lunedì 16 settembre 2013

Una serie di accademici accadimenti IV - Studenti esasperati

Ma c'è chi usa veramente i tagliacarte? Io no, ma uno a forma di spada lo userei tutti i giorni. 
"L'Ufficio Tirocini è aperto dal martedì al venerdì dalle 09.00 alle 11.00, tranne quando il mercoledì cade in un giorno dispari e nei giovedì di luna calante. L'orario di apertura è posticipato alle 10.55 quando c'è bel tempo, mentre l'orario di chiusura è anticipato alle 10.30 quando il responsabile ha di meglio da fare, tipo una ceretta brasiliana." Questo è quello che avrei voluto leggere sulla porta a vetri dell'Ufficio Tirocini, un avviso schietto e sincero, a differenza di quello ufficiale, criminosamente lacunoso.
Perché l'università, tutto sommato, sarebbe anche un posticino carino se non fossimo costretti a fare richiesta formale al Magnifico Rettore per ottenere il permesso di aprire la finestra del bagno.
I ceppi dell'umanità tormentata sono fatti di carta bollata, dice Kafka, e come dargli torto? Chi meglio di lui può capire cosa si prova ad essere trattati come scarafaggi?
Figuriamoci se un universitario, oltre che a studiare fino a instupidirsi, debba stare pure attento a non farsi pestare i piedi mentre cerca di tenere il ritmo di inconsulte quadriglie burocratiche: un passo avanti, un passo indietro, un modulo lì, una firma là, fai una giravolta e torna qua!
Sì, perché saprete meglio di me che i burocrati, anche conosciuti come i "Signori grigi", non ti dicono tutto subito, ma aspettano che tu faccia dieci volte la fila e contempli centinaia di nuche davanti a te (una tortura per chi, come me, avverte sempre l'irresistibile impulso di solleticarle) prima di centellinarti informazioni per loro assolutamente ovvie: "Per fare domanda di tirocinio bisogna compilare il Modulo di Richiesta per il Modulo di Richiesta per il Tirocinio, non lo sapeva? Abbiamo pubblicato una news più che esaustiva al riguardo sul sito della facoltà. Sarà rimasta online per ben due secondi prima di essere sepolta da centinaia di altre notizie. Come può non averla letta?"
Non farebbero tanto i gradassi se non ci fosse quel vetro antiproiettile a proteggerli (che per altro ti costringe ad urlare ai quattro venti informazioni private tipo quanto guadagna tuo padre), barriera infrangibile che impedisce a noi studenti esasperati di strozzarli con la catenella antifurto dei loro portapenne. Eppure è possibile vendicarsi anche senza dover proseguire gli studi in carcere. Se volete veramente umiliare nel profondo un Signore grigio, schiaffeggiarlo moralmente e renderlo (se possibile) ancora più insoddisfatto della propria tetra esistenza, dovete solo riuscire a rubargli la stupida penna con cui avete firmato gli stupidi documenti in triplice copia che vi siete dovuti stampare da soli per non sprecare carta e inchiostro dello Stato.
Tale vendetta è sì dolcissima, ma sfortunatamente anche più effimera del sapore di una BigBabol. Così, alla fine, stanco di combattere contro i mulini a vento, e con le scatole ormai da tempo mulinanti, ho deciso di darmi alla navigazione e tentare la sorte con la segreteria online, una barca che fa acqua da tutte le parti. Per questo mi ha piacevolmente sorpreso venire a conoscenza dell'entusiasmante possibilità di prenotarsi per un esame d'informatica (di dubbia utilità) semplicemente collegandomi ad una comoda piattaforma online, creata ad hoc per facilitare la vita di noi studenti, salvo poi scoprire che per accedervi è necessario prima presentarsi fisicamente in facoltà (dal forsedì al nontelosodì mattina, dalle 09.00 alle 10.00) e rivolgersi ad un tecnico informatico classe Windows '95 (piuttosto preferivo chiedere aiuto alla graffetta animata del vecchio Office), che, trattandoti come un incapace, ti iscrive al sito e ti invita ad aspettare un'e-mail contenente la password d'accesso, cosa che può richiedere alcune ere geologiche, visto che l'e-mail viene inoltrata personalmente da un suo collega, anche lui, verosimilmente, più antico di un floppy-disk. Un sistema che non fa una grinza, sofisticato e tecnologico solo in apparenza, un po' come l'auto dei Flintstone.
Il mare di scartoffie richieste per il tirocinio e le procedure steampunk dei tecnici informatici sono solo l'inizio di una storia infinita che mi ha portato via tempo, pazienza, capelli e joie de vivre. Ma questa è un'altra storia, e si dovrà raccontare un'altra volta.
Luoghi dimenticati da Dio dove la lentocrazia regna sovrana, oltre agli stanzini poco areati di sportelli informativi e uffici Erasmus, sono le biblioteche universitarie.
Certe biblioteche ti fanno diventare matto, come quella di Don Chisciotte, altre sono teatri di efferati omicidi, come in C'è un cadavere in biblioteca di Agatha Christie, altre ancora, come quella della mia facoltà, ti fanno diventare matto e ti istigano anche all'omicidio.
Innanzitutto, per portarti a casa un libro come minimo devi lasciare in ostaggio tua madre. E' più facile adottare un bambino, per di più da single e con un passato da alcolista alle spalle.
In secondo luogo, chiunque metta piede in quella biblioteca, ne entra giovane e ne esce polvere, a causa della signora Viola, detta Moviola, la Bibliotecaria a Rallentatore o il dito meno lesto del West.
Ricordo come se fosse l'altro ieri il nostro primo incontro, forse perché da quella biblioteca ci sarò uscito soltanto l'altro ieri, dopo due anni di prigionia.
Figuratevi la scena: io mi avvicino timidamente alla scrivania ed elenco alla bibliotecaria i titoli che mi occorrono, mentre lei, una donna di mezza età dai capelli unticci e la faccia da mastino, per tutta risposta, mi lancia uno sguardo torvo. Poi (da qui in poi leggete una lettera alla volta per simulare l'effetto rallenty) prende ad    a g g i u s t a r s i   con    l e n t  e  z z a      e s a s p e r a n t e   il   f i o c c h e t t o  d e l l a     m a g l i e t t a   r  o s  a   a n t i c o  i n   m o d o che sia perfettamente simmetrico. Mi indica, senza proferire parola, un modulo da compilare. P r e n d e    u n a   m a t i t a .  S i    s i n c e r a   c h e     s i a    b e n   appuntita. L a     r    i  m  e  t  t   e      n e l       p o r t a p e n n e,   poi     s  p o  s t a  d i    q u a l c h e    m  i l l i m e t r o       l a      p e n n a      n e l     p o r t a p e n n e     in modo che non sia troppo vicina alla matita e non le vengano in testa strane idee. Mi lancia un altro sguardo cupo, s   f   o   g   l   i  a        senza alcuno scopo apparente i documenti impilati sulla sua scrivania e poi    l i      i m p i l a      d i   n u o v o.  A   p   r e      u n    c a s s e t t o   con la massima delicatezza, come se ci avesse chiuso dentro i suoi sogni. F   a       s c o r r e r  e     i  l       d i t o  artigliato     l    u   n   g    o      una fila di tessere di cartoncino. Ne    t    i      r       a    fuori una con un'orecchia ad un angolo. L' a l l i s c i a  per bene. La r i m e t t e    a posto    poi la    r i p r e n d e , l'  a l l i s c  i a    meglio e la    r i m e t  t e   d i   n u o v o   al suo posto. Torna a    s i s t  e m a r s i     il fiocco della maglietta piena di pelucchi per ristabilire la perfetta simmetria. L e g g e   il modulo che ho compilato già da due ore. T  i  r  a     f u o r i    un'altra tessera  dal cassetto,  questa volta quella giusta, la    l e g g e, la   a f f i a  n c a    al mio modulo, poi la   f   a     s c i v o l a r e        l e n t  a m e n t e     sul banco, come se fosse la carta della Luna Nera. Dunque ricomincia a guardarmi in cagnesco, ringhia qualcosa di inintelligibile e, a passo di lumaca, lasciando dietro di sé una scia appiccicaticcia di noia e frustrazione,   e s  c  e   d a  l   l  a    s t a n z a .
Durante l'interminabile attesa fantastico su come debba essere, vivere a rallentatore in un mondo che gira a tutta velocità: cerco di immaginarmi la bibliotecaria che esce di casa per prendere l'ultima diligenza e si trova davanti, con sua grande sorpresa, un autobus; o che percorre la navata della chiesa per convolare a nozze e si scopre già vedova una volta guadagnato l'altare. Mi ricorda tanto una delle buffe e paradossali creature inventate da Michael Ende ne La storia infinita:

"... le Montagne del Destino [...] erano il complesso montagnoso più alto e più imponente di tutto il Regno di Fantàsia e la vetta più alta arrivava letteralmente al cielo. [...] Lassù non potevano esistere essere viventi di sorta, all'infuori di alcuni giganteschi Geliuri, sempre che si volesse annoverarli fra le creature viventi. Infatti, la loro particolare caratteristica era l'estrema lentezza, per cui impiegavano anni e anni per fare un unico passo, e una piccolissima passeggiatina era per loro una questione di secoli. E' quindi chiaro che questi esseri non potevano, per loro natura, frequentare altri che i loro simili, e da ciò è facile dedurre che non potevano avere la benché minima nozione dell'esistenza di tutto il resto del mondo di Fantàsia. In effetti essi si consideravano le uniche creature viventi di tutto l'universo."

La Terra gira lentamente intorno al suo asse e intanto cerco in tutti i modi di ammazzare il tempo: fisso gli studenti chini sui libri finché non se ne accorgono e cominciano a sentirsi in imbarazzo, leggo l'opera omnia di Cervantes e Vanity Fair (la rivista, non il romanzo), mi rado la barba con un tagliacarte e anagrammo il mio nome in cerca di uno pseudonimo soddisfacente da usare in caso di necessità, tipo quando dimentico l'abbonamento dell'autobus. Nel frattempo realizzo che probabilmente nessuno ha mai passato così tanto tempo chiuso in una biblioteca dai tempi di Pagemaster.
Mentre rileggo per l'ennesima volta la mia lista di nomi fasulli (il prescelto è Edelfo Fa... hey! Non pensavate sul serio che l'avrei scritto?!), ecco che la bibliotecaria fa il suo flemmatico ritorno alla Biblioteca dello Spirito e del Tempo.
Quando la vedo trascinare i piedi verso la sua scrivania, sorreggendo una scaletta pieghevole, considero che le ceneri del bibliotecario rimasto carbonizzato nell'incendio della Biblioteca di Alessandria debbano essere sicuramente più vitali di lei. Lemme lemme, il bradipo umano raggiunge lo scaffale giusto, dopo due o tre ripensamenti (nel frattempo la razza umana si è evoluta e da tempo non si vedono più denti del giudizio, appendici e capezzoli maschili.) Poi posa a terra la sua scaletta. Mi lancia un'occhiata truce, tanto per non farmi sentire negletto. Sale i tre gradini della scaletta nel tempo in cui una persona normale farebbe su e giù dieci volte dalla vetta più alta delle Montagne del Destino. Giunge faticosamente in cima, dopo secoli (intanto è tornata di moda la crinolina), e pensa di gratificarmi con un ennesimo sguardo bieco, lungo uno yottasecondo. Poi contempla le file interminabili di libri davanti a sé e individua quelli di cui ho disperatamente bisogno (mentre si succedono tre Guerre Nucleari e il ciclo evolutivo riparte da zero). Li estrae con estrema attenzione, neanche fossero i Rotoli del Mar Morto, e li esamina accuratamente per poco più di cinque lustri. Li lustra e rimuove la polvere millenaria dalle copertine con un soffio che sembra piuttosto uno sbuffo di stizza. Dopo un'altra occhiata minacciosa al sottoscritto, scende dalla scaletta con la disinvoltura di una bagnante non abituata agli scogli, un eone per ogni gradino. Infine, mentre la stella nana che chiamiamo Sole si spegne definitivamente, mi consegna con riluttanza i libri (o, per meglio dire, glieli strappo con la forza dalle mani incartapecorite) e mi congeda con un ultimo sguardo di profondo quanto immotivato disprezzo, indicando, anche questa volta senza fiatare, una porta in fondo alla stanza. Seguo le sue mute direttive e busso, sebbene il mio istinto mi suggerisca di scappare via col malloppo, proprio come Bastiano ne La storia infinita, e non farmi vedere mai più. Finisco così nel bugigattolo cieco di un altro accidioso bibliotecario, col naso più arricciato dell'orlo di una pergamena, che si affretta a ridurre ad icona il solitario sullo schermo del pc.
"Quei libri non può portarli a casa" mi informa, senza alcuna pietà, dopo un rapido controllo al database. Mi cadono le braccia, ma per miracolo riesco a riacciuffare i libroni prima che mi si schiantino sugli alluci.
"E perché, scusi?"
"Rientrano nel programma d'esame" mi spiega freddamente il bibliotecario, mentre una parte di me muore. "Li consulti pure, ma non possono uscire dalla biblioteca."
In momenti come questi tutto ciò che uno dovrebbe consultare è il proprio Galateo, per evitare che una selezionata antologia di imprecazioni d'autore ti esca fragorosamente dalla bocca.

Una serie di accademici accadimenti:
Episodio I - Stranieri e strani estranei
Episodio II - Grandi speranze
Episodio III - Legami chimici
Episodio IV - Studenti esasperati
Episodio V - In balìa della balia
Episodio VI - C'era una svolta
Episodio VII - Volver
Episodio VIII - Senza vergogna
Episodio IX - Chiamatemi (un) dottore

20 commenti:

  1. che avventure bisogna sopportare!! purtroppo è così ovunque come quando ho attivato la posta certificata, ho detto in un attimo ho i documenti che mi servono! le ultime parole famose, prime ti crei account poi ti arriva mail "la tua richiesta è stata inoltrata" poi aspetti che te la accettino, una volta accettata ho detto e vai! no! ho dovuto aspettare almeno 24 o 48 ore adesso non ricordo e andare in posta fare la coda e farmi attivare tutto!!! uno strazio!!

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    1. Ahahah ecco, questa cosa neanche ci provo a farla ;) Inetto come sono...

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  2. Ahahah, fantastico!
    Mi hai fatto ricordare le vicissitudini vissute da mr.Fedo( informatico) per aiutare un ragazzo ad iscriversi tramite web alla sua facoltà. Un delirio... Peggio che in un labirinto.
    Come sempre apprezzo molto le tue citazioni, ma questa è un'altra storia... :-)

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    1. Ahahah comprendo bene la frustrazione di Mr Fedo! "Ci sono cose che non si possono capire con la riflessione, bisogna viverle" e per esperienza vissuta so bene che certi siti universitari sono così intuitivi che neanche i loro creatori ci capiscono qualcosa ;)
      Sono felice di sapere che apprezzi le mie citazioni :D
      Spero che il prossimo episodio non ti deluda :*

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  3. Non ne parliamo! Io sto combattendo con le ventordici sedi distaccate della segreteria studenti (credo che quella utile alla domanda per i Tirocini si trovi dietro l'armadio per Narnia),con i loro orari insulsi (2 ore la mattina del lunedì e del venerdì,riposo totale il mercoledì,due ore i pomeriggi del martedì e giovedì,sabato e domenica chiusi perchè poverini,saranno stanchi di giocare a spider!)e con una burocrazia bastarda che più bastarda non si può! Non sanno nemmeno dove stanno,figurarsi se riescono a darmi le risposte necessarie alla mia esistenza accademica!
    L'ultima,per esempio è stata questa:
    Io- Mi scusi dovrebbe calcolarmi la mora per la tassa universitaria che non ho pagato in tempo.
    Segretaria- Eccola.
    Io- Ma qui c'è scritto che debbo pagarla entro tre ore dalla consegna di questo foglio e son già le 11 del mattino! Non c'arrivo.
    S-Ci pensava prima.
    I-Certo,perchè la mattina invece dei biscotti mangio banconote da 500 euro. Almeno mi dica dove sbrigare le pratiche per il passaggio di corso di laurea.
    S- Mi dispiace,a quanto ne so ci doveva pensare il 22 LUGLIO.
    I- In piena sessione estiva? Ma che senso ha?
    S- Allora ne parli con il preside del suo dipartimento.
    I.Ma m'ha mandato lui qui!
    S- Non so che dirle e mi blocca la fila.
    Per fortuna non ho bibliotecarie come MoViola :D La mia,anzi,è una tipa molto attiva,sempre pronta a fare quattro chiacchiere e sempre piena di trucco,parrucco e vestiti degni di un manga xD

    P.s. scusa il commento chilometrico,ma questo tuo post è troppo veritiero e hai tutta la mia comprensione e il mio sostegno psicologico :D

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    1. Non devi scusarti di nulla, ti assicuro anch'io tutta la mia comprensione e il mio sostegno psicologico per i soprusi e le sevizie che dobbiamo subire :(
      Comunque avrei tanto voluto assistere al tuo botta-e-riposta con la segretaria! :D "La mattina invece dei biscotti mangio banconote da 500 euro" ahahahahahahahah vorrei riuscire a dirle queste cose, e non solo pensarle! :D
      Stringiamo i denti e facciamoci coraggio! :*

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    2. Eehehe,diciamo che mi son trattenuta perchè le avrei potuto dire cose ben peggiori! xD
      Anzi,da quando sono all'università mi trattengo parecchio visto che molti professori non hanno il coltello dalla parte del manico ma direttamente tutto il set da 25 coltelli per l'arrosto!Ma mi son accadute certe cose (o ho assistito ad alcune scene) da far diventare il sangue acido cloridrico! -.-
      Prima o poi scoppierò,altro che coraggio :D

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    3. E ma perché non sfogarsi e condividere con noi queste "scene" scabrose? Di' la verità, sei nel programma protezione testimoni? O___O

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    4. Ho capito, non ti vuoi sbilanciare ;)

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    5. Diciamo che prima voglio quella minchia di laurea e poi scrivere un libro su tutto quello che ho visto così da esser ospite fissa dalla "bravissima" Barbara D'Urso xD
      Pensa,mi sto pure allenando a far la faccia truce ed afflitta! xD

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    6. Ecco, questo è essere furbi... non fare come me, che vivo nel terrore! :D
      Non vedo l'ora di vederti nel salotto di Barbara D'Urso, magari come tuo vicino di poltrona! :D

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    7. Solo se invita anche Sgarbi xD Ho voglia di provare l'ebrezza del "capra capra capra" :D

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    8. Ahahahahah credo che Sgarbi tirerebbe fuori i miei istinti più animaleschi.... altro che capra, tigre inferocita >___<

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  4. Me encantas! Escribes de maravilla.
    Complimenti da una prof. spagnola.

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    1. ¡Muchísimas gracias! Me alegra mucho que le guste :D Pero... Para ser sincero, me alegraría aún más si me diciera que no trabaja en mi universidad :D Ahahah ¡no me haga preocupar por favor! :)))

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  5. Te sigo desde hace algunos meses y te "uso" para mejorar mi italiano :)
    No te preocupes, estoy lejos: enseño español en la Statale di Milano.

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    1. Grazie, è un bellissimo complimento: spero di esserti stato d'aiuto! :D
      (mi sono permesso di passare da "usted" al tu)
      Comunque, è buffo... al momento di scegliere l'università avevo deciso di iscrivermi proprio alla Statale di Milano, ma poi ho cambiato idea all'ultimo momento. Una coincidenza o un segno del destino? :) Forse sarei proprio dovuto venire da voi!
      Grazie mille ancora! :D

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  6. Io nel destino ci credo, e come! Chissa, magari fra qualche anno vieni alla Statale, ma come insegnante: il talento e la passione ce li hai :)

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    1. Magari! Verrei di corsa :D Potrei ambire alla cattedra di Miscellaneologia...
      Grazie mille, comunque... sono davvero lusingato! Troppo troppo gentile :)

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