venerdì 12 luglio 2013

Una serie di accademici accadimenti III - Legami chimici

Cosa mai potrebbe mai fare Raffy a zonzo per la facoltà di Medicina? La cavia?
L'inserviente? Lo scalda-sedie? Scopritelo in questo adrenalinico
speciale medical di
Una serie di accademici accadimenti,
con la partecipazione straordinaria di Anny!
Come avrete senz'altro arguito, mi piace vivere l'università con il giusto distacco, come gli Osservatori, gli alieni voyeuristi della Marvel, che si limitano a contemplare, dietro i loro telescopi, senza esercitare interferenza alcuna, l'eterno moto dell'universo e il convulso agitarsi delle sue creature.
Lingue è un microcosmo estremamente interessante, un'affascinante spirale di gironi danteschi, ma niente mi annoia come la routine. Dopo essermi smarrito e ritrovato nei labirintici corridoi di questo borbottante cafarnao, ed essermi avventurato nelle facoltà umanistiche più vicine, altrettanto caotiche ed eterogenee in fatto di biodiversità, non mi sentivo ancora pienamente soddisfatto: desideravo allargare ulteriormente i miei orizzonti, spingermi ancora più in là, fino a risalire la rigida gerarchia universitaria. E così ho deciso di iniziare il mio peregrinaggio, a piedi nudi, sulla via del Tempio di Asclepio, verso l'irraggiungibile Facoltà di Medicina e Chirurgia.
La mia amica Anny, dolcissima serpentella che si abbevera assetata all'amaro calice di Igea, era leggermente inquieta per via del suo esame di Biochimica (disciplina nota anche come Alchimia), così mi sono unito a lei, in veste di supporto maieutico ed epidurale emotivo, per somministrarle ad intervalli regolari 150 cc di coraggio, stringerle la mano, ricordarle di respirare e invitarla a spingere con tutte le sue forze per dare alla luce il frutto delle sue fatiche.
Varcato con timorosa deferenza l'imponente colonnato dorico, ho potuto anch'io confondermi ed entrare a far parte di quell'organismo autotrofo noto come Medicina, quell'armoniosa e geometrica città ideale che si direbbe dipinta da un umanista: attorno a me, frotte di studenti arrancano sovraccarichi di libri per capillari, vene e arterie d'asfalto, come globuli rossi che sorreggono sulle spalle il loro ingrato carico di bolle di CO2, falsi invalidi gemono in cerca di spiccioli da convertire in sigarette, medici dai camici color pastello marciano per ogni dove, quasi sempre in coppia, la valigetta in mano e il fonendo attorcigliato al collo, come il colubro al bastone di Esculapio, mentre infermieri in Crocs rosa Schiapparelli spiccano elegantemente il volo, come stormi di fenicotteri, per accorrere in aiuto dei pazienti e starnazzare rispostacce a familiari impazienti.
Non si può dire che Anny fosse impaziente di affrontare quel parto plurigemellare chiamato "esame", considerato il ritmo funebre della sua andatura e la sua preoccupante afasia, ma alla fine si rassegna ad entrare nel dipartimento di Chimica, il cuore, o meglio, il fegato della facoltà, principale centro di produzione biliare. Prendiamo posto in un'aula cieca come un bunker, gelida come una cella frigorifera, sfavillante e asettica come una sala operatoria, e mi sento già osservato da tutti gli altri esaminandi, vagamente incuriositi. Alcuni, con l'occhio clinico più sviluppato di altri, mi identificano immediatamente come corpo estraneo e mi lanciano sguardi di benevola superiorità, come cani ormai placidamente rassegnati ad offrire asilo ad un'ultima pulce sopravvissuta agli shampoo a base di Advantix. Altri invece, preferiscono condurre ulteriori accertamenti: "Anche tu devi dare l'esame?" mi domanda nervosa una ragazza dalle fattezze leporine, saltellando verso di me e rosicchiando avidamente le unghiette come una coniglietta la sua carota.
"No, no, oggi è la Giornata Porta un Amico in Facoltà, non ve l'hanno detto?"
"Peccato, se l'avessi saputo!" ridacchia il biondino accanto a lei.
Malgrado la fisiologica fibrillazione pre-esame, riesco a strappare loro qualche timido sorriso, anche se immediatamente spento da nuove ondate d'ansia e cortisolo.
La stanza intanto si fa sempre più gremita, cosa che mi permette di assistere ad un intrigante défilé di futuri medici. Il mio sguardo cade immancabilmente su un tipo dal superbo fenotipo che non mi pento di descrivere come un Mark Sloan agli inizi della sua carriera: alto, biondo, dai lineamenti perfetti, gli occhi azzurri, il petto ampio e i muscoli guizzanti sotto una camicia da taglialegna. Praticamente un capolavoro biologico, la definitiva, schiacciante prova a sostegno dell'eugenetica. Con mia grande sorpresa, questa michelangiolesca scultura a base di carbonio si dirige spedita verso di noi, rivolgendo ad Anny un sorriso da cardiopalmo.
A questo punto io mi chiedo... PERCHE?!
(Lungi da me citare Tiziano Ferro, ma siete liberi di modulare l'ultima frase ad imitazione degli irritanti gargarismi del suddetto.)
Perché studiare quando si è così sfacciatamente belli? Ostentare cotanta bellezza non è già un'enorme mancanza di sensibilità verso il prossimo, anche senza pretendere di mettersi pure a studiare? A volte penso che l'istruzione sia sopravvalutata. Se solo fossi io così avvenente, il mio venusto piede non sfiorerebbe nemmeno il linoleum del pavimento di qualunque scuola, istituto o accademia e passerei tutto il tempo a farmi venerare giorno dopo giorno fino al mio catasterismo, attività che mi consentirebbe finalmente di leggere tutti i libri che mi interessano davvero, sempre che la folla di genuflessi non esprima in modo troppo rumoroso la propria folle adorazione nei confronti del mio venusino sembiante.
Non che questo giovanissimo Dottor Bollore sputi sangue sui libri e le sudate carte, visto che, dopo aver salutato calorosamente una sempre più umbratile Anny, ammette candidamente di aver a malapena finito il programma d'esame. Con quel faccino il suo studio ginecologico sarà frequentatissimo in ogni caso, probabilmente anche da chi non dispone di ovaie.
Questa perfetta opera di architettura genetica, questo magnifico assemblaggio di centomila miliardi di altrettanto gloriose cellule, detto il Tronista, si accorge miracolosamente che esisto e per giunta mi domanda se anch'io sia lì per l'esame: "No, sono solo un figurante" zufolo, facendomi ombra con una mano. Lui, invece, dovrebbe fare da ragazzo immagine per incrementare la già cospicua affluenza alla facoltà.
Cerco di non arrovellarmi troppo su domande come "possibile che io e il Tronista apparteniamo alla stessa specie?", e volgo i miei pensieri altrove, considerando che forse avrei dovuto affinare le mie tecniche di mimetizzazione, dato che il mio aspetto bohemien mi impedisce di spacciarmi per studente di Medicina. La prossima volta dovrò procurarmi un libretto falso. Ho già pronto un ventaglio di pseudonimi ospedalieri: per esempio, potrei essere Glauco Santalucia, il futuro oftalmologo, o magari l'aspirante ginecologo Imeneo De Floris...
Mi sono venuti in mente anche parecchi alter-ego per tutte quelle ragazze che desiderano, come me, provare il brivido di una giornata in incognito tra i banchi di Medicina: chi non vorrebbe vestire, anche se solo per poco, i panni dell'affascinante quasi-urologa Danae Fontesecca?
Mi ridesto in fretta dalle mie fantasie in stile J.D. per provare a cavare qualche parola dalla sempre più abulica e lugubre Anny, che però fa uno sforzo e mi ragguaglia sulle bizzarrie onomastiche dei suoi compagni di corso, argomento che desta sempre il mio più vivo entusiasmo: scopro così che a questo mondo c'è gente talmente temeraria da esibire orgogliosa cognomi come Lassaréa (un infelice portmanteau tra "lassativo" e "diarrea"), senza contare la ragazza dal viso conigliesco (ad Anny ricorda piuttosto Clarabella), che mi dicono rispondere all'altisonante nome di Acepsima, forse più appropriato per un batterio che per un essere umano.
L'attesa ha ben presto fine e, annunciata da attacchi di dissenteria fulminante e crisi di nervi diffuse, fa il suo ingresso la temuta triade: il perfido dottor Kelso, che viviseziona con lo sguardo la folla tremebonda degli esaminandi, e le sue accolite, incredibilmente simili a due nostre vecchie amiche e compagne di liceo, di cui, però, non possono che essere la versione imbruttita. A detta del Tronista, se ti interroga Alicia (quella formosa e flemmatica), puoi sperare in un futuro di vacche grasse, mentre con la seconda, Daisy (scheletrica e nevrotica), non puoi che aspettarti vacche magre.
Nel frattempo l'isteria di massa dilaga e induce gli studenti più pavidi a gettare la spugna e a darsi alla fuga. Per poco non mi ritrovo l'occhio contuso dallo spigolo dorato della borsa di Gucci di una griffatissima fuggiasca, che corre disperatamente verso l'uscita ("Quella lì non saprebbe distinguere una catena di C da una catena di Chanel" commenta Anny, sempre più rannuvolata, "ma almeno si risparmia la figuraccia che farò io!")
Gli allievi rimasti affrontano con rassegnazione quella che si preannuncia un'ecatombe. Assistiamo così, inermi, allo sventramento della prima cavia umana, decisamente pingue, il cui punto debole è senz'altro l'adipe, non solo quello che fodera il suo corpo ciclopico, ma anche i grassi su cui Daisy, mancando di tatto, la interroga, senza ottenere risposte più soddisfacenti di: "Al momento proprio non  mi sovviene: il cervello non vuole collaborare!"
A pensarci, sembra di assistere all'ennesimo episodio di Grassi contro magri su Real Time, se consideriamo il fisichino macilento della denutrita assistente Daisy, che sono certo sia molto richiesta durante le lezioni di Anatomia per indicare le duecento e passa ossa dello scheletro umano, perfettamente visibili attraverso la sua iridescente epidermide.
Tornando alla nostra corpulenta amica, mi dispiace dovervi dire che non ce l'ha fatta. Per quanto abbiano tentato di rianimare la sua materia grigia, è stato tutto inutile. Era troppo tardi per trapiantare un cervello meno riottoso. Ora della bocciatura: 10.46
Intanto Anny si sorprende dell'assenza di un'altra creatura semi-leggendaria, nota ai più come Ippopotamo in Tutù, ovvero un'imperiosa e illustre studentessa del secondo anno, figlia di un "pezzo grosso" (e lei stessa un "pezzo grosso"), così soprannominata per la straordinaria somiglianza  con uno dei pachidermi ballerini del capolavoro Disney Fantasia. Le ore scorrono lente, ma nessun ippopotamo varca la soglia dell'aula esibendosi ne La Danza delle Ore. Eppure, mi racconta Anny, aveva messo a ferro e fuoco lo studio del professore, disposta a tutto pur di rientrare nell'elenco degli esaminandi, neanche fosse la top-ten degli studenti più in o la lista dei calvinisti predestinati alla salvezza eterna.
Ecco qui un intermezzo musicale per distendere i nervi fortemente provati dalla spasmodica attesa del turno di Anny:


Senza neanche il tempo di un ultimo "in bocca al lupus" o discorso d'incitamento, mi strappano via Anny dalle braccia, e lo sguardo penetrante di Daisy cala come un bisturi su di lei, che però non vacilla nemmeno per un istante.
"Che cosa le ha chiesto?" mi domanda ingenuamente il Tronista, i bicipiti che pulsano preoccupati.
"Ehm... qualcosaplasmatiche."
"Ah, le lipoproteine plasmatiche" decodifica lui, sorridendo sotto i baffi.
Intanto mi sforzo anch'io di rispondere alle domande di Daisy...
"Pietra filosofale!"
"Quintessenza!"
"Calorio!"
"Tre fasi: nigredo, albedo e rubedo!"
Inutile dire che non ne azzecco neanche una, ma spesso ci vado molto vicino. D'altronde non si può dire che sia del tutto all'asciutto in fatto di discipline scientifiche. Ci tengo a ricordare che si deve a me la scoperta del magisolfato di sbrilluccicoferro, senza contare che sono stato il primo a diagnosticare e condurre studi sulla picrogalattocarpopatia, un'intolleranza alimentare fino a pochi anni fa sconosciuta: Anny, il paziente zero, non può ingerire alimenti che uniscano frutta e derivati del latte (come una fetta di torta californiana o una macedonia con panna) senza avvertire un fastidioso formicolio alla lingua e l'esigenza di vomitare copiosamente sui miei mocassini di camoscio. So che è difficile a credersi, ma sono stato io, inoltre, a convertire gli antipatici "legami chimici" nei più leziosi "legamìci", parola-macedonia che unisce i termini "legami", "chimici", "amici" e "mici." Forse però farei meglio a non vantarmi della mia censurabile video-lezione sui sistemi termodinamici...
Per sua fortuna (o meglio, per merito suo), Anny è infinitamente più competente di me, e trionfa senza alcuna difficoltà sull'emaciata Daisy, che, per quanto si sforzi, non riesce proprio ad abbattere le sue difese.
Giunto anche il suo grande momento, le due assistenti, in pieno subbuglio ormonale, si litigano il bel Tronista, l'affascinante Adone concupito sia da Afrodite che da Persefone. Alla fine Alicia e Daisy decidono salomonicamente di esaminarlo insieme. Nonostante l'aria condizionata a tutta forza, l'atmosfera si surriscalda in un attimo, fino a farsi rovente.
Io e Anny non resistiamo alla tentazione di assistere alla consumazione di questo fatale ménage à trois, pieno di lascivi giochi di sguardi, tachicardie d'amore e torride passioni da fare un baffo a Shonda Rhimes!
Ci mancava solo che partissero le note peccaminose di Je t'aime... moi non plus.
Alicia, preda di un'ineluttabile attrazione chimica, lascia voluttuosamente socchiusa la bocca e rivolge al ragazzo uno sguardo ardente che sembra dire: "Ma l'esame devi proprio farlo con la camicia?"
Daisy, invece, per quanto stuzzicata, mantiene un freddo aplomb da dominatrix sadomaso e fustiga il suo schiavo con una sfilza di domande: "Qual è la differenza tra la presenza del glicogeno al livello epatico e... al livello muscolare? Ti parlo dei muscoli tanto per fare un esempio, ovviamente..."
Non perché sto guardando i tuoi, così lucidi... e torniti...
Com'era prevedibile, è stata Alicia a cedere per prima: del tutto fuori di sé, esce di corsa dall'aula, quasi sicuramente per affogare i bollenti spiriti sotto il getto di una doccia ghiacciata.
Purtroppo il Tronista non riesce a strappare la sufficienza, mentre gran parte delle studentesse soffrono già, a causa sua del suo fascino mozzafiato, di grave insufficienza respiratoria. Alicia e Daisy, i capelli scarmigliati e la sigaretta in bocca, lo invitano a riprovarci al prossimo appello, o a provarci con loro. Si dichiarano disposte a concedergli anche una sessione straordinaria, se necessario, magari in sedi più comode.
"Allora, cosa ne pensi della mia facoltà?" chiede più tardi Anny, decisamente più rilassata, mentre passeggiamo lungo un ombroso viale alberato. Mi prendo un attimo per pensarci, mentre le mie narici si inebriano del profumo dei pini e delle piante officinali che qui, a Medicina, crescono dappertutto, spontaneamente, come sul monte Pelio, patria del saggio centauro Chirone.
"C'è gente deliziosamente strana anche qui" rispondo, dopo un'altra balsamica boccata d'aria gusto Vicks.
"Peccato che tu non abbia potuto conoscere l'Ippopotamo in Tutù" sospira Anny, aggrottando la fronte. "E poi ci sono molte altre figure mitologiche che dovresti proprio vedere, come il Libraio..."
"Cioè?"
"Si narra sia il fantasma di un ex studente rinunciatario che per espiare chissà quale orribile colpa è stato condannato a vagare eternamente per la facoltà, schiacciato dal peso di un enorme borsone ricolmo di libri. C'è chi dice siano i suoi vecchi manuali di anatomia, e che cerchi in tutti modi di rivenderli alle matricole, ma in quelle rare occasioni in cui l'ho visto mi sembrava avesse anche libri di narrativa..."
"Sembrerebbe uscito da una ballata di Coleridge..."
"E poi c'è anche Disco Stu."
"Chi?!"
"Un tizio di qualche altra facoltà che si presenta di tanto in tanto in sala lettura, con le cuffie dell'iPod alle orecchie, e inizia a ballare convulsamente."
"Sicura che non sia un paziente scappato dal reparto psichiatrico? Non sono un medico, ma a me sembra un grave caso di tarantolismo narcisistico..."
"Non ne ho idea. So solo che ha una particolare predilezione per Michael Jackson."
Cerco di immaginarmelo, un ragazzo stempiato e allampanato che entra in biblioteca con un moonwalk e si esibisce in una reinterpretazione non richiesta del video di Thriller, con gli studenti morti di sonno sui libri nel ruolo degli zombie.
"Non è che per caso sua madre si chiama Billie Jean?"
"Può darsi."
"Devo proprio vederla, questa gente" dichiaro. "Una sola gita a Medicina non basta. Magari potremmo organizzare una specie di safari antropologico, con trappole e appostamenti..."
"Grazie per essere venuto Raffy" pigola Anny, guardandomi con i suoi occhioni dolci da cerbiatta. "Non so come avrei fatto senza il tuo incoraggiamento da perfetto cheer-leader. Verrai anche al mio prossimo esame?"
"Ci stiamo prendendo gusto, eh? Ma sì, quando vuoi, bobo. Lo sai che puoi sempre contare sulla nostra legamicizia..."

Una serie di accademici accadimenti:
Episodio I - Stranieri e strani estranei
Episodio II - Grandi speranze
Episodio III - Legami chimici
Episodio IV - Studenti esasperati
Episodio V - In balìa della balia
Episodio VI - C'era una svolta
Episodio VII - Volver
Episodio VIII - Senza vergogna
Episodio IX - Chiamatemi (un) dottore

18 commenti:

  1. l'avventura a medicina mi ha tenuta incollata fino all'ultima riga, ma soprattutto perché io non ne incontro mai di ragazzi come il Tronista?

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    1. Ahah grazie, sono contento di saperlo, anche perché il post è succinto quasi quanto l'Anatomia di Grey :)
      La domanda però è: come accalappiare ragazzi come il Tronista??

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    2. credo che sarà una di quelle domande a cui non avremo mai risposta!

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    3. Chissà :) Non perdiamo la speranza... qualcuno dovrà pur accalappiarli, perché non provarci? :P

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    4. Chissà :) Non perdiamo la speranza... qualcuno dovrà pur accalappiarli, perché non provarci? :P

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  2. Post riuscitissimo a mio dire, ti sei destreggiato benissimo con i termini scientifici! Ma sei sicuro di non voler intraprendere la carriera medica? L esame di biochimica è convalidato :p
    Quante risate e quanti ricordi tra le tue parole Bobo *_* devo essere sembrata proprio scema comunque quel giorno, ma tanto so che mi ami lo stesso <3 (dopo questo occorre un po' di insulina :p)

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    1. No bobo... Medicina meglio a te che a me :)
      Non sembravi scema... magari solo un po' inquietante: avevi un'espressione veramente truce o__o
      ma ti sei ripresa...
      Cmq mi sono venute in mente altri dettagli sulla tua facoltà che ho dimenticato :P Magari li userò per la mia prossima gita da te ....
      grazie mille bobo per avermi permesso di scrivere questo reportage e per averlo apprezzato <3 <3 <3

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  3. Oddio,legàmici e magisolfato di sbrilluccicoferro son stupendi!! Posso usarlo durante il prossimo esame di chimica??
    Giuro,citerò la fonte per rispetto alla tua creatività e al tuo duro lavoro!
    E anche picrogalattocarpopatia non è male....eccezion fatta per i tuoi mocassini!
    Anzi,se può interessarti io ho coniato l'acronimo DAPA che sta per
    Depressione Ansiogena da Prestazione Accademica!
    Pur non avendo alcuna conoscenza della psichiatria e della psicologia,credo di aver dato il nome ad una patologia che molti di noi presentano (nelle sue varie forme,è ovvio)!!
    Perciò viva i termini "non" tecnici coniati sul momento :D

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    1. Certo che puoi usarli! Il tuo professore ne sarà senz'altro deliziato!! :D Ahah comunque il mio motto, riguardo lo studio delle materie scientifiche, è una citazione di Jack Skeletron: "Non sforzarti di capirlo, devi solo immaginarlo!" :D Fidati, funziona!
      Anch'io userò DAPA: descrive esattamente lo stato d'animo "lievemente" inquieto che precede ogni esame! :D

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    2. No ma di immaginare immagino...il problema è quando chiedono la "definizione specifica" dove anche l'uso di un sinonimo del termine scritto sul libro può portare alla bocciatura! :S
      Tranquillo per la DAPA,ormai questa patologia è stata ampiamente divulgata anche da altri blogger (tra cui AlexV che,da medico,poteva benissimo linciarmi!) :D

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  4. Ho riso tantissimo!

    Ilaria

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  5. Ahah, bella la trasferta in un altro ateneo :P Medicina poi... Ancora una volta mi hai regalato una bella dose di sane risate :D Un altro post frizzante e appassionante non c'è che dire ma se posso, la cosa più bella raccontata in questo post è la "legamicizia". Tu e Anny siete bellissimi e si "sente" che siete molto legati :) Sei stato tanto carino ad accompagnarla così da mitigare la sua ansia. Che bellissima cosa ;)

    Alla prossima ^_-

    Jashder

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  6. Grazie!!! *-* Sono contento che ti abbia colpito soprattutto questo aspetto, era quello che speravo :) Come sempre riesci a vedere oltre l'ironia e leggere anche tra le righe :)
    Grazie, grazie, grazie :*

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  7. Imeneo De Floris...sei pessimo XD... Ma mi hai fatto ricordare che pochi anni fa mi chiedevo "ma la sorella di Antigone...si chiama davvero Imene? Possibile?" ..e ne ero praticamente convinta!
    Anche questa volta sei stato esilarante, Anny è fortunata ad averti come amico e tu ovviamente sei fortunato ad avere lei e a poterla supportare in questo percorso così arduo fra tronisti, ippopotami e fantasmi ;-)

    PS: ma l'hai visto il nuovo programma di Barbara su Real Time? Non ho potuto fare a meno di scrivere un post anch'io, ma ovviamente ho citato la tua rubrica: in quanto commentatore di programmi sei il number One. ;-D

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    1. Ahahahah ti ringrazio!!! :D Comunque la sorella di Antigone si chiama ISmene, ma quella "s" non è sufficiente ad evitare l'ilarità generale... come mi fa tristemente notare la mia amica Erika, che adora quel nome :D

      Grazie anche per avermi citato come autorevole esperto di Real Time, ma non preoccuparti, ti cedo volentieri questo compito ingrato... sto cercando di smettere. Ne va della mia salute!!! :D

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  8. Sarà la quinta volta che lo leggo e scoppio sempre a ridere. Sei un mito :)

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    1. grazie bobina *____* sei decisamente di parte!! La parte giusta *____*

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