mercoledì 23 maggio 2012

"Il Trono di Spade": il gioco delle tro... ehm... dei troni

Eccomi qua, anch'io a parlare de Il Trono di Spade, come se ce ne fosse bisogno!
Il motivo di questo ritardo? Sono sempre diffidente circa il fantasy puro, cioè "spade e draghi", probabilmente perchè le saghe di cui sento parlare mi sembrano tutte delle dozzinali imitazioni de Il Signore degli Anelli, di quelle che le case editrici sfornano in continuazione sfruttando il successo del genere e/o l'ingenuità di qualche lettore occasionale e/o orfano di saghe più meritevoli (oggi scrivo come Francesca, la stagista di Simona Ventura).
Non ho ancora avuto modo di mettere le mani sui libri di George R.R. Martin, ma incuriosito dal clamoroso successo della serie, ho preso letteralmente a morsi la prima stagione e posso affermare di esserne stato subito conquistato, senza neanche bisogno di assedi e contrattacchi, sin dalla meravigliosa sigla, una gioia per gli occhi e per le orecchie (gustosissima anche la parodia simpsoniana, che mostra un'inedita Springfield in salsa epica). Dopotutto cosa potrei volere di più?
I Borgia incontrano I Tudors in un mondo immaginario e pericoloso, pieno di minacce e cospirazioni, con un quadro politico talmente traballante da fare invidia anche all'Italia preunitaria. Meraviglioso, no?
Certo, ho dovuto recuperare: ho studiato approfonditamente le carte geografiche di Westeros ed Essos e la genealogia delle casate nobiliari dei sette regni. Inizialmente tutti quei cognomi mi avevano un po' atterrito, ma mi sono detto: "Se sei riuscito a comprendere e a memorizzare tutti i rapporti di parentela dei personaggi di Centovetrine in una sola settimana, riuscirai anche in questa difficile impresa". In ogni caso le famiglie che bisogna ricordare davvero sono solo le quattro del logo: il lupo, cioè gli Stark (i signori del nord, con a capo il fiero Eddard, per gli amici Ned, i figli Robb, Bran e Rickon, le figlie Sansa e Arya, e il figlio illegittimo Jon Snow), il cervo, cioè i Baratheon (ovvero Robert, che siede sul Trono di Spade, i fratelli Stannis e Relny, e il figlio Joffrey), il leone, ovvero i Lannister (ricchi, ambiziosi, biondi, blond and beautiful: la regina Cersei, il fratello gemello Jaime e il "folletto" Tyrion) e il drago, ovvero i due fratelli Targaryen, Viserys e Daenerys, decisi a rimpossessarsi del trono sottratto col sangue al loro dispotico genitore, il Re Folle (sono quelli con i capelli biondo platino, la palette preferita dai cattivi, vedi Lucius e Draco Malfoy). Rassicurazione per i neofiti come me: se non ci avete capito un tubo, ci pensa Wikipedia a chiarire ogni dubbio (ma non esagerate se non volete incorrere in spoiler), o, meglio ancora, leggete i libri (cosa che dovrò fare, quando la montagna di libri che attendono impazienti sul mio comodino la smetterà di lanciarmi occhiate astiose...).


A Il Trono di Spade posso rivolgere solo una critica: l'efferata violenza e le scene di sesso del tutto gratuite che affollano la serie. Prostitute ovunque, altro che Arcore! Non c'è episodio senza un top-less (sul serio, neanche uno). Cosa non si fa per tenere incollato allo schermo il pubblico maschile?
Io proporrei anche dei titoli alternativi alla serie, come Game of Whores oppure Sex and the Kingdom (dopotutto le avventure sessuali di Carrie e quelle della nobiltà andala non sono poi così lontane, e  in più sono trasmesse entrambe da HBO).
Ci sono intere conversazioni condotte durante scene di sesso più o meno esplicito: quella che mi ha divertito di più è la dissertazione tra Viserys e la sua concubina sull'argomento "draghi", mentre i due erano intenti in atteggiamenti decisamente poco casti nella vasca da bagno. In fondo, però, è comprensibile: quale argomento è più erogeno dei draghi? Quale ragazzo non ha tirato fuori, almeno una volta, la carta del drago per rimorchiare?
Accanto a queste troviamo anche dialoghi, colloqui e confidenze scambiate durante le procedure più disgustose: Jamie Lannister, per esempio, chiacchiera amabilmente con suo padre mentre quest'ultimo è impegnato a scorticare la carcassa di un cervo. Altro grande "merito" della serie è quello di aver sdoganato anche il tabù dell'incesto.
Il linguaggio, poi, è spesso un lussureggiare di espressioni altamente liriche. Qui riporto perle come: "tuo figlio non ha ancora i peli che gli scaldano le palle" o "tua madre starebbe ancora mungendo vacche se non ti avessi schizzato nel suo ventre". Bonjour finesse!
Insomma, è evidente il gusto tutto senechiano per i dettagli più disgustosi, osceni e macabri.
Ancora una volta, per di più, l'immagine della donna è mortificata e mercificata. Si può dire, come si è detto, che la storia è ambientata in un Medioevo immaginario, e perciò rappresenta la condizione femminile di quell'epoca, ma, trattandosi di un'opera di fantasia, l'autore aveva tutta la libertà di cambiare le cose. Ad eccezione forse solo di Daenerys (col tempo sempre meno dimessa), gli unici personaggi femminili "moderni" sono anche quelli per cui lo spettatore maschile non rivolge il benché minimo sguardo voluttuoso: la fiera e intrepida Catelyn, che non è esattamente nel fiore degli anni, e sua figlia, la principessina ribelle Arya. Negli altri casi, "giovane" e "vestita" sono due aggettivi che sembrano non poter coesistere.
Interessante la figura della regina Cersei, sottomessa e per questo rancorosa, moglie e madre prepotente e ambiziosa, ma allo stesso tempo suddita del marito e del figlio, una Messalina per il primo e un'Agrippina per il secondo.
Tralasciando questi aspetti (che pure hanno il loro peso sul mio giudizio complessivo), Il Trono di Spade, senza ombra di dubbio, ha segnato una svolta nell'ambito della serialità televisiva, dimostrando, a chi ancora non ci credeva, quanto il telefilm sia vicino a strappare al cinema la corona dell'intrattenimento.

6 commenti:

  1. Io adoro il trono di spade. Tanto. Troppo. E' una droga (ma meno dei Borgia)
    Alex V

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    1. Aggiungo che i personaggi (soprattutto femminili) sono un po' smorzati caratterialmente rispetto ai libri...;) leggili leggili e fammi sapere, non dico niente per evitare spoiler inopportuni!
      Alex V

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    2. Sì, sì, lo farò sicuramente... le mie osservazioni erano solo sul telefilm. Ma la saga non è ancora finita, vero? Mancano altri libri ancora?

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  2. quanto sono curioso di vederlo.... ne parlano tutti e ne parlano in quel modo che pensi che debba essere oggettivamente interessante...

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    1. Sì, in effetti merita! :) Credo possa conquistare anche chi non ama il genere... gli intrighi sono estremamente avvincenti! :)

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  3. Quoto tutto l'articolo! Mi occupo di fantasy (vero, Tolkien docet!), e questo "Trono di spade" non mi ha mai convinto, non è fantasy, è solo una mega pippa mentale di Martin sottoforma di mattone "fantasy"... Complimenti per il blog! Ciao

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