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La scoperta più sensazionale dopo la Stele di Rosetta. |
Ricordate l'ippopotamo Pippo? Il pachiderma blu dalle folte ciglia finte che ha pubblicizzato i pannolini Lines dai tempi di Carosello ai primi anni '90 e di cui ho sempre avuto un po' paura? Pare che i pubblicitari l'abbiano ideato ispirandosi all'iconografia della dea-ippopotamo egizia, Taweret, divinità protettrice dei bambini e delle partorienti. La dea, infatti, veniva raffigurata in molti monili di lapislazzuli con le sembianze di un ippopotamo (quale dea non vorrebbe essere paragonata a tale, sinuoso animale, specialmente dopo la gravidanza?). Il colore turchese richiama il cielo, evocando la protezione divina sul neonato, mentre l'ippopotamo, unico mammifero terrestre ad aver scoperto i vantaggi del parto in acqua, è associato alla fertilità e alla femminilità.
Io stesso ho comprato inconsapevolmente un portachiavi di Taweret (dal Louvre) e l'ho attaccato, ignaro del suo significato, al mio astuccio di Topolino (spero eviterete qualsiasi commento sulla mia sindrome di Peter Pan).
Questo insospettato legame tra i pannolini staripanti di pupù liquida e l'ippopotamo sacro che popola le acque straripanti del Nilo ha colpito la mia immaginazione (già parecchio malata) e non ho potuto fare a meno di approfondire il tema, sbirciando dal buco della serratura delle antiche toilette egiziane e rovistando in cerca di reperti utili nelle insidiose nursery di Tutankhamon (di cui ho rinvenuto una tutina quasi polverizzata). Sarà forse una coincidenza che ad Halloween, quando ci si vuole travestire da mummia, per auto-imbalsamarsi, si ricorra alla carta igienica? Sicuramente no.
Per di più, sfogliando il manuale di Storia della Medicina della mia amica Anny (una lettura leggera da concedersi davanti al camino, con una tazza fumante di cioccolata calda) ho letto che il clistere era considerato un'invenzione del dio egizio della sapienza e della magia, Thot, che si sarebbe ispirato all'abitudine dell'ibis (suo animale sacro) di aspirare l'acqua col becco per poi introdurla nell'intestino e far brillare così le sue pareti rettali (un plauso va al contorsionismo dell'ibis e alla poesia delle sue abitudini igieniche).
Insomma, l'antica civiltà egizia è ormai da tempo tramontata, ma continua a regnare tacitamente nei nostri bagni. Perchè mai questa - non proprio nobile - associazione? Come mai il regno dei Tolomei si è trasformato nella patria della morbistenza? Sarà perchè, al sol parlare di Antico Egitto, la nostra immaginazione rievoca le lussuose e fumose stanze da bagno (in stile Tesori d'Oriente) di Cleopatra?
La regina che, al cinema, è quasi sempre immortalata mentre sguazza, seducente, nella sua vasca di latte d'asina, con le ancelle pronte a detergere le sue morbide forme con delicati veli a doppio strato?
Non sarebbe meglio ricordare l'Egitto per le Piramidi? Per la Sfinge? Per la straordinaria cultura egizia? O quantomeno per l'ardente storia d'amore tra Antonio e Cleopatra, celebrata da Shakespeare, Dryden e chi più ne ha più ne metta? Questa sì che è una cosa da ricordare. Una passione folle, che li ha spinti a sfidare Roma, e li ha portati a una tragica, ma per questo gloriosa, morte. Oltre che al concepimento di due figli, Elio e Selene, dal greco "Sole" e "Luna", i cui nomi sembrano anticipare le discutibili scelte onomastiche delle coppie famose di oggi: Sole e Luna possono essere considerati gli antesignani di Oceano, Apple, Chanel, Nathan Falco e gli altri innominabili pargoli delle nostre celebrities...
Hey.
Aspettate un attimo.
Elio e Selene...
Sole e Luna...
Non mi direte forse che si sono ispirati ai figli di Tonio e Cleo per... Pampers Sole e Luna?!