tuo sedere sulla tua poltrona preferita. Te ne stai lì, col naso incollato alle pagine, a leggere di chiacchiere di paese e proposte di matrimonio, ed è un po' come ritornare alle estati della tua infanzia, quando ascoltavi la nonna chiacchierare con le vicine di questioni di poco conto, tanto per far passare il tempo.
Jane Austen è molto più di questo, naturalmente, è soprattutto ironia, delicatezza e felina sagacia, ma certo è che sa come farti sentire a casa tua.
Continua...

* Da Francesca Cacace, Pamela moderna dai coloratissimi completini Moschino, ho imparato più cose che a scuola, come la regola per cui in ospedale ci si deve sempre vestire in modo provocante.

8 commenti:

  1. Confesso: non ho mai letto nulla di suo... Forse un po' per pregiudizio... Un po' per orgoglio...no, scherzo: non so che aspettarmi! Potrebbe piacermi molto per lo stile ( per me la trama viene dopo di esso), ma potrebbe anche deludermi per la sostanza. Chissà....

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    1. Eheh ti consiglio di provarci :) In genere la Austen o la ami o ti annoia a morte... Al tuo orgoglio e pregiudizio oppongo la mia opera di persuasione. ;)

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  2. Devo dire che di Jane Austen ho letto solo il sempreverde "Orgoglio e Pregiudizio". L'idea di leggere altro di suo c'è sempre ma essendo io un'accumulatrice seriale di libri che prima o poi leggo (sì, li leggo sempre ma lentissimamente causa impegni vari -l'università purtroppo uccide molti hobby, anche in estate, anche quello così necessario e fondamentale come respirare che è il piacere della lettura) ho sempre rimandato la Austen. Dopo questo post però mi sa proprio che il prossimo acquisto seriale sarà uno dei suoi libri (Emma mi "chiama" da un po'... dopo questo post mi sa che avrà la priorità ^_-).
    Bellissima idea questa rubrica, la seguirò con piacere! Poi come commenti tu qualunque cosa (figurati qualcosa che ami così tanto... non c'è storia ♥)
    Un bacione,
    Jashder :*

    (P.S: oddio La tata! XD Lo vedevo anche io! Ahaha!)

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    1. Ti capisco perfettamente, io a Natale non riesco ad iniziare i libri che mi regalano perché sto ancora leggendo quelli che mi hanno regalato al compleanno. Senza contare quelli che mi compro da solo :)
      Comunque ti consiglio vivamente di riprovare con la Austen e se inizierai da Emma non rimarrai delusa :)
      Sono contento che la piccola biblioteca classica di sia piaciuta *___* ♥ Spero di riaprirla presto...
      Un bacione :***

      P.S. Tata Francesca è uno dei miei modelli di vita :) ♥

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  3. Tata Francesca imperat. Inutile dire che mia Mutti è Mrs Bennett. Ahimè.

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    1. Ahahah mia madre è l'anti-Mrs.Bennet! La vita sentimentale è del tutto accessoria per lei ;)

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  4. Mi ero persa questo splendido post <3 che dolce che sei, Jane sarebbe fiera di te e sono sicura che risorgerebbe solo per conoscerti :)
    Devo assolutamente leggere quelli che mi mancano!
    C'è un po' di Jane in tutti noi in fondo e chi può saperlo meglio di me? :p

    PS.Mi sono appena ricordata di quando in Inghilterra (la città precisamente non la ricordo) hai bussato alla porta della casa in cui Jane nacque... "Jaaane apri, sono Raffy..." ahahahahahaah

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    1. Ahahahahah giusto F-Anny :D Grazie bobo, ma credo che Jane sia molto più comoda nei Campi Elisi :)
      E a proposito, la città è Winchester e lì ci è morta :) Dubito si sarebbe alzata ad aprire la porta :P

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