martedì 15 maggio 2012

"Dark Shadows": Tim Burton vampirizza Tim Burton?

La mia espressione perplessa mentre
guardavo il film era più o meno così.
Il post contiene tracce di spoiler.
Dark Shadows
: ombre oscure. Infatti il film non brilla, ma... soprattutto non brillano i vampiri, ed è già qualcosa!
Possiamo tirare un sospiro di sollievo: di sfavillante c'è solo la palla da discoteca.
Finalmente un succhiasangue come si deve! Barnabas Collins (Johnny Depp) è cadaverico, famelico ma sempre elegante, con occhi incavati, canini affilati, lunghe dita artigliate e capelli corvini. Ma soprattutto è un vampiro col pedigree: piuttosto che dormire su sette guanciali, preferisce la rassicurante imbottitura di una bara, gli specchi non riflettono la sua immagine, è altamente combustibile se esposto alla luce del sole e in più con il suo sguardo magnetico è in grado di ipnotizzare chiunque e renderlo suo schiavo. Insomma, proprio quando pensavo non ci fossero più i vampiri di una volta, quando temevo che si fosse perso lo stampino, ecco un vampiro vecchio stile, discendente diretto del Conte Dracula e di Nosferatu. Purtroppo non si trasforma in pipistrello, ma bisogna accontentarsi. Almeno non zompetta da un albero all'altro come una bertuccia, caricandosi l'amata sulla schiena a mo' di zainetto.
Come avrete intuito, sto parlando dell'esangue protagonista dell'ultima fatica di Tim Burton. E quando dico fatica, intendo letteralmente, perchè a me Tim ultimamente sembra un po' "stanco e fuori-forma".
La trama ruota intorno a Barnabas Collins (Johnny Depp), che, maledetto dalla perfida strega Angelique (Eva Green), da lui respinta, viene trasformato in un vampiro e sepolto vivo, fino al 1972, quando verrà liberato accidentalmente. Spaesato e confuso, Barnabas è però deciso a risollevare le sorti della sua famiglia, ormai caduta in disgrazia, e a liberare sè e i suoi discendenti dalla terribile maledizione che grava su di loro.
La disco music del trailer mi aveva guidato seducente verso la sala cinematografica più vicina, promettendo un'esilarante commedia gotica a metà strada tra la famiglia Addams, Scooby-Dooh e La febbre del sabato sera.
In realtà, nonostante i siparietti e le battute mordaci, la narrazione procede vivace e incalzante quasi quanto l'andatura di uno zombie. Escludendo la spumeggiante colonna sonora, il ritmo è da marcia funebre.
Poi ci sono le scene à la Frankenstein, cioè cucite insieme alla bell'e meglio e senza un motivo apparente (il ruolo del padre degenere, per esempio, non ha ragione d'essere, anche se l'abbandono paterno è un topos burtoniano), e in più alcuni misteri rimangono senza soluzione (la padrona di casa, Elizabeth Collins Stoddard alias Michelle Pfeiffer non me la conta giusta). A giudicare dal finale, però, non escluderei un seguito. D'altronde il film è tratto da una soap-opera...
Insomma, Dark Shadows non è una delusione totale, ma neanche un capolavoro. Tim Burton non sembra quasi più in grado di reggere il confronto con se stesso e replicare quell'incanto gotico che ha reso Nightmare Before Christmas, La sposa cadavere o Edward mani di forbice i suoi capolavori.
Detto questo, il film non manca di aspetti gustosi: la citazione, nel finale, del capolavoro trash La morte ti fa bella  è una perla preziosa, e, più in generale, Burton non delude mai con le sue atmosfere malinconiche. Straordinari il maniero di Collinwood, con i suoi ingegnosi passaggi segreti e le grandiose decorazioni gotico-ittiche, o il cupo villaggio costiero di Collinsport (personalmente stravedo per i paesaggi marittimi tenebrosi). Non manca il romanticismo orfico e malato delle storie d'amore burtoniane, sempre sospese sul baratro dell'ultraterreno, come uscite dalla penna di Edgar Allan Poe. Il finale ricorda un po' troppo Stephenie Meyer, ma qui le scene conclusive hanno un'intensità drammatica da film in bianco e nero che eclissa totalmente la recitazione da film porno di Eclipse o Breaking Dawn (non che ci voglia poi molto). Da brividi le scene che raccontano la spettrale infanzia della misteriosa istitutrice Vicky, interpretata dall'ectoplasmatica Bella (!) Heathcote, una pallida ninfa burtoniana, sfuggente ed eterea come una novella Euridice.
La storia d'amore tra Vicky e Barnabas, però, sembra staccarsi come un film a sé stante dal resto della trama: questo amore che sfida la morte, infatti, è poco credibile se accostato alla generosità sessuale random del protagonista. Voi ci andreste mai a letto con una che ha ucciso i vostri genitori e la vostra fidanzata, vi ha trasformati in vampiri e vi ha rinchiuso in una bara per duecento anni? Per quanto possa essere ben conservato il suo décolleté?
Poco convincente, poi, è anche l'interpretazione della stessa Eva Green (la strega Angelique). Devo ammettere però che la parrucca bionda in contrasto con le sopracciglia scure erano davvero da film horror (ma non quanto Anne Hathaway in Alice in Wonderland). Prevedibilmente impeccabili, invece, Michelle Pfeiffer, nel ruolo della sorniona padrona di casa, e le due muse maledette di Burton: la moglie Helena Bonham Carter (la vanitosa psichiatra di casa Collins) e Johnny Depp, ormai suo figlio adottivo.
Detto questo, non ci resta che aspettare Frankenweenie, anche se la scelta di portare sullo schermo il remake di un suo vecchio cortometraggio la dice lunga sul blocco creativo di un genio del male come Tim Burton.


2 commenti:

  1. Oddio! Il film ancora non l'ho visto, ma hai confermato le mie paure: zio Tim non è più in forma come un tempo ç_ç *piang piang*
    Ho notato un calo del regista nel film di Alice in Wonderland e per quanto trovassi adorabile il trailer di Dark Shadows sentivo nelle viscere che questa pellicola non sarebbe stata una dei suoi film meglio riusciti. Ed è come hai detto tu: "Tim Burton non sembra quasi più in grado di reggere il confronto con se stesso". Mai cosa fu più vera. *sospir*
    La decisione di portare sul grande schermo Frankenweenie in compenso non mi è parso un tentativo - passami il termine - "disperato", in fondo ai tempi questo cortometraggio non aveva mai visto la luce nelle sale, giudicato all'epoca troppo... forte? Mah.
    C'è da dire che se andiamo a vedere i suoi progetti futuri, ahimé, sembra aver perso l'inventiva. Dobbiamo pensare al peggio?

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  2. :( sì, purtroppo temo di sì... qualche tempo fa Frankenweenie l'ho visto su Youtube... è carino, ma la storia non mi fa impazzire, anche perchè non impazzisco per i cani, figuriamoci i cani zombie. Credo che mi consolerò con i suoi film meritevole. Il peggiore, per me, è la Fabbrica di cioccolato... noia abissale. Quanto ad Alice in Wonderland, sono combattuto: bello per alcuni aspetti (l'atmosfera e alcune geniali intuizioni sceniche, il ricorso a molti elementi carrolliani tralasciati dalla Disney, il personaggio indimenticabile della Regina Rossa, Alice che cambia di vestito ogni dieci minuti *____*),deludente per altri (la scelta di "razionalizzare" una storia che "un senso non ce l'ha", le sopracciglia della Regina Bianca e la vestaglia ospedaliera che indossa Alice quando arriva a Marmorea)
    *piang piang*

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