 |
"Il fard francese non è adatto agli occhi tedeschi! [Mio fratello] Giuseppe ha detto che sembro una delle Furie!" |
Qualche tempo fa ho avuto modo di rivedere (in seconda serata, non capisco ancora perché)
Marie Antoinette di Sofia Coppola, proposto da Canale 5 (della serie, ogni tanto anche dal letame nasce un fiore).
E' il genere di film che si mangia con gli occhi, letteralmente: un trionfo di colori pastello che pensavo esistessero solo sulla tavolozza di Paint, senza contare i fiori e i dolci in abbondanza.
Pensandoci meglio, quello di Sofia Coppola non è un film, ma il baroccheggiante ibrido tra un filmino-ricordo e un documentario. La protagonista non è la famosa regina di Francia, ma Mariantonietta, un'adolescente ingenua e un po' svampita che, del tutto indifferente alle faccende politiche del paese, trascorre intere giornate con le amiche, divertendosi a scegliere stoffe, scarpe e ventagli, a giocare con gli amati cagnolini e a sorseggiare tè al gelsomino portato per lei direttamente dal Celeste Impero.
E' niente meno che una
teen-ager, che batte le mani dall'entusiasmo e dalla gioia di veder arrivare la sua torta di compleanno. Una ragazzina che aspetta l'alba insieme alla sua comitiva, girovagando per i prati di Versailles. A contribuire al ritratto dell'adolescente ribelle, la colonna sonora volutamente anacronistica. Tra i brani ormai in
loop nella mia mente, il famosissimo
I Want Candy, poi
Aphrodisiac (Bow Wow Wow),
Hong Kong Garden (Siouxsies and the Banshees) e
Fools Rush In (Bow Wow Wow & Kevin Shields).
Ad emergere è il ritratto di una regina bambina che, diventata moglie e madre troppo presto, conosce l'amore solo dopo il matrimonio. Una giovane austriaca costretta a lasciare la terra dov'è nata per regnare su un popolo a lei ostile, e che per questo decide di godersela finchè può, non curandosi del rigido protocollo di corte a cui l'ha istruita la Contessa di Noailles, da lei soprannominata Madame Etiquette.
Nel finale, tuttavia, entra prepotente e tumultuosa la Storia: i colori si fanno subito foschi, e a fare da sottofondo musicale ora sono solo le urla assordanti del popolo affamato. La scena conclusiva è una doccia fredda: la lussuosa camera da letto della Regina, distrutta.
Mariantonietta, la reginetta della festa
Sono sempre stato molto curioso riguardo le vite delle grandi donne della storia, forse perchè, in una storia purtroppo quasi sempre al maschile, ogni donna che riesca ad emergere deve necessariamente avere qualcosa di speciale! Mariantonietta è sicuramente una delle figure più affascinanti... ma non dimentichiamoci che parliamo di una regina appena ventenne.
La cosa mi fa un certo effetto...
Lei aveva la corona di Francia e io oggi alla stessa età ho... un bel niente.
Ma torniamo a Mariantonietta, un'adolescente. Plurititolata e ricoperta di diamanti, ma pur sempre un'adolescente.
Ho letto che tra le sue grandi passioni c'era la musica: suonava molti strumenti, ma il suo preferito era l'
arpa e non posso darle torto! E' uno strumento davvero molto elegante... da bambino volevo imparare a suonarla, ma poi mi dissero che era uno strumento un po' troppo femminile e mi spinsero ad accostarmi al pianoforte. Non pensavo che anche la musica potesse essere sessista!
Dicevo... tra le altre sue passioni, il
ballo, l'opera e il
teatro, e anche il
gioco d'azzardo, senza trascurare naturalmente il suo amore per gli animali, specie per i
cagnolini. Io invece preferisco di gran lunga i gatti, come suo suocero Luigi XV, ma d'altronde, meglio i cagnolini della Delfina che le scimmiette da compagnia della contessa du Barry (amante ufficiale del vecchio re).
Mariantonietta amava molto anche i
fiori. Fu lei a volere la costruzione del nuovo
Jardin Anglais, dove fece piantare centinaia di alberi e vasi da fiori in pregiata porcellana. Anche il suo monogramma, che decorava ogni sua stanza, era cinto di rose, giacinti blu, tulipani e iris.
Dopo gli eccessi al tavolo verde, Mariantonietta si appassionò al giardinaggio e ai lavori umili. Per questo si fece costruire l'amato
Hameau, un villaggio modello ispirato all'Arcadia virgiliana, composto da venti
cottage, un mulino, una colombaia, una voliera e un pollaio, con molti altri animali della fattoria. Si trattava di un grazioso posticino in cui accogliere gli ospiti e offrire loro prodotti genuini come frutta e latte fresco (portati però dalle fattorie vicine, quelle vere).
Insomma, anche a lei piaceva giocare a fare Biancaneve e duettare con gli uccellini.
Come tutte le adolescenti, Mariantonietta ebbe almeno due
amiche del cuore. La prima fu Maria Luisa, la
principessa di Lamballe, rimasta vedova a diciannove anni. Era la classica brava ragazza, virtuosa e perbene, anche se poi i
pamphlet diffamatori l'hanno ritratta come amante omossessuale della Regina.
In realtà, però, Maria Luisa era riservata, ragionevole e di Mariantonietta più che il
sex-appeal apprezzò soprattutto la cultura e il garbo. Le furono riservati molti onori, come quello di organizzare i divertimenti della sovrana, che si rivelò tuttavia sempre più frivola. Si trattava di un compito poco adatto alla timida Maria Luisa e la Regina se ne accorse, tanto che in seguito preferì rivolgersi alla più esuberante contessa di Polignac. Maria Luisa ci rimase male, poverina, e, se pur non abbandonò mai la sua amica e sovrana, cercò di distrarsi con la beneficenza e la massoneria (chissà che distrazioni avrebbe scelto se fosse vissuta nel XXI secolo).
Come già detto, a rubarle il posto di migliore amica della Regina fu la
contessa di Polignac, Yolande, una ragazza vivace, spiritosa e incredibilmente bella (almeno per l'epoca). In altre, parole, Mariantonietta piantò in asso la secchiona Maria Luisa per stringere amicizia con la compagna di classe più divertente, carismatica e affascinante, ma non molto attenta sui banchi di scuola. Quando venne invitata dalla cognata a leggere con lei Omero, Yolande liquidò la proposta dicendo di sapere già tutto sul poeta greco: "Omero era cieco e suonava la lira."
Mariantonietta era pazza di lei: "Quando sono sola con lei non sono più una regina, sono me stessa!"
Se all'epoca fossero esistiti i diari di scuola, le avrebbe scritto sicuramente "6 carina, 6 ok, resta sempre come 6. La tua m.a. (migliore amica) M.A".
La Polignac ci sapeva fare, sapeva prenderla sempre per il verso giusto, anche quando la sovrana era nervosa per via del ciclo o quando aveva le paturnie alla Holly Golightly (e succedeva spesso). In quei casi, da perfetta amica del cuore, Yolande se ne stava in silenzio e offriva a Mariantonietta una tisana calmante ai fiori d'arancio zuccherati. Il loro attaccamento fece scatenare gli oppositori della Regina e presto circolarono pettegolezzi su un presunto rapporto saffico tra le due, fomentati anche dal fatto che, nel 1779, Mariantonietta aveva contratto il morbillo dall'amica. Secondo altri, ancora più maligni, la stessa Yolande era una Lele Mora
ante litteram che reclutava giovinette per soddisfare gli appetiti sessuali di suà maestà. Queste chiaramente erano tutte maldicenze, ma Yolande non era certo una santarellina. La simpatia e la dolcezza nascondevano anche astuzia ed egoismo. La Polignac, infatti, fu brava a tirare l'acqua al suo mulino, ottenendo da questa amicizia molti favori per amici e parenti, anche se Mariantonietta non ebbe mai molta simpatia per il suo amante, il conte di Vaudreil, uomo colto e affascinante, ma anche violento e impetuoso (il classico tipo alla Heathcliff).
In seguito i rapporti tra le due amiche del cuore si raffreddarono, un po' perchè la Regina calpestò piedi cari ai Polignac, un po' perchè Yolande non fece nulla per tenere a bada le voci riguardanti la
liason dangereuse tra Mariantonietta e quel bel merluzzone baltico del conte di Fersen.
Ancora prima, il re aveva proibito la messa in scena de
Le nozze di Figaro di Beaumarchais, e la regina e la sua cerchia avevano frignato come lattanti per far revocare il veto. Lo spettacolo ebbe un grande successo e fu rappresentato anche di fronte alla regina e al re Gustavo III di Svezia, che però giudicò pericolosi e anti-aristocratici alcuni contenuti della
pièce. La sovrana, allora, ci pensò un po' su e diede tutta la colpa ai suoi amici, una mossa da banderuola che non piacque affatto alla sua comitiva.
Allo scoppio della Rivoluzione francese, Mariantonietta ebbe un'illuminazione: la monarchia qualche errore l'aveva pur commesso. Così si riavvicinò alla Principessa di Lamballe, anche perchè l'egoista contessa di Polignac aveva pensato bene di fuggire all'estero.