giovedì 24 luglio 2014

Il Segreto

Mi rendo conto soltanto adesso che associare l'immagine di un cetriolo ad
un post intitolato "Il Segreto" non è poi un'idea così geniale.
C'è solo una cosa peggiore di mettersi a dieta: mettersi a dieta durante la sessione estiva. Quando però i bottoni dei tuoi pantaloni cominciano a schizzare in orbita come le stelle cadenti a San Lorenzo, allora vuol dire che è tutto finito: quel gaio periodo della tua vita, quello in cui potevi startene in letargo sul divano anche per tutto l'inverno e rimanere comunque leggiadro e snello come un Apollo, ormai è solo un ricordo. Addio pelle di pollo. Adesso, ahimè, non si può più vivere di rendita: la magrezza è una conquista che va sudata.
Dopo essermi consumato di sospiri davanti allo specchio, guardando con raccapriccio quello che solo un anno fa era un vitino di vespa, mentre oggi potrebbe benissimo essere quello di Bruno Vespa, ho deciso di prendere in mano la situazione e fare qualcosa per rimediare alle tragiche conseguenze della sedentarietà dello studente universitario. Ma come prepararsi per la prova costume e allo stesso tempo concentrarsi in vista di un esame durante il quale dovresti dare almeno l'illusione di parlare fluentemente spagnolo? Come negarmi il cibo, unico piacere rimastomi?
Mosso dalla disperazione, ho pensato di auto-punirmi prendendo due attività deprimenti e unendole in un unico, orribile appuntamento quotidiano: guardare le repliche de Il Segreto in lingua originale su Rete Quattro e, contemporaneamente, fare step.
Se non provo alcuna vergogna a scriverlo qui nero su bianco è perché ormai della mia dignità non resta che qualche residuo incrostato e ripetutamente calpestato su quello step.
Passare giorni e giorni chiusi in casa a liquefarsi su una tragicommedia spagnola tardo-medievale ritagliandosi come unica "pausa" dallo studio un'ora di fitness in compagnia delle sonnolente avventure di Pepa, Tristán e Doña Francisca è un po' come vivere in una claustrofobica dimensione parallela, dove la vita è scandita da un lento susseguirsi di atti, scene ed episodi interminabili. A un certo punto raggiungi uno stato di muta agonia, e l'unica cosa che ti fa andare avanti è la debole speranza che forse, dopo due o tre settimane, la trama - minima - de Il Segreto comincerà a premere sull'acceleratore, almeno un po', anziché continuare a trascinarsi tanto per le lunghe. Viene quasi da complimentarsi con gli autori per come riescono a stiracchiare due o tre sub-plot più annacquati della sangria del più squallido ristorantino turistico di Madrid: questo sì che è stretching narrativo!
Il secondo punto del mio programma fitness è stato abolire una volta per tutte le un tempo consuete abbuffate serali, per esplorare il variegato, croccante, verdeggiante mondo delle insalate. Ingrediente base, il cetriolo, o come lo chiamerebbe Pepa, il pepino. Praticamente ho seguito la dieta del kappa (avete presente quelle buffe tartarughe antropomorfe con una specie di chierica sulla testa che di tanto in tanto spuntavano negli episodi di Pollon Combinaguai nonostante non centrassero un tubo con la mitologia greca? Quelli sarebbero i kappa, demoni acquatici delle leggende giapponesi a cui è consigliabile regalare dei cetrioli, di cui sono ghiotti, se non si vuole essere trascinati per le caviglie giù in fondo a uno stagno. Tra l'altro, dover stare a stecchetto rende anche me particolarmente propenso ad annegare gli incauti viandanti che osino avvicinarmisi.)
All'inizio mi ci mettevo proprio di impegno a preparare insalate originali e gustose, inventando nomi diversi per ogni minima variante (tipo la Sissi salad, versione light della più calorica Caesar), poi, col passare dei giorni, l'entusiasmo è andato scemando e ho preso a schiaffarci anche i gerani del balcone. Ci mancavano solo le streghe di Macbeth a rimestare l'insalatiera formato calderone e a suggerirmi altri ingredienti ("Mettici un occhio di tritone e qualche fibra di corda d'impiccato, già che ci sei...")
 Non so quanto tutto questo possa essere servito, ma ho tenuto duro fino al mio esame, dopodiché ho resuscitato la Wii Fit, mia fida personal trainer elettronica (che mi ha accolto a braccia aperte come un figliol prodigo, dopo ben 1546 giorni di totale inattività.) Di qui innanzi non voglio più neanche sentire un accenno della sigla de Il Segreto. Oltretutto, l'unico vero segreto qui è come accidenti faccia Pepa a mantenere quel girovita da urlo.
E ha pure partorito...

 

Illustrazione di Ryo Takemasa.

4 commenti:

  1. Caro Raffy, visto che questa non è la tua rubrica epistolare, ti risparmierò le mie pene per tutti i chili presi in queste grasse grosse vacanze italiche ( anzi al massimo ti scrivo in privato così poi puoi rincuorarmi pubblicamente). Ma sappi che anche io presto tornerò al wii fit e alle insalate insapore di Albione. Facciamoci coraggio! (Come dicono i vecchi ai funerali)

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    1. Mi conforta sapere che non sono il solo a prendere ordini da una pedana elettronica *-*
      Teniamo duro Clyo, il tempo tonifica tutto.... :P

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  2. Ahahaahahahahahhaahah fantastico come sempre <3
    Raffy.....Pepa in realtà non esiste, è un fotomontaggio >.<
    Comunque la proposta di venire a correre con me è sempre valida! :p

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    1. Sì bobo, credo spendano tutto per gli effetti speciali... Per questo tutto il resto è una schifezza ;)
      Bobo aspettami che stasera vengo con te, mi faccio trovare alla taverna degli Ulloa. ;)

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