lunedì 2 febbraio 2015

La posizione del kaki

"Se tu desideri la grande quiete, preparati a sudare bianche perle" (Hakuin Ekaku)
Avete presente quei cartoni della Disney con protagonista Pippo che si cimenta in strampalate imprese sportive? Con quella voce fuori campo che commenta in stile documentaristico le sue avventure? Sì, quelli tipo "Pippo e lo sci", "Pippo e il football" o "Pippo e la pesca?" L'episodio di oggi è "Pippo e lo yoga", con un singolare re-casting che vuole il sottoscritto al posto del dinoccolato cane antropomorfo che tutti conosciamo. 
Qualche settimana fa la mia atletica amica Angy, che sembra sempre uscita da una pubblicità dei cereali Special K, mi ha proposto di accompagnarla ad una lezione di prova per essere introdotti all'antica pratica dello yoga, e ovviamente non mi sono lasciato sfuggire l'occasione. Oltretutto, con gli attacchi d'ansia che precedono la mia laurea al pari delle doglie che preannunciano il parto, la proposta è giunta con un tempismo che oserei definire karmico. Diciamo che ho visto in Angy uno strumento attraverso cui l'universo ha voluto dirmi qualcosa. In più per Natale, sorprendendo anche me stesso, mi sono fatto regalare una felpa della Champion, che è un po' come come se a Gandhi venisse un'improvvisa voglia di BigMac. Insomma, non ho voluto mettermi contro l'universo.
Così eccoci davanti al centro olistico di cui non conoscevamo nemmeno l'esistenza. Prima ancora di suonare il campanello la receptionist prevede la nostra mossa e ci apre la porta (deve avere il terzo occhio ben allenato), accogliendoci tra arazzi orientaleggianti e cuscini con ricami d'oro a riprodurre il firmamento. La ragazza si presenta appropriatamente come Luna e ci indica gentilmente la via che conduce all'Illuminazione, che naturalmente passa prima dagli spogliatoi. L'illuminazione della stanza adibita allo yoga, a dirla tutta, è scarsa: immerse in una penombra mistica, una decina di ragazze galleggiano nel mare serenitatis, come ninfee in uno stagno, sedute immobili sui loro tappetini nella posizione del loto. Scopro ovviamente di essere l'unico maschio, se si eccettua l'uomo sulla quarantina, dalla testa rasata, la barbetta caprina e il kimono blu notte, che dal fondo della sala osserva vigile ogni mossa delle sue allieve. "Benvenuti" ci accoglie il Maestro. "Prendete i tappetini dietro di voi" ci ordina subito dopo, parlando un po' a scatti, con un tono morbido ma deciso, il che ci porta a pensare, complice il buio, che sia giapponese. Poco dopo scopriremo che è italiano, ma ha preso i voti a *inserire nome di un paese asiatico che non ho capito* ed è diventato monaco zen. Visto com'è vestito, è il caso di dire che l'abito fa davvero il monaco (anche quello zen.)
Un po' impacciati, ci sediamo e proviamo a metterci in posizione. In realtà i piedi non riesco proprio a poggiarli sull'interno-coscia come fanno tutti gli altri, perciò più che posizione del loto mi è venuta la posizione del... non so, direi una posizione del kaki.
Io ed Angy intanto ci scambiamo occhiate in tralice nella semioscurità, cercando con enorme sforzo di trattenere la parte più  immatura di noi, perché temo proprio che il Maestro sarebbe perfettamente capace di spaccarmi una canna di bambù sulla schiena al minimo accenno di risata. Poi però si rivela anche troppo amichevole quando ci dice di alzarci, girare per la stanza e abbracciare gente a casaccio, e poi di stringerci la mano guardandoci negli occhi l'un l'altro. Le estranee che abbraccio sono tutte molto affabili e non sembrano avere troppa fretta di lasciarmi andare, a differenza mia che temo di risultare troppo appiccicoso anche solo trattenendomi un secondo di più. Il Maestro finisco con l'abbracciarlo almeno due volte e lui praticamente mi rimesta gli organi con due sonore pacche sulla schiena: "Non dovete essere timidi. Guardami negli occhi, Raffaele!" La sua voce pacata a questo punto si fa un ruggito che, per quanto gioviale, mi fa trasalire, e mi affretto a ricambiare il suo sguardo intenso e leggermente mandorlato. "Passiamo la vita intera a vergognarci di esistere, ma che cosa abbiamo fatto di male per non poter guardare qualcuno negli occhi?"
Dopo questi imbarazzanti momenti di team-building, facciamo ritorno ai nostri tappetini e il Guru riprende a darci i suoi pacati ordini, che diventano via via più ineseguibili. I corpi flessuosi delle mie compagne mi fanno sentire come Mulan al primo giorno di addestramento, e mi ritrovo a sbirciare di continuo la schiena ampia e muscolosa della ragazza più vicina, che mi sembra la più sciolta del gruppo. Tra l'altro assomiglia maledettamente alla protagonista di Revenge: capelli biondi, sorriso mite e nervi d'acciaio. Non mi stupirei sei fosse esperta anche di arti marziali.
Comunque, la sensazione di inadeguatezza cresce sempre più quando il Maestro se ne esce con istruzioni fumose del tipo: "Adesso sollevatevi sulle punte dei piedi e contemporaneamente portate il terzo chakra alla terra." E vai a capire dov'è! Grazie a Krishna, precisa poco dopo che si tratta dello stomaco.
Non so come, ma mi ritrovo a fare movimenti che credevo possibili solo per la bambina invasata del videoclip di Chandelier, e nel giro di pochi asana ho le gambe e le braccia aggrovigliate in un modo che neanche un navigato lupo di mare saprebbe sbrogliare. Ma c'è dell'altro: mentre te ne stai così, in equilibrio precario, con ogni fibra del tuo corpo che pulsa di dolore e gli arti più intricati delle cuffie di un iPod, il Guru è capace di chiederti, con aria serafica, di rimanere inginocchiato "poggiando tutto il peso del corpo sulla punta del piede destro", mantenendo il "piede sinistro sulla coscia destra", e come se non bastasse, di massaggiare "col pollice destro la pianta del piede sinistro." I miei pensieri sono, prima di tutto, "eh?", secondo di tutto, "ma come faccio ad auto-massaggiarmi anche la pianta del piede quando non ci vedo più dal dolore e per di più sto per rotolare via come un pangolino appallottolato?!" 
"Non smettete di respirare" ricorda ancora il monaco, soavemente. "Dovete ritrovare il piacere di respirare. Non datelo per scontato."
Il multi-tasking non è mai stato il mio forte: rimanere immobile in una posizione disumana, massaggiarsi il piede e doversi anche ricordare di continuare a vivere mi sembra chiedere davvero troppo. Improvvisamente fa un caldo bestiale, mi scopro sudato come un maiale al curry e inoltre dallo specchio noto che la mia faccia ha raggiunto una tonalità di blu elettrico da far invidia a Vishnu. "Pensavi che qui dicessimo solo 'ohm', vero?" domanda ironico il Maestro, con una ristata tonante: "Ahaha!" Poi il suo viso torna immediatamente imperturbabile come un lago di montagna.
La seconda parte della lezione per fortuna è stata meno simile a una tortura: le posizioni da supino o da sdraiato mi riescono meglio (e non fate battute, che tanto so a cosa state pensando.) Anche il Guru se ne accorge, perché viene a darmi una carezza sulla testa mentre me ne sto a gattoni sul pavimento con una gamba sollevata: "Hai visto che questo lo sai fare? Sembri la Cuccarini!"
Puntavo al modello Heather Parisi, ma non c'è male, per uno che non ha nemmeno mai giocato a Twister. 
L'ultima posizione - inginocchiarsi, incrociare i piedi e poggiare il sedere sui talloni - è in apparenza la più semplice, ma in realtà più che un esercizio è un supplizio. Eppure, alla fine della lezione, non mi sento stanco, né dolorante. Provo anzi una sensazione di benessere. Tutti i miei sette chakra sono ben oliati, allineati e girano che è una meraviglia. Mi sento come se il mio spirito avesse lasciato temporaneamente la sua prigione fisica e avesse vagato in un limbo dove il cellulare non prende e non esistono preoccupazioni, per poi rinfilarsi nel mio corpo ritrovandolo più comodo ed energico di quanto ricordasse. Ho pensato che forse è così che si sentono i credenti quando tornano dalla messa. Per un'ora sono stato concentrato su me stesso, sul mio corpo, sul mio respiro, ma allo stesso tempo ero in comunione con altre persone intente nella stesse attività. Ho sentito, per la prima volta da non so quanto tempo, di far parte di un gruppo. Non come quando la catechista col rossetto ben oltre il contorno delle labbra mi veniva a prendere dalle ultime panche per portarmi in prima fila con gli altri bambini: "Ma io voglio stare seduto con mia sorella" protestavo, e lei: "Ma no, vieni davanti con gli altri bambini", "Ma io voglio stare con mia sorella!", "Ma qui siamo tutti fratelli e sorelle!" Col cacchio, catechista! Di sorella ne ho una e mi basta...
Mentre le altre allieve arrotolano i loro tappetini il Maestro si materializza davanti a me. "Mi ricordi un po' me quando ho iniziato" confessa.
"Ah, davvero? Be', grazie, è un bel complimen..."
"Nel senso che anch'io ero rigido come un tronco di teak."
"Oh."
"Ma tu hai resistito più di me nell'ultimo esercizio" aggiunge. "Continua ad applicarti e vedrai che non sentirai più dolore. Anche il viaggio più lungo comincia con un passo." Poi mi saluta con un piccolo inchino e sparisce lasciando nell'aria una scia di incenso e patchouli
Dopo questo incoraggiamento, torno insieme ad Angy nello spogliatoio, dove ci scambiamo un sorriso di appagamento, scoprendoci entrambi rigenerati e finalmente liberi dalle solite preoccupazioni terrene e dalle basse esigenze della carne.
Poi, appena usciti in strada, ci chiediamo, quasi all'unisono: "Ma i monaci zen... possono fare sesso?"

Illustrazione di Charlotte Trounce.

6 commenti:

  1. No, va beh... Io la cosa degli abbracci non l'avrei mai fatta!!! Sarà che mi sento colpevole con tutto l'universo, ma no.
    Però mi sembra che tu sia andato abbastanza bene, io ci metto una settimana a riprodurre le mosse yoga che mi propone il wii fit, e mi monto la testa per la posizione del guerriero che è l'unica che mi riesce al primo colpo ( stare in piedi con una gamba davanti all'altra e le braccia allineate alle gambe... WOW)
    tanta stima a te, Raffy!

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    1. Ahahah grazie! :D
      Ti dirò, il fatto che c'era penombra e che tutti sorridevamo in evidente imbarazzo ha reso l'esperienza dell'abbraccio casuale abbastanza sopportabile :D Ho vissuto momenti peggiori, diciamo...
      Anch'io comunque facevo yoga con la Wii! Le uniche che riuscivo a fare però erano Albero (la mia preferita), Mezzaluna, Guerriero, Posizione Potente (massacrante!) e un'altra posizione da sdraiato che ora non ricordo... e facevo sempre quelle, anche se il mio sogno era riuscire ad eseguire la posizione del Signore della Danza! *___* Solo a dirlo mi vengono i brividi *___* Il Signore della Danza!
      Tu chi hai come tutor virtuale? La ragazza o il ragazzo? Io scelgo sempre la ragazza (che ho chiamato Wiinona) perché il fisico del ragazzo (che ho chiamato Wiilbur) mi mette in soggezione :(
      Comunque non perdiamoci d'animo e teniamo duro! :D Namasté!

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    2. La Posizione Potente non la conosco! Io lo uso in inglese, forse ha un altro nome ( o forse è da talmente tanto che non faccio esercizi che mi sono dimenticata tutto). Anche io uso la ragazza, perchè ho paura che il tizio sia più severo, poi ormai siamo entrate in confidenza: ogni tanto mi racconta che ha fatto tardi la sera e i cacchi suoi :-D

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    3. Ahahah anche a me dice che ha fatto le ore piccole, ma non ho capito se se la fa con Wiilbur XD

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  2. Ahahahahah non so se essere lì a osservare laa scena mi avrebbe fatta ridere come ho riso ora, leggendo il tuo racconto :) (ah, pensandoci forse non avrei potuto ridere hihi)
    Bobo, continua così e vedrai che riuscirai a diventare piu snodata di heter parisi! :p

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    1. Ahahah non so bobo, forse l'atmosfera mistica ti avrebbe trattenuta dal ridere ... O forse non avresti avuto il fiato ;)
      Comunque vedrai che un giorno di questi arriverò a casa tua via levitazione ;)

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