domenica 23 febbraio 2014

Liberi da Sanremo 2014 o no?


Un inizio adrenalinico per questa finale di Sanremo: Don Matteo in bicicletta rischia di schiantarsi precipitando "a bombazza!" giù per la scalinata dell'Ariston. Con i santi in paradiso che si ritrova, però, è sopravvissuto, perciò aspettatevi pure una decima stagione (magari con Pedala di Frankie Hi NRG come sigla.) Ma dove va "così di fretta pedalando con ardor?" E' in missione speciale per sposare Fabio e Luciana, che però confessa candidamente di non disdegnare un "giro di lenzuola" con Beppe Vessicchio e Renga. Peccato non ci fosse Antonella Ruggiero ad accompagnare la solenne cerimonia con un canto gregoriano. La Parietti, dalla prima fila, agguanta prontamente il bouquet: a quando le nozze con De Andrè?
Crozza, per il suo ritorno a Sanremo dopo le contestazioni, mette subito le mani avanti e, deciso a raccogliere consensi, delude un po' con un monologo che vorrebbe inorgoglire il popolo italiano ma che sfocia in rivendicazioni spicciole della serie "Italians do it better" o "Ridateci la Gioconda!" E' un po' troppo facile vantarsi di opere realizzate dai nostri antenati secoli fa, ammantarsi di glorie passate e farsi belli denigrando gli altri paesi, per quanto l'idea dei tedeschi che, senza il motore a scoppio (inventato da un italiano), debbano accontentarsi di produrre l'Audi Graziella sia un vero spasso. Il catalogo delle bellezze e bruttezze italiane cantato sulle note di Mozart resta probabilmente la miglior canzone ascoltata in questa edizione. 

Probabilmente Noemi ha raccolto
qualche piuma lasciata da quell'oca
 selvatica della Casta. 
Altro ospite attesissimo (da Fazio) è Luciano Ligabue. Alle prime note di Certe notti è già falò sulla spiaggia. Che vi avevo detto?
Dopo l'interminabile concerto, ci si accorge che s'è fatta 'na certa e che sarebbe anche il caso di riprendere la gara. Una sorpresona la rosa dei finalisti: Arisa, sempre più simile al pinguino di Happy Feet, sempre intubata nel solito tubino da laureanda, sempre con quelle pences sul ventre che le fanno la pancetta della birra; Raphael Gualazzi e The Bloody Beetroots ("Ma quello là... Gualazzi.. non poteva mettersela pure lui la maschera?" ha commentato mio padre, trovandomi una volta tanto concorde); e infine Renzo Rubino, il burattino epilettico, col cravattino leghista, che quando suona al pianoforte sembra sempre sia seduto su un cuscino di suocera. Poi si lamenta cantando: "Tremano le gambe... sto cadendo!" Ci credo, Renzo, fatti più avanti con lo sgabello, no?!
Peccato per l'esclusione di Noemi: non partiva bene in classifica, e credo che quell'anello-cigno le abbia portato un po' sfiga. D'altronde, è un uccello che non canta, se non prima di morire.
Tutti si aspettavano il trionfo di Renga "Non-C'è-Mutanda-Che-Tenga" e della sua straripante mascolinità, ma per quanto si sia impegnato a scatenare le fantasie erotiche di Iva Zanicchi e coetanee, ha rimediato solo un due di picche. A nulla sono valsi quegli acuti a tradimento, che sembrano piuttosto colpi di reni, e il pruriginoso testo che ricostruisce una sveltina clandestina: "Amami ora come mai, tanto non lo dirai. E' un segreto tra noi, tu ed io. Soltanto il fuoco e le fiamme a dire che stiamo solo facendo sesso..." 
In quanto a generosa virilità, non è da meno il cantante dei Mastur... Perturbazione, che quando rievoca alla mente le sue amanti si agita talmente che sembra quasi voglia accoppiarsi con l'asta del microfono, tipo i cani con le gambe del tavolo. 
Cristiano De Andrè, pur escluso dalla finale, fa incetta di ricchi premi e cotillon: sembra un bambino viziato che in qualche modo bisogna tener contento. Sono cinque giorni che frigna perché non hanno scelto la sua canzone preferita.
Intanto, aspettando il vincitore, Luciana si spoglia dell'abito da Carmen Miranda a lutto per trasformarsi in Poiana Littizzetto. Sarà stata una scelta azzardata, ma a me tutte quelle piume metalliche sono piaciute un sacco: una fenice aurea decisamente rock. E' senz'altro lei la fashion queen di questa edizione.
L'attesa spasmodica è resa ancora più straziante dal ritorno sul palco dei giovani al completo. A quel punto ho avuto un momento di sconforto perché speravo di non doverli ascoltare mai più, ma per fortuna si sono limitati ai ritornelli: non potevano fare così tutto il festival?
Pochi minuti all'annuncio e sono tutti stremati: Mauro Pagani ondeggia poco convinto al ritmo di Nu juorno buono, mentre Arisa è a un passo dal tirar fuori le ciabatte quando la dichiarano vincitrice della sessantaquattresima edizione del festival di Sanremo. Lei sembra strafatta, o forse ha alzato il gomito con Stromae. Accenna un urletto, barcolla, ma non molla, e a fatica riesce a sollevare il trofeo con il leone che si lima le unghie contro il tronco della palma.


Che ho fatto ieri sera? Mah, mi annoiavo, così ho pensato di vincere Sanremo.

"Com'è vincere?" domanda Luciana.
"Tutto okay" pigola lei. Poi gracchia: "Non vi meravigliate: io non mi scompongo." 
Lei forse non è solita scomporsi, ma io ero talmente a pezzi che iniziavo a decompormi. 
Per questo piumato festival della bellezza (non sempre facile da trovare) giunge il momento dei bilanci e dei mea culpa. "L’anno scorso c’era più gioia, è un momento di malessere fortissimo" dichiara la Litty a La Repubblica, poi ammette: "Avremmo dovuto bilanciare la nostalgia con la novità."
La vera novità è stato Sanromolo, l'anteprima di Pif, che ha esplorato il mondo "dietro le quinte" con la telecamerina, l'ironia e la finta ingenuità che lo contraddistinguono. Sarà per la faccia, la voce o la simpatia... ma a me ricorda il bradipo preistorico de L'Era Glaciale. Grazie a lui abbiamo potuto conoscere personaggi straordinari, casi umani che ronzano intorno all'Ariston a caccia di un autografo e habitué della platea, come il ginecologo siciliano dalla lucente pelliccia d'ermellino e con un ermellino morto in testa.
 
"Io quando sento la musica dal vivo... non è come sentirla per radio o per tv...
mi vengono tutti i brividi come la Oxa, tutti i brividi del mondo."
Anche lui dà i brividi, però.

Emblematica la visita alla sanremese più anziana, la signora Angela, che è nata centocinque Sanremo orsono. Come regalo di compleanno Pif le ha portato un video-messaggio delle gemelle Kessler e l'arzilla vecchina, sbalordita ha esclamato: "Le Kessler ci sono ancora?!"
Una domanda cha da sola riassume un intero festival.

8 commenti:

  1. beh si, la domanda della signora Angela riassume il festival 2014

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tra l'altro nel videomessaggio le Kessler si sono espresse così: "Campa ancora tanto tanto tempo!"

      Elimina
  2. Beh sì, Raffy...bilancio perfetto. Credo siano tutti del tuo, anzi del nostro stesso avviso su questo festival. Tu lo sai, alla fine quasi non ne potevo più!
    Fantastici i Mastur....Perturbazione ahahaha XD ma come ti vengono?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io non voglio sentir parlare di Sanremo almeno per un anno ;) Grazie per aver condiviso questa noia con me! :***

      Elimina
  3. La signora Angela vedrà la 100° edizione di Sanremo. E sarà l'ospite d'onore della finale, me lo sento xD

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ahahahahahah è molto probabile! A questo punto ce la vedrei anche alla conduzione.

      Elimina
  4. A me la nuova conduzione-organizzazione inaugurata l'anno scorso piaceva, ma ammetto che stavolta non faceva già più lo stesso effetto. La Littizzetto comunque rimane mitica per la mancanza di ipocrisia: basta vedere quando si lamentava delle scarpe col tacco assassino ;) Però sì, si poteva fare di più (e rendere meglio il tema della bellezza: dov'era??!). E le canzoni... non me n'è rimasta nessuna, e si sentono anche poco in giro (meno male, forse!).
    Mi ha però divertito rivedere il festival attraverso i tuoi occhi scanzonati - permettimi il gioco di parole ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ahahahah adoro i giochi di parole! :D Mi sono divertito a modo mio durante questo festival sottotono... E sono contento che tu ti sia divertita con me ;)

      Elimina

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...