lunedì 31 marzo 2014

La Biblioteca Classica di Raffy: Oh oh piccola Cathy

"Cause you're Heath and you're Cliff / A real hieroglyph / You're in then you're out
You're up then you're down /
You're wrong when it's right / It's black and

it's white / we fight, we break up / we kiss, we make up..."
(Heath n Cliff, di Catherine Earnshaw)
Cime tempestose ha ispirato film, fiction, canzoni in falsetto, balletti imbarazzanti e romanzetti rosa con in copertina statuari belloni dalla chioma al vento e la camicia strappata sul petto che stringono per le cosce fanciulle dall'aria estatica. Quando mi soffermo a riflettere sull'opera di Emily Brontë, però, io, come la maggior parte delle persone, penso immediatamente a Katy Perry. Entrambe nate da ecclesiastici, ed entrambe divenute famose sotto il segno dello scandalo.
Il succitato romanzo, unico parto letterario della figlia di un reverendo, fece andare di traverso il tè a gran parte della critica del tempo: un libro cupo, intossicante, pieno di gente che non sa dire neanche "che ora è?" o "mi passi il sale?" senza far cadere qualche santo dal paradiso, un malsano focolare dove ardono antichi rancori e superstizioni contadine, il tutto associato a rischiosi incroci genetici, violenze domestiche e discutibili metodi pedagogici. Le recensioni andavano da "E' un libro... strano" a "Come una persona possa cimentarsi nella lettura di un libro del genere senza suicidarsi dopo una dozzina di capitoli, è un mistero. E' un compendio di umana depravazione e innaturali orrori!"
Qualcuno ha avuto da ridire anche sull'iperrealismo linguistico: dovendo leggerlo in lingua originale per un esame di letteratura, non ho potuto evitare di covare un odio ardente per il già di per sé odioso servo Joseph, che si esprime solo in un impervio dialetto dello Yorkshire. Per me e la povera Isabella Linton, così chic e beneducata, non c'era verso di capire un'acca delle sue maledizioni bibliche.
Sicuramente non imprecavano mai i genitori di Katy Perry, entrambi predicatori, che non le permettevano di ascoltare "musica pagana." Così la California gurl è dovuta crescere a suon di Ave Maria e gospel (spero quantomeno che nascondesse i cd compromettenti sotto le assi del parquet come Lane Kim). Era inevitabile che, dopo un primo battesimo musicale con il country cristiano, Katy esplodesse in una sana, liberatoria canzonetta sulle sue fantasie saffiche, I kissed a girl. Per non parlare di Peacock, un brano falloforico in cui, dietro la ruota del pavone, peacock, si nasconde un cock di "fine architettura." Da lì a sparare panna montata dal reggiseno il passo è breve.
In America hanno un nome per questo genere di exploit trasgressivi: "prechear's kid syndrome", ovvero la sindrome del figlio di predicatori. Appartengono al club il filosofo Friedrich Nietzsche (un titolo a caso, L'Anticristo), il regista notoriamente ateo Ingmar Bergman e la shock-rock star Alice Cooper, tutti non esattamente dei chierichetti. Dato che in Italia non è così facile trovare figli di sacerdoti senza scomodare Lucrezia e Cesare Borgia, o comunque non è facile riconoscerli, il nostro unico punto di riferimento per analizzare questo fenomeno è Settimo Cielo. E la cucciolata del reverendo Camden non è poi così senza peccato: Mary e Lucy, per esempio, saranno anche ragazze casa-e-chiesa, ma fanno il giro largo.

Katy Perry si è chiaramente ispirata all'antica iconografia cristiana della Madonna del Latte,
anche detta Galactotrofusa o Virgo lactans, nella quale la Vergine viene ritratta nell'atto di
 allattare il figlio o spruzzare latte direttamente nella bocca di un Santo o un alto prelato.
Oltre allo spirito ribelle, Katy ed Emily sono accomunate dall'essere inguaribili gattare. Se la prima non si separa mai dalla sua Kitty Purry e riempie di felini i suoi video-clip, la seconda, oltre ad aver scritto un saggio in difesa del gatto, Le chat, manifesta più volte in Cime tempestose la sua vocazione lettiera-ria con frasi come: "conoscete quel particolare stato d'animo quando si è seduti da soli e la gatta sta leccando il gattino sulla stuoia davanti a voi e voi la guardate con tanta attenzione che se soltanto dimentica di leccare un orecchio, la cosa vi mette di pessimo umore?" Come no, mi succede tutti i giorni.
A dire il vero sono molte le similitudini e le allegorie con protagonisti cani e gatti che si inseguono per le turbinose pagine di questo capolavoro. D'altronde si tratta di una continua lotta degli opposti: meglio la civiltà o la natura selvaggia? La ragione o il sentimento? Il paradiso o l'inferno? Ma soprattutto, meglio il capello biondo o il capello bruno?
Un po' come Carrie Bradshaw, divisa tra due uomini, anche Catherine Earnshaw, egoista e volubile, si trova costretta a scegliere tra il raffinato Edgar Linton e il suo compagno di scorrazzate per le brughiere, Heathcliff (solo a dirlo la bocca fa scintille... Heathcliff!), trovatello un po' hot and un po' cold, che col tempo si trasformerà in un vendicativo, sadico demonio. Certe volte ho il sospetto che abbia ispirato lui alcune scene di Shining:
"... Mentre sedevo pensando a queste cose, la finestra alle mie spalle cadde sul pavimento per un violento colpo vibratogli dall'uomo che ho appena nominato, e il suo volto torvo apparve minacciosamente. La sbarre della finestra erano troppo vicine perché egli potesse farvi passare le spalle [...] I suoi capelli e i vestiti erano bianchi di neve, e i suoi denti aguzzi e cannibaleschi, che il freddo e la collera scoprivano, scintillavano nelle tenebre. 'Isabella, lasciami entrare o te ne farò pentire!' ringhiò..."
Insomma, due come Catherine e Heathcliff, legati da un amore morboso e distruttivo, li si ama e li si odia ad intermittenza. In un capitolo ti fanno venire gli occhi lucidi per la loro bruciante, imperitura passione, in quello successivo vorresti spingerli giù da una rupe, o da una qualsiasi cima tempestosa.
Ora che ci penso... ci sono le cime e c'è tanta gente scorbutica che fa fatica ad esternare i propri sentimenti: se non fosse ambientato tra le brughiere dello Yorkshire, "il paradiso del misantropo" potrebbe benissimo essere la murgia. Cime di rapa tempestose. E' una coincidenza che mia nonna abbia il vezzo di chiamare "Catarìn" le sue nipoti (ma anche altre ragazze), nonostante nessuna di loro si chiami Caterina?
Tra le Catherine concepite dalla Brontë, comunque, ho sempre preferito quella di seconda generazione (e se non avete letto il libro sarebbe meglio fermarsi qui.) La piccola Cathy (altrimenti detta Cathy 2.0) ha preso il meglio dei genitori: l'effervescente vitalità della madre e tutta l'eleganza e la bontà di suo padre. E poi è bionda. E legge di più (anche libri in greco e latino.) Come dice la governante Nelly Dean: "Non si può vedere [ma anche leggere di] Cathy Linton e non amarla."
E infatti non lascia indifferenti i suoi cugini, Linton Heathcliff (un nome, un ossimoro), lamentoso e malaticcio, né soprattutto il timido Hareton Earnshaw, un po' rozzo e inselvatichito, come lo sarebbe chiunque dopo essere stato allevato da un padre alcolizzato, un vecchio servitore filisteo e un perfido usurpatore, e aver trascorso l'infanzia in allegri passatempi come impiccare cuccioli di cane. Alla fine però Hareton viene su un bel ragazzone di diciotto anni, con quel sex-appeal da zotico di campagna che torna tutto a suo vantaggio.
In apertura del romanzo troviamo una Cathy II decisamente invelenita dal dolore e dalla segregazione a Wuthering Heights, che trova la sua unica fonte di diletto nel ritagliarsi qualche minuto per leggere davanti al camino e spaventare il superstizioso, vecchio Joseph assicurandogli di fare progressi nello studio della magia nera. Quando le vengono tolti anche i suoi amati libri, s'inventa il passatempo di intagliare le bucce di rapa (!) a forma di uccelli e altri animali.
Più tardi però l'infelice Cathy sarà protagonista di quella che per me è una delle scene più commoventi e luminose mai descritte da Emily Brontë: il momento di estrema tenerezza in cui insegna ad Hareton a leggere (guardate il minuto 4:27 di queste scene tagliate e poi rianimate de La Bella e la Bestia e ditemi se non vi sembra si siano ispirati a quei due.) Non so perché io, a differenza di molti, preferisca la seconda parte di Cime tempestose alla prima, e perché ami in particolare questo passaggio. Forse perché l'ho letto al liceo, quando trovavo l'analfabetismo un caratteristica affascinante. O probabilmente perché all'epoca era più facile convincersi che dare ripetizioni di greco prima dei compiti in classe equivalesse a un appuntamento romantico. Una cosa è certa: allora era molto più facile credere nel Teenage Dream!

6 commenti:

  1. Madonna ma sei meraviglioso!!!!! *_*
    Comincio ad essere indecisa su quale rubrica mi piaccia di più, se questa o gli Accademici Accadimenti... con quest'ultimo post mi hai messa in crisi!
    No, comunque anche a me piace più la seconda parte e anche io li ho odiati a tratti Cathrine e Heatcliff...un po' come si odia/ama la canzone di Kate (!) Bush :D
    Quanto a Katy......che dire, sono sconvolta dalle analogie, se non ci fai notare tu ste cose, dubito che chiunque possa farci caso da solo! :)
    Ciao Kitty

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    1. Ahahaha grazie mille piccola Kitty!!!!!! *___* Le folli analogie sono frutto dei pomeriggi trascorsi a sputare sangue su Wuthering Heights. Sapevo che prima o poi ci avrei rimesso la mia igiene mentale!
      Comunque cercavo una scusa per parlare di Katy Perry :P
      Baci tempestosi! <3

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  2. Questo ammetto di non averlo letto ma solo studiato a grandi linee durante le ore di inglese, per cui ho una gran confusione su chi sta con chi e i vari fantasmi che entrano ed escono dalle finestre.
    Però...la canzone di Kate Bush mi piace un sacco e non ti dico ( per dignità coniugale) a chi piace tanto anche il balletto tarantolato del video...

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    1. Di cognomi ce ne sono solo tre, col risultato che c'è un malsano ristagno genetico, perciò neanch'io ricordavo bene le varie parentele :P
      La canzone di Kate Bush... non la odio, ma - non me ne vogliate tu e Mr.Fedo - per me il falsetto, il balletto e l'abbigliamento insieme sono un po' too much... XD

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  3. cime tempestose l'avrò letto almeno dieci volte (e ho adorato come l'hai utilizzato come pretesto)

    www.nonsidicepiacere.it

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    1. Ti ringrazio, io l'ho letto solo due volte e qualcosa mi dice che non c'è due senza tre. ;)

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