venerdì 21 febbraio 2014

Ti porto a Sanremo 2014 con me

Non capisco proprio chi critica Lucianina per il cachet esorbitante. Provassero loro a fare
le badanti per cinque serate di seguito e mantenere per tutto il tempo il suo senso dell'humour.
Sono stato rallentato dalla febbre (quella vera, non la febbre da Sanremania) e quando Fabio Fazio è comparso in scena in giacca da camera, ahimè, mi è quasi parso di guardarmi allo specchio. Ciononostante, indefesso, continuo a commentare per voi questo Festival, ancora una volta diretto dal duumvirato Fazio-Littizzetto. Ma passiamo subito al riepilogo degli artisti che nelle ultime due serate hanno cavalcato la scacchiera dell'Ariston.
Al suo esordio Noemi ha sfoggiato un abito da sposa spaziale, preferendo al classico filo di perle un fil di ferro attorcigliato al collo: l'effetto è un po' quello del delfino rimasto incastrato negli imballaggi gettati in mare. Un'immagine ecologica, quest'ultima, che si ricollega all'atmosfera quasi animistica evocata dalle sue canzoni, in particolare Bagnati dal sole: la voce di Noemi emana raggi, un fascio continuo che avvolge e riscalda gli spettatori molto più delle coperte termiche a cui sono abituati. Anche ieri, forse in omaggio all'astro-giornalista Tito Stagno e all'astronauta Luca Parmitano, ha proseguito sulla strada delle mise cosmicomiche vestendo i panni di una sirena siderale.
Imperdonabili i coretti sospiranti e i violini miagolanti di Ora, il pezzo presentato da Renzo Rubino, quest'anno promosso a Big. Al pianoforte si agita e si contorce al pari di un muppet impazzito. Corre voce che questa sera duetterà con Miss Piggy. Più che "fermati e datti un voto", Renzo, fermati e datti una calmata.


Francesco Sàrcina, Nel tuo sorriso, si definisce "un guerriero che difende il mondo intero." In effetti, scimmiesco com'è, sembra sempre a un passo dal trasformarsi in Super Sayan di quarto livello. Lui e Clemente Russo (in veste di annunciatore) hanno lottato fino allo strenuo delle forze per accaparrarsi la cintura di "Più Egocentrico", tra la logorrea del pugile e le selfie dal palco del cantante, rimbeccato dalla Littizzetto: "Invece di fare il pirla, ci dici se la canzone che ha vinto è la prima o la seconda che hai cantato?! Quelli di Twitter vogliono saperlo!"
Facendo indagini sull'ex-frontman de Le Vibrazioni, ho scoperto che sarcina è il nome di un batterio che frequenta abitualmente l'intestino umano, e in latino significa "fardello". Coincidenze? Sono venuto a sapere anche che quei perversi di Vanity Fair lo hanno scelto come protagonista di una serie di interviste in veste di sessuologo, richiedendogli di elargire, dall'alto della sua esperienza, preziosi consigli su sesso di gruppo e tradimento. Altro che vibrazioni, a me vengono i brividi.
Chi comincia proprio a piacermi è invece Giusy Ferreri con la sua Ti porto a cena con me, un invito che potrei accettare, a patto che si cambi d'abito. A quanto pare non è solo la "felicità" che è "fuori moda", ma anche lei, con quel vestito verde da tigre della Malesia e i tacchi vertiginosi, che sono praticamente degli altipiani non ancora riportati sulle mappe.
Renga, più inanellato di un rapper, si aggiudica un primo posto provvisorio che non riesco proprio a spiegarmi. Su Sinigallia ho poco da dire: avantieri sotto la giacca indossava una maglietta con una mandria di elefantini, ieri soltanto uno. Oggi quanti se ne porterà addosso?
Ron, che non riesco a non immaginare come il gatto Romeo ("er mejo der Colosseo"), fischietta un ritornello country perfetto per la vendemmia, mentre la virtuosa Antonella Ruggiero (il suo stilista veste anche il dittatore coreano Kim Jong-Un) gorgheggia una litania che è senz'altro molto sofisticata, anche troppo. Come sia riuscita a scavalcare Noemi nella classifica parziale di ieri è un mistero: sarà stato il potere dell'ipnosi?
Quanto agli ospiti di queste due serate, per la serie "una partita a briscola e un passeggiatina ai giardinetti pubblici", sono state scongelate le Kessler, vestite interamente di squame e sguscianti come anguille sul palco a ritmo di Quelli belli come noi. Naturalmente, tra questi due alti papaveri, non poteva mancare quella paperina di Luciana, finalmente con un abbigliamento un po' più estroso: la sopravveste mobile a nido d'ape con all'estremità uno sciame di chiffon che fa su e giù quando alza le braccia. A pensarci bene ricordava anche un ombrellino da cocktail.
La Litty non ha mancato "l'incontro a Teano" con la Valeri, entrambe a telefono con le loro mamme. Peccato che non siano riusciti a spiegare al pubblico post-diluviano quale grande attrice sia Franca Valeri. I ragazzini che per sbaglio avranno buttato un occhio su Sanremo avranno visto solo una vecchia signora che a malapena riesce a farsi capire quando parla, vestita da poltrona dell'Ariston e con ai piedi le galosce di Peppa Pig.

Mio nonno ha riconosciuto il telefono che usa Insinna per chiamare "La Dottoressa"
e gli è venuto il magone. Sono giorni che è in astinenza da Affari tuoi.
Il medley di Baglioni l'ho volutamente evitato. Dopo Piccolo grande amore, mancava solo che tornasse Ligabue e attaccasse con Certe notti, e a quel punto si sarebbe potuto improvvisare un perfetto falò sulla spiaggia.
Ieri, poi, è stato il turno di Renzo Arbore, con un plaid rosso legato al collo e un cinturone alla texana, l'unico "ospite da ospizio" consapevole di essere vecchio, se pur capace di affrontare con grande autoironia l'argomento della propria veneranda età. Interminabile l'omaggio alla canzone napoletana, a discapito dei giovani, per quanto su di loro, almeno per il momento, preferisca non esprimermi. Delle nuove proposte è doveroso tramandare ai posteri, a mo' di monito, solo gli osceni outfit delle ragazze escluse, in primis Bianca, la vamp più candida di Dita Von Teese, le cui ciglia finte e le labbrone scarlatte hanno preso il sopravvento su tutto. Impareggiabile il vestito goule-de-pigeon: non c'è Sanremo senza che qualcuno si auto-confezioni come un uovo di Pasqua. La citazione ungarettiana, "si sta come foglie sui rami a novembre"? Un tocco di classe: terza media, per la precisione.
Veronica De Simone, appena coperta da un centrino di pizzo, con un capigliatura che gareggia con Noemi per autolesionismo, ieri si è sbilanciata dichiarando a pieni polmoni di volere cento figli. Una giovane, novella Ecuba, la prolifica regina troiana.
Parlando di convitati esteri, ieri sera il cantautore irlandese Damian Rice si è presentato in cenci da clochard, con la chitarra in piena marcescenza. L'ha preceduto la sera prima Rufus Wainwright, sublime in Cigarettes and chocolate milk e Across the universe. Ancora prima della sua esibizione il canadese è stato duramente contestato e accusato di blasfemia dai Papaboys per la canzone Gay Messiah (in cui si parla, per l'appunto, di un messia gay "risorto da un porno anni settanta" e si allude anche a un "battesimo di sperma.") Mi sono premurato di ascoltare la canzone incriminata, tra l'altro di dieci anni fa, ed è una geremiade piuttosto lagnosa. Io, in ogni caso, sono fan di chiunque scateni e maledizioni bibliche dei Papaboys. Non so in quale girone dantesco finirò, ma l'inferno me lo immagino così: un'enorme valle infuocata, con schiere di Papaboys che mi frustano a ritmo delle canzoni dell'ACR.
E a proposito di fuoco e fiamme, signoreggia in quanto a cattivo gusto sanremese l'abito rosso come il peccato della pallavolista Veronica Angeloni. Le tre lacerazioni sul ventre sono variamente interpretabili: sarà stata attaccata da un orso, o forse si è dimenticata per tre volte il ferro da stiro acceso sul vestito? Quei tre buchi rappresentano un richiamo alla decadente scenografia? O forse sono un'allusione alla Trinità e al triskell celtico? Qualunque sia il significato, il modello ha messo in risalto impietosamente i fianchi perpendicolari della sportiva.

La pallavolista Veronica Angeloni e due nuove proposte (indecenti): Bianca e Veronica
De Simone, entrambe vestite da bambole assassine.
Probabilmente queste due serate sono state più animate della comatosa première. Trito, ma pur sempre divertente il monologo della Lucy dei nostri occhi sul tema della bellezza, in tutte le sue manifestazioni, anche meno convenzionali: "un mondo di persone tutte uguali è un incubo totalitarista." Al momento di scagliarsi contro la chirurgia estetica selvaggia e la plastificazione umana, ha scoccato velenose frecciatine che avranno fatto rodere il fois-gras alla Santanché, "amica del gioco dell'oca."
Eppure credo che tutto questo ancora non basti per bissare i fasti dell'anno scorso. La trovata del flash mob musicale? Roba che avrebbe potuto stupire il pubblico di dieci anni fa.

4 commenti:

  1. ahahahahaahahahahahah fantastico Raffy!
    Mi esprimo con un:
    " Siamo d'accordo, allora?"
    " ...come sempre."
    :)

    PS. Vengo con te e Giusy a fare shopping se vuoi ;)

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    1. La citazione enzo-carliana è perfetta ;)
      Unisciti pure a me e Giusy, tanto poi a cena ci porta lei ;)

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  2. Ne ha azzeccato uno di ospiti Fazio quest'anno? Manco col binocolo. E stasera, rullo di tamburi, ci sarà il mago Silvan. Il mago Silvan hai capito bene.
    Tra le tre serate andate in onda non saprei decidere la peggiore, ma opterò per la seconda. Si cerca di salvare il salvabile, giusto il pre-Sanremo di Pif o la Carrà che torna sul palco dell'Ariston.
    Il salottino di Fazio ormai ha stancato ed anche lui è visibilmente stanco, il Festival non è più nazional-popolare ed io rivoglio Pippo Baudo. Quelli sì che erano veri Sanremo!
    Ti faccio una invocazione benevola per seguire la puntata di stasera :*

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    1. Il mago Silvan... Sono senza parole anch'io. Si stanno davvero impegnando per fare di questo festival il più soporifero della storia. Sono d'accordo anche riguardo a Pif: il pre-festival è uno degli aspetti più interessanti di questa edizione.
      Quanto a Baudo, ricordo di essermi annoiato tanto anche lui, a dire il vero... Il primo Fazio a me è piaciuto molto: c'era il giusto equilibrio tra trash, impegno e divertimento.
      Comunque ora provo a fare il mio pisol pre-festival, così poi posso rimanere sveglio fino a tardi come i bimbi grandi. :)

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