lunedì 28 ottobre 2013

Rendez-vous con gli dei Vudù


Aspettando Halloween, un post da mandar giù in un sorso come un chupito di rum.
E' da tempo immemore che non scrivevo di curiosità pseudo-educative come l'illuminante Guida semiseria alle lingue inventate e/o segrete,  perciò penso sia davvero arrivato il momento di risollevare il livello culturale di questo pretenziosissimo blog, e lo farò iniziandovi, che lo vogliate o no, ad uno dei più affascinanti, inquietanti, ma anche spiritosi (e spiritici) credo del mondo. Dimenticate zombie e bamboline: quelle zozzerie le fanno solo i bokor, cioè gli stregoni malvagi. In realtà  ho appreso che il Vuduismo è una religione orientata verso il bene, come qualunque altra (dichiara di essere). In più è estremamente fantasiosa e sicuramente unica nel suo genere: prendete delle antiche divinità africane appena sbarcate ad Haiti dalle navi negriere, mixatele con i santi cattolici dei colonizzatori, aggiungete al tutto fiumi di rum e shakerate a ritmo di calypso...
Cosa otterrete? Un curioso sincretismo religioso noto come Vudù.
Se gli schizzinosi dei greci non rinunciano mai all'ambrosia per soddisfare i loro palati raffinati, gli dei Vudù hanno gusti molto più semplici e non dicono mai di no ad un drink. Più che assemblee sull'Olimpo le loro sono riunioni degli Alcolisti Anonimi, sebbene poco riuscite: i vuduisti offrono alle loro divinità libagioni di bevande alcoliche e persino omaggi in sigarette e sigari. Ogni nume, inoltre, ha le proprie preferenze: c'è chi esige il rum on the rocks e chi invece i soft-drink, chi accetta solo sigarette senza filtro e chi non può rinunciare a un bel Romeo y Julieta. Buone notizie per gli amanti degli Appletini: nessun dio sembra preferirli, perciò scoliamoceli pure a volontà senza temere di incorrere nell'ira divina.
Insomma, gli dei Vudù, in generale, hanno un modo di fare più rilassato, easy-going e informale rispetto ai colleghi barbuti e perennemente accigliati di altre professioni religiose: niente ordini dall'alto, richieste a trabocchetto (tipo "uccidi tuo figlio per me") o anatemi biblici (tipo "Eva, tu partorirai nel dolore"), ma piuttosto un amichevole "Che c'hai una siga?". I fedeli li chiamano con epiteti affettuosi come "Mamma", "Papà", "cugino" o "signorina", e loro d'altronde non si prendono mai troppo sul serio: sono sboccati, narcisisti, sessualmente disinvolti e un po' irascibili, ma anche bonari e generosi. Il modo in cui sono rappresentati potrebbe sembrare quasi caricaturale all'occhio di noi europei, abituati ad aureole occhiute e tuniche bianche (alcuni, a dire il vero, sembrano appena rientrati da un concerto dei Village People, tipo Agwe), ma al di là del sorriso che può suscitare, questa pratica rivela tragedie come la deportazione, la schiavitù e la povertà. Per questo molte divinità hanno chiaramente una funzione consolatoria.
Innanzitutto i loa (gli dei) sono tantissimi, tutti al servizio dell'elusivo dio supremo, Bondyeu (dal francese bon dieu, "buon dio"). Ecco qui riuniti per l'aperitivo i più pittoreschi:
Erzuli Freda è la loa che dell'amore, della fertilità, della danza, del lusso e dei fiori. Immagino non faccia altro che abbassare la tavoletta del water e raccogliere da terra un'infinità di calzini sporchi, dato che ha ben tre mariti: Damballa, Agwe e Ogoun. Civettuola e vanitosa, adora ricevere in dono gioielli, dolci, profumi e liquori. Veste di rosa e disegna cuoricini dappertutto. Come ogni casalinga disperata, però, Erzuli Freda è intimamente insoddisfatta. Sente che nella sua vita immortale manca qualcosa, per questo essere posseduti da lei è un po' come prendersi una sbornia triste: piangi, sospiri e ti strusci troppo affettuosamente con qualunque straccio d'uomo ti capiti tra le mani. E' associata alla Madonna di Lourdes (ma a me ricorda anche Gabrielle Solis: ce la vedo proprio, ad amoreggiare col giardiniere sedicenne nel capanno degli attrezzi.)
La Sirène, una delle dee più famose, conosciuta anche come Mama Wata, è la tipica bellezza al bagno: dalla vita in su una bellissima donna di colore, dalla vita in giù pesce o serpente. Passa gran parte del suo tempo a pettinarsi i capelli (spero per lei che prima almeno se li piastri), agghindarsi e a rimirarsi nello specchio, e non di rado ha rapporti con gli uomini (benché mi azzarderei ad arguire che la sua singolare anatomia le impedisca di cimentarsi nelle pratiche amatorie tradizionali.) Esige però assoluta fedeltà: passi la coda di pesce, ma le corna mai!
E' una maniaca dell'igiene: le si offrono sempre oggetti profumati, come sapone, incenso e pomate. Negli ultimi tempi i fedeli hanno preso a dedicarle persino libagioni di Coca-Cola. E qualcosa mi dice che a lei piacerebbe di sicuro una bottiglietta col suo nome sopra.
Agwe è il dio delle acque, dei pesci e delle piante acquatiche, nonché protettore di pescatori e marinai. Coraggioso e virile, è rappresentato come un ufficiale gentiluomo: un mulatto dagli occhi verdi che, come Sailor Moon, veste alla marinara. E' conteso tra le due dee sopraccitate, entrambe sensibili al fascino della divisa. Coloro che vengono posseduti da lui sono soliti urlare ordini peggio del capitano di Full Metal Jacket e fare il saluto militare. Non mi stupirei se prendessero anche a cantare In the Navy.
Agwe, comunque, si tratta piuttosto bene: gli vengono offerti champagne, modellini navali (ora so cosa fare del mio modellino della Costa Fortuna ricevuto in omaggio), rum, polvere da sparo, cibi speziati e montoni la cui lana è stata tinta di indaco (quanto a richieste strane, batte anche Madonna.) E' associato tanto a San Ulrico quanto all'Arcangelo Raffaele, anche loro tradizionalmente raffigurati con un pesce in mano.
Poi ci sono Erzuli Danto, la loa della maternità, dichiaratamente lesbica, protettrice delle mamme single, e la malvagia Marinette "dalle braccia secche", scheletrica patrona dei lupi mannari. E pensare che da noi, in Italia, lesbiche, mamme single e lupi mannari devono beccarsi gli sguardi di disapprovazione del parroco... altro che divinità tutelari! (Basterebbe anche maggiore tutela legale.)
Come ogni dinastia mitologica, anche i Vudù hanno la loro famiglia Addams: i ghede, un gruppo di dei mortiferi ma più allupati di Gomez e Morticia. Tra i membri illustri, ricordiamo Baron Lacroix ("il barone della croce" in francese), Baron Cimitière ("il barone del cimitero") e Baron Criminel ("il barone criminale"), ma il più famoso è senza dubbio Baron Samedi ("il barone del sabato"), il dandy della compagnia, dio della morte, della sessualità, della magia e degli zombie, rappresentato solitamente come uno scheletro in smoking, con tanto di cappello a cilindro e occhiali scuri. In mancanza di rum e sigarette, accetta volentieri una coppetta di arachidi tostate e un bel caffè forte. Malgrado il fisico "asciutto", questo latin-lover psicopompo rimorchia più di qualunque altro dio Vudù: bazzica tanto i cimiteri quanto i bordelli, il tutto, naturalmente, di nascosto a sua moglie, l'avvenente Maman Brigitte, una delle rare loa di aspetto caucasico, con la pelle candida e due magnetici occhi verdi capaci di ammaliare qualunque mortale, sebbene i francesismi da scaricatore portuale spesso stonino con la sua immagine da fatalona.
Di gran lunga più educata e zuccherosa è Mademoiselle Charlotte, lo stereotipo della donna europea. Ai suoi devoti ordina solo bevande di colore rosa o blu (quindi immagino che la scelta si riduca agli Elisir Rocchetta, alla Gatorade e all'Angelo azzurro, che, diciamocelo, come drink è decisamente demodé.) Questa dea parla solo francese, perciò anche chi ne è posseduto si esprime in tale stucchevole lingua. Capricciosa e volubile com'è, è difficile ottenere favori da lei: sfortunatamente aiuta solo chi le sta simpatico, altrimenti a quest'ora avrei già una laurea in francese. Chissà se c'è un dio hispano-hablante, però...
Infine chiude il corteo Dinclesin, l'archetipo del colonizzatore e dello schiavista: sempre armato di frusta, è "affetto da una strana forma di cleptomania." Il suo trucco preferito consiste nel versarsi il rum nelle tasche senza bagnarsi, il potere "divino" più invidiato dai comuni mortali dopo la capacità di trasformare l'acqua in vino.
Ora che le presentazioni sono concluse, ditemi voi come si fa a non trovare adorabile un pantheon così!
Spero che questo non richiesto rendez-vous con gli dei Vudù sia stato di vostro gradimento, o almeno vi abbia suggerito qualche idea per festeggiare un Halloween diverso dal solito: magari state già pensando a un travestimento da Baron Samedi, a una seduta spiritica, una crociera ai Caraibi o un happy-hour con banane fritte e Havana Zombie (mai cocktail ebbe nome più azzeccato: provare per credere.) Io, anche per quest'anno, eviterò i rituali magici, visti miei precedenti. Sì, so che la rivelazione potrebbe scioccarvi, ma per un po', negli anni più bui della mia preadolescenza, sono stato anch'io un apprendista stregone. Non temete, sono passati secoli da quando ho deciso di chiudere con le ali di pipistrello e gli hocus pocus, un po' per colpa dell'inflazione, che non ha risparmiato nemmeno gli ingredienti per le pozioni, ma soprattutto perché mio padre cominciava a preoccuparsi davvero. Un giorno eravamo in auto, e lui mi guardava con una faccia scura, finché non si è fatto coraggio e, con un tono maledettamente serio, ha cominciato a dar voce ai suoi timori con queste esatte parole: "Come sai, a questo mondo c'è la magia bianca e la magia nera..."
Non so come intendesse continuare il predicozzo perché a quel punto sono scoppiato a ridergli in faccia di gusto: non è il genere di discorso che ti aspetteresti da un padre, e soprattutto non da mio padre. Non mi ha mai fatto il discorsetto "sulle api e sui fiori", figuriamoci se potevo immaginarmi che un giorno mi avrebbe fatto delle raccomandazioni sull'uso eticamente corretto della magia.
Eppure non riesco a reprimere un brivido di paura quando ripenso a quella volta in cui io e le mie amichette, appena tredicenni, chiedemmo all'antica dea celtica dell'amore, Aine, di manifestarsi facendo dividere in tre la fiamma della candela, cosa che - vi prego di credermi - avvenne, e per giunta subito dopo la porta della stanza si chiuse di scatto, mossa da un'improvvisa folata di vento. Senza contare poi la mia incauta, prima e ultima esperienza con una bambolina Vudù, che temo sia stata capace di provocare una frattura alla gamba al mio professore di matematica.
A volte mi faccio paura da solo...

Cliccate qui per scaricare la VERSIONE ILLUSTRATA di questo post,
con le superbe illustrazioni di Clyo (il suo blog: La vita puzza), che non
smetterò mai di ringraziare e idolatrare per questo regalo a dir poco divino!

 
 
Buon Ognissanti e a tutti voi un Halloween da urlo!
Intanto, commento o scherzetto...?


10 commenti:

  1. Wow,voglio una bambola vudù xD
    Qui,in un negozietto di oggettistica,vendono delle pseudo bamboline vudù a mo' di portachiavi,ma non credo siano quelle vere....e,soprattutto,non credo proprio che i numi africani le tollerino!
    Comunque,ad esser sincera preferisco i tarocchi delle sibille.
    E lo dico con cognizione di fatto giacchè,al liceo,predissi al mio scettico professore che si sarebbe ammalato post vacanze di natale e.....
    indovina? XD
    Gli venne la broncopolmonite durante la gita a lungo raggio :D
    Mancò,in totale,per due settimane da scuola e quando tornò,dopo aver lanciato la sua borsa in pelle sulla cattedra,mi indicò (stile Fra Cristoforo con Don Rodrigo) dicendo:
    "TU PER QUESTA SETTIMANA SARAI INTERROGATA SU TUTTO". xD

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    1. Ahahahahahahahahahahaha! Sì in ogni classe c'è una sibilla! :D
      Comunque credo che ogni professore dovrebbe assicurarsi contro le fatture di noi studenti! :D

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    2. Esatto xD Anche se,debbo dirlo,all'università ho perso "ogni potere" :( :(

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    3. Credo che ricevano così tante maledizioni che si annullano a vicenda! :D

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  2. Dai! Meraviglioso!
    Mi hai "resuscitato" (si dice così giusto?) il ricordo di Jemanja, la dea del mare più volte citata da Amado, ma anche il Latin rap degli Orishas (ahimé).
    Comunque queste descrizioni sono fantastiche, mi viene quasi voglia di fare delle illustrazioni a tema :-D

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    1. *______* Io... Contribuire ad ispirarti... Che bello *____*...
      Le tue illustrazioni sarebbero meravigliose! Pensaci! *____*p

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  3. Fortissimi e affascinanti questi dei vudù, grazie per averceli presentati! Arrivata a un certo punto della lettura (ai ghedi) in effetti mi è proprio venuto in mente "bella idea per un travestimento Halloween
    originale!" E la scena di tuo padre che ti dice quella frase, me la vedo come l'avessi davanti, fantastica! :) Ps: mi sa che tra le due sei più portato per la magia nera, visto ciò che hai combinato da ragazzino ;)

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    1. Ahahahahahah ti ringrazio per aver apprezzato tanto le presentazioni che i miei primi approcci alla magia! :D Fammi sapere poi quale costume hai scelto! :D Sicuramente sapresti azzeccare la mise giusta per ogni loa... :)

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    2. Per stavolta non ho festeggiato nè mi sono travestita, ma li tengo buoni per il prossimo anno (o per un post sul mio blog, casomai ;)

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    3. Certo, c'è sempre il prossimo Halloween :)

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